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La sovranità e la bontà di Dio
 
La sovranità e la bontà di Dio 2013-05-06 16:30:14 DieLuft
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
1.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
DieLuft Opinione inserita da DieLuft    06 Mag, 2013
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In principio erano gli Stati Uniti...

Cosa c'entra il concetto di predestinazione con gli USA? Perché gli americani sentono quest'impulso di spadroneggiare sul mondo e perché ci "snobbano" di continuo col loro senso di superiorità? Chi è il diverso e come lo si deve trattare? Questo libro, con qualche aggiunta di ricerche personali, dà la risposta -più o meno esaustiva- dei tanti perché che attorniano la questione America.

L'opera è il primo vero best-seller americano. La protagonista è Mary Rowlandson: una donna puritana che giunse nel Nuovo Mondo a bordo della Arabella attorno al 1650. Dalla Massachusetts Bay Colony, seguì il marito a Lancaster, lungo la famigerata frontiera. Questo avamposto venne in seguito attaccato dai nativi in una battaglia della Guerra di re Filippo (1675-1676). L'intera famiglia venne fatta prigioniera, smembrata e ogni componente fatto schiavo da parte di differenti gruppi di indiani.
Il libro nacque dalla rielaborazione, un anno più tardi, di quella straordinaria esperienza che la donna fece nella wilderness. Undici settimane e cinque giorni in compagnia dei "selvaggi": esseri rozzi, fuori da ogni grazia di Dio, che non conoscono leggi o civiltà ma che, anzi, la attaccano così come sfidano il popolo eletto dalla Provvidenza.
Il libro non si suddivide in capitoli, bensì in “spostamenti” durante i quali sperimenta la vita fuori dall'amata comunità, si adegua ai modi rozzi di sopravvivenza dei nativi. Ma Mary non si abbassa al loro livello, fa proprie quelle informazioni “primitive” pur rimanendo sempre fedele ai suoi principi ma sopratutto alla legge di Dio. Ed è proprio la Provvidenza che le fa avere, tramite un'anziana donna indiana, una copia della Bibbia saccheggiata in un'altra comunità. E forse il segno che Dio non l'ha abbandonata? Secondo Mary sì. L'antica scrittura le dà la forza ogni volta che sente di star per cedere e l'accompagnerà sino alla sua liberazione –dietro pagamento di un riscatto di 20 dollari da parte del marito-.

La storia di per sé non è entusiasmante, così come non lo è lo stile della Rowlandson. E' un testo di lettura non difficile, quanto veramente pesante, almeno così lo è stato per una non-credente come me. Ammetto che non mi sarei mai avvicinata ad un testo del genere se non fosse stato da studiare per un esame. Sarà per il mio difetto, ma ogni qual volta che l'autrice paragonava se stessa all'eroe biblico di turno, mi assaliva la voglia di fare di questa donna pulviscolo atmosferico. Per non parlare della tolleranza verso le altre culture... Qualcosa di totalmente fuori dal mondo. Ma va bene, se si mettono da parte le credenze personali e lo si prende come un testo dell'epoca si arriva fino in fondo.
Tuttavia certi tratti del comportamento e del pensiero puritano sono ancora fortemente intrecciati con gli Stati Uniti odierni; ed è per questo che in qualche modo, lo consiglierei a tutti coloro che vogliono approfondire la conoscenza di quella parte di mondo senza affidarsi alle descrizioni fatte dai Media. Sicuramente troverete i tratti dell'arroganza, della megalomania e del fervore religioso che tutt'oggi pervadono il Paese.

******
Aggiungo un ultimo commento personale per evitare fraintendimenti che ho notato nascere dai commenti (ringrazio coloro che mi hanno fatto queste sottolineature).
Con questa recensione non intendo offendere nessuna persona credente, mi scuso per i toni. Per chiarire determinate affermazioni, c'è una risposta ad un commento che spero possa essere di aiuto.
Inoltre non intendo affermare che i comportamenti citati siano una prerogativa di tutto il popolo americano.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
  • no
Consigliato a chi ha letto...
Chi vuole saperne di più sulle radici della cultura statunitense o semplicemente conoscere meglio il pensiero dell'America puritana.
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Commenti

5 risultati - visualizzati 1 - 5
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Il buonismo è sicuramente uno dei difetti made in Usa e affonda le sue radici nella cultura puritana, ma non trovo giusto accusare tutti gli americani di prepotenza. L'America almeno è un Paese meritocratico, qualità che purtroppo manca all'Italia.
LunaCalante
09 Mag, 2013
Ultimo aggiornamento:
09 Mag, 2013
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Uhmm... il libro non l'ho letto e dalla tua descrizione sembra pericolosamente bigotto e fanatico, è vero che l'America è un Paese con un alto tasso di persone cristiane cattoliche e spesso di facciata o adattata su misura, peggio ancora trasformata in puritanesimo. Tuttavia però i toni con i quali descrivi la protagonista e il suo Credo sono derisori, se non sei credente non sei obbligata automaticamente ad usare toni offensivi o perlomeno poco tolleranti. Il puritanesimo, l'arroganza e la superiorità e il tradizionalismo esteriore sono cose che detesto fortemente però.. almeno abbi la decenza di rispettare chi è credente, che non vuol dire bigotto e fanatico. Concludendo bisogna anche mettersi nei panni della protagonista,non è che sia una passeggiata essere nelle mani di certe tribù dove le violenze carnali e fisiche sono all'ordine del giorno e il fatto stesso che abbia ricevuto una Bibbia in quel posto sperduto lo vedo chiaramente come un segno d'amore e di vicinanza da parte di Dio. Comunque reputo utile la tua recensione perchè trovo corretto denunciare un certo bigottismo e puritanesimo e poi il libro sembra interessante.. tuttavia è meglio essere elastici. :=)
In risposta ad un precedente commento
DieLuft
27 Mag, 2013
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Mi dispiace essere sembrata poco elastica e derisoria, non era mia intenzione, e di certo con questa recensione non volevo colpire le persone credenti. Non voglio affermare che un religioso è per forza un bigotto o un fanatico... Sarei bigotta a mia volta. Confesso una certo tono rabbioso nella mia recensione e ammetto che forse con gli enunciati: "E' un testo di lettura non difficile quanto veramente pesante... A meno che non siate dei fervidi credenti." e " [...] “fondamentalista-cristiana-super-bigotta-nonché-donna-seicentesca” [...]" sono stata ambigua e chiedo scusa.
La rabbia e noia nel mio tono derivano dal paragone di questo piccolo tomo con letture di altri libri scritti da religiosi che si sono imbattuti in situazioni difficili. A parere mio questo libro esagera nel calcare certe comparazioni fatte alla luce del più cieco Puritanesimo. Sono risalita e ho letto i passi biblici citati dall'autrice, trovando oltremodo presuntuoso l'averli "contestualizzati" nella sua situazione. Infine le parti nelle quali ringraziava Dio per essere sopravvissuta, sono scritte con i toni della predestinazione e alla luce dei puritani come secondo (dopo gli Ebrei) ed evoluto popolo eletto da Dio. Per questo la frase: "Magari saltando a piè pari intere pagine di ringraziamento al Signore Nostro Dio che ci ha dato la forza di superare le avversità e bla bla bla..."
Concludo con le mie più sentite scuse verso tutti i credenti ma quando leggo libri o sento discorsi "fondamentalisti" in religione non riesco a reprimere e ad incanalare intelligentemente un certo dissenso.
In risposta ad un precedente commento
DieLuft
27 Mag, 2013
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Parli con una delle persone meno patriottiche che esistano ;) Non voglio certamente fare "di tutta l'erba un fascio" e non tolgo il fatto che i Paesi anglo-sassoni mettono in pratica (per quanto possibile) la meritocrazia. E' un libro che può leggermente illuminare sulle radici di alcuni dei comportamenti degli americani, ovviamente non tutti.
Di questi tempo il patriottismo è inevitabilmente ai minimi livelli. Comunque non credo che gli americani abbiano un senso di superiorità sull'Italia, anzi ne apprezzano l'enorme patrimonio culturale più degli italiani stessi.
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