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Chiamami col tuo nome
 
Chiamami col tuo nome 2020-11-16 22:30:20 Giorgio
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Opinione inserita da Giorgio    17 Novembre, 2020

un segno indelebile che mai andrà via da me

“Chiamami Col Tuo Nome” è uno dei libri più di successo dello scrittore statunitense Andrè Aciman. Il romanzo (di formazione) fu pubblicato per la prima volta nel duemilasette dalla casa editrice Guanda negli USA, mentre in Italia nel 2008.
La vicenda si svolge principalmente nella Riviera ligure degli anni ottanta, in cui l’appena diciassettenne Elio conoscerà una persona che segnerà per sempre la sua vita: si tratta di Oliver, “l’ospite dell’estate”, uno dei tanti neolaureati che si recano presso la villa del Professor P., nonché padre del protagonista, per terminare al meglio le loro tesi di post dottorato e all’occorrenza collaborano con quest’ultimo nell’ambito letterario e archeologico che molto lo coinvolgono.
Elio non fu mai entusiasta delle visite estive che vincolavano, anche se di poco, le sue estati, ma sin dal primo momento in cui vide Oliver, in lui nacque qualcosa di forte e di nuovo che lo colse alla sprovvista toccando la sua ingenuità; ma soprattutto di grande importanza fu l’ammirazione nei confronti di un ragazzo affascinante: “camicia svolazzante aperta sul davanti, occhiali da sole, cappello di paglia, pelle ovunque”. Lui è Oliver, ventiquattro anni, ebreo di New York, una “muvi star” come direbbero la madre e Mafalda, la governante dell’antica villa in cui vivono. Elio, invece, è un ragazzo maturo per la sua età, decisamente molto più colto, sensibile e riflessivo rispetto ai suoi coetanei e trascorre l’estate trascrivendo musica e leggendo.
I due passano le vacanze estive nel giardino della villa, il “paradiso” del giovane ospite. Oliver sta ore e ore a leggere e scrivere sul suo amato Eraclito tra un bagno e l’altro in piscina, mentre Elio si dedica a pieno alla musica. Proprio in queste circostanze tra loro nascono situazioni di rigidità provocate da sguardi di gelo da parte dell’apprendista Oliver che generano un reciproco allontanamento.
La situazione di distacco rimane statica e invariata per diverse settimane se non “troppe”, finché un giorno dopo una passeggiata in biciclette in paese a “B”, Elio decise di portare Oliver sulla “collina di Monet” (così chiamata perché raffigurata in uno dei quadri dell’artista), il suo luogo in assoluto preferito, dove sostiene di aver letto centinaia di libri.
Esattamente qui tra i due nasce qualcosa, che entrambi, ma soprattutto il più adulto, cercheranno di non far innescare, tanto che in alcuni episodi fanno da padrone emozioni spesso contraddittorie.
I loro più veri sentimenti verranno a galla solo quando Oliver deciderà di recarsi a Roma per un evento di editoria al quale deciderà di prender parte anche Elio. La capitale rappresenterà per i due una tappa in entrambi i sensi di grande importanza e conoscenza di sé stessi, lontani da qualunque influenza umana che li introdurrà in una dimensione quasi metafisica che sfugge al tempo, un fatto psichico assolutamente misurabile in qualità e non in quantità, unico rimedio alla memoria.
Questo concetto, fortemente proustiano, fa emergere la profonda conoscenza che Aciman ha dello stesso scrittore così come del filosofo Eraclito, di cui parla largamente in merito agli studi del ragazzo, attraverso il quale si evince dello scetticismo nei confronti delle cose superficiali e la conseguente ricerca della natura, anch’essa punto cardine del romanzo, e fortemente messa in risalto dal film tratto dal libro (Call me by your name, 2017, Luca Guadagnino) di straordinario fascino.
La narrazione si conclude con un dialogo tra padre e figlio molto emozionante e d’insegnamento, che di certo potrebbe essere un punto di partenza per i giovani ragazzi che affrontano per la prima volta tematiche introspettive e di riflessione come accade per il giovane protagonista, che sul finire si trova proiettato molti anni dopo la conoscenza di Oliver.
Anche a distanza di anni, tra i due resta immutata la vivezza del sentimento che suscita in entrambi profondi coinvolgimenti morali.
La vicenda, che si svolge nell’arco di quasi due mesi, è largamente caratterizzata dalla presenza di una dettagliata descrizione della psiche dei personaggi, soprattutto quello di Elio che narra in prima persona la sua tortuosa analisi interiore, dal sottile ragionamento filosofico, affrontando il delicato tema dell’approccio con la sua sessualità e la conseguente prima relazione con una persona che per lui diviene un fondamentale punto di riferimento per la sua crescita personale.
Ciò che resta di questo bellissimo libro è una storia basata su uno struggente legame tra due (non troppo) giovani, che sfiora i temi dell’amore profondo, dell’ammirazione, del legame con la famiglia, con la propria terra e con la natura, tanto da sfociare in un forte desiderio di completarsi con il corpo in una straordinaria fusione di due anime che porteranno Oliver a chiamare Elio con il proprio nome “chiamami col tuo nome e io ti chiamerò con il mio”.
Una promessa che anche a distanza di decenni non verrà dimenticata.


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