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Viaggio al termine della notte
 
Viaggio al termine della notte 2012-02-06 22:38:21 Giovannino
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
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Giovannino Opinione inserita da Giovannino    07 Febbraio, 2012
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Un Capolavoro.

Un cazzotto nello stomaco. La stessa identica sensazione. Quando arrivi alla fine del libro e ripensi a quello che hai letto, è un vero e proprio cazzotto nello stomaco, ti lascia senza fiato, e senza parole. Ebbene si, se Cèline scrivendo questo romanzo cercava lo scandalo, lo scalpore, beh...c'è riuscito in pieno...È un viaggio che si percorre in due direzioni. La prima è quella del viaggio reale, i viaggi veri e propri che il giovane Ferdinand ( o Bardamu) fa. Prima come giovane studente di medicina che combatte al fronte nella guerra delle Fiandre,non amando la guerra e cercando più volte di disertare. Poi quando parte nelle colonie africane, al servizio del crudele tenete Grappa e del buon Alcide (la contrapposizione dei due personaggi è splendida nell’esprimere la distanza che passa tra “i buoni” e i “cattivi”, come li definisce lui ). Dopo ancora quando va a cercare fortuna in America. Ed infine quando una volta laureato, esercita la professione, inizialmente nei quartieri poveri e poi in una clinica privata. Ed è proprio in quest’ ultima parte, in cui i personaggi danno il meglio del loro repertorio. Con l’onnipresente Robinson che per guadagnare qualche soldo arriva perfino ad uccidere, e con la furba Madelon, donna subdola e senza scrupoli, pronta a tutta pur di non perdere il suo uomo. Poi c'è il secondo viaggio, che è quello che l'autore compie all'interno dell'uomo. Ed è qui che si concretizza il capolavoro di questo libro. È un viaggio nella parte più nera, più cupa, più triste dell'uomo. Un viaggio attraverso la povertà che prima di essere materiale, è spirituale. È la povertà dei valori quella che Cèline racconta in questo romanzo, quella che fa trasparire l'uomo come un animale, guidato dall'istinto nella maggior parte dei casi, e quasi mai dalla ragione. Homo homini lupus come direbbero i latini. E quello che ti manda fuori di testa, quello che ti lascia basito, senza parole è la semplicità con cui riesce a raccontare tanta violenza, fisica e psicologica, senza battere ciglio. Come se tutto ció fosse normale. Perchè poi ti accorgi che anche se in molti casi, da determinati comportamenti era rimasto sconvolto e ne aveva preso le distanze, alla fine, questi comportamenti appartengono anche a lui, così come a tutti gli uomini. Non se ne sottrae Cèline. Un viaggio attraverso il cinismo, l'ipocrisia, la falsità, la bassezza morale, la cattiveria e tutto ció che di negativo c'è nell' "animale uomo". Un romanzo che proprio per queste caratteristiche potrebbe essere anche un saggio. Unico piccolo neo è la scrittura, che essendo di inizio 900 risulta a tratti un pó lenta, ma è veramente una piccolezza. Un romanzo che non puó e non deve mancare in nessuna libreria del mondo.

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