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Mark 2.0
 
Mark 2.0 2015-06-19 08:19:57 Mian88
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    19 Giugno, 2015
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

IO vs IO

E’ eticamente corretto ricorrere all’espediente della clonazione per far fronte alla perdita di un familiare, amico, prossimo a noi caro? Questa è la domanda ridondante nella mente del lettore che pagina dopo pagina cade in balia di un romanzo dal quale è impossibile distaccarsi.
Siamo nella periferia inglese in un futuro prossimo in cui la genetica detta le nuove regole del vivere. La famiglia Self è la protagonista dell’opera, ed è composta oltre che dai genitori da due figli; Mark, 13 anni e Lauren, 10.
Il primogenito della coppia è affetto da una malattia che pian piano lo consuma sino al momento dell’inevitabile morte. La perdita sembra insuperabile, il dolore è qualcosa di indescrivibile, tanto che i genitori decidono di ricorrere alla clonazione. Ed eccoci qua, dopo 6/8 settimane con un Mark nuovo di zecca, con i ricordi del precedente, ed assolutamente funzionante perché la ricerca ha raggiunto livelli tali di precisione ed evoluzione che nella riproduzione dei geni è possibile eliminare quelli soggetti a patologie dando così origine ad un clone uguale seppur migliorato dei suoi precedenti handicap. Phill, amico storico del primo Mark, non ha ancora superato la prematura scomparsa tanto che giornalmente continua a recarsi a casa dei Self sebbene sia consapevole della dipartita del compagno di avventure. Fino a quando non viene a scoprire che il tredicenne è tornato ed è in perfetta forma.
Senza indugio i genitori esibiscono l’amico al figlio che automaticamente lo riconosce, il programma di apprendimento veloce ha infatti reintrodotto nella memoria del clone immagini e suoni della sua precedente vita, dunque è impossibile che ciò non accada eppure, eppure, c’è qualcosa di diverso in questa nuova versione del “resuscitato”. Gli occhi, in particolare, dimostrano come sia spaesato, incuriosito e spaventato questo nuovo individuo che ha varcato la soglia dell’abitazione tanto nota al protagonista.
I giorni passano e le divergenze tra l’originale e la copia da evidenti cominciano sempre più ad assottigliarsi, divenendo quasi impercettibili. Anche lo stordimento, la curiosità del neo-uomo sembrano scomparire pur di riuscire ad omologarsi al suo originale. Ma è veramente possibile ricreare una copia in tutto e per tutto? Dare origine ad una persona che sia identica a quella perduta anche sotto il punto di vista morale, caratteriale e psicologico oltre che fisico? Si può andare oltre alla mera riproduzione della “scatola”, dell’involucro umano?
Per Phill il disabile è il suo unico vero amico. In un primo momento stenta a riconoscerlo, lo perde così da un giorno all’altro e di punto in bianco se lo ritrova davanti sano e, almeno all’inizio, incerto e ingenuo come un bambino. Il Mark che conosceva infatti era malato e consumato dalla malattia, la odiava e invidiava chi era in buona salute nonché tutte le attività che questa gli impediva di poter svolgere ma era vispo, arguto, non confuso e disorientato. Era sarcastico, acido, sapeva sdrammatizzare e nonostante le sue “frecciatine” non era mai spregevole a titolo gratuito. L’adolescente si ritrova con il compito inconscio di restituirgli la memoria della sua essenza; di riplasmarlo interamente e lo fa con una dovizia tale che ad un certo punto del romanzo non riconosce egli stesso l’essere che ha creato: voleva ritrovare il compagno perduto ed invece si riscopre con un individuo che va oltre le sue aspettative, i suoi piani. E sarà soltanto quando il neo-umano pur di eguagliare il vecchio sé stesso inizierà ad essere disprezzabile senza motivo che il protagonista si renderà conto di come in realtà avrebbe dovuto trattare il clone e cioè come un’entità a se stante con la quale avrebbe dovuto avere più pazienza, alle cui domande avrebbe dovuto rispondere con comprensione ed attenzione e non con sufficienza.
E mentre il lettore digerisce il “ritorno” del defunto ecco che una nuova morte si affaccia nella vita della già colpita famiglia: Lauren, la sprezzante sorellina minore, muore.
Cosa fare a questo punto? I debiti sono già molti però una nuova perdita – e di una figlia per giunta, la seconda a voler rincarare la dose, e nell’arco di pochi mesi, giusto perché altrimenti la sorte si sarebbe smentita (e come permetterlo, non sia mai!) – non è un qualcosa che si può ignorare. E zacchete! Ecco clonata anche la piccoletta.
Di nuovo, come nel caso del primogenito, i protagonisti del romanzo non si trovano dinanzi alla tagliente, disprezzante, arguta nanerottola bensì ad una perfetta ed educata ragazzina che dell’originale ha soltanto l’aspetto. Anche in questo caso gli occhi sono lo specchio dell’anima e le domande, le curiosità, i dubbi migliaia e migliaia. Sarà proprio il raffronto con il clone della sorella che permetterà a Mark II di prendere consapevolezza di sé, della sua condizione di “copia”. Rappresenterà, il suo strumento di coscienza.
Allontanato dal clone Phill riscopre la cristiana (tanto evitata) Kirsty, compagna di scuola dei ragazzi; ed è proprio con questa che prendono campo le sostanziali riflessioni sulle scelte adottate dai Self e sulle conseguenze che queste hanno veramente comportato.
Ma Farnell nulla risparmia al lettore che sul finale ha un altro colpo di scena seguito da un epilogo “aperto” in cui chi legge non può fare a meno di chiedersi: sino a che punto è lecito mentire? Qual è il limite entro il quale accettiamo che la menzogna sia parte della nostra esistenza? Quanto l’alterità è necessaria per formare la nostra identità? E’ accettabile restituire alla vita quel che essa stessa ha richiamato a sé?
Questa prima opera dell’inglese classe 1984 tutto sembra tranne che un componimento giovanile o tardo adolescenziale, è uno elaborato infatti che induce alla meditazione e che apre non poche discussioni sull’etica, la moralità, il vivere in sé per sé. Composto da una scrittura essenziale, ma non elementare, capace di giostrare gli stati d’animo dei diversi io narranti; il romanzo dà spazio a molteplici valori tra i quali spicca l’amicizia che sovrasta senza difficoltà – e leggendolo capirete il perché – quello della famiglia. Vi lascio con un breve incipit:
“Non c’era morte nella famiglia Self, non c’era il crescere e il vivere, non c’era alcun cambiamento. Solo un santuario dedicato a un passato perfetto che nessuno poteva ricordare e che probabilmente non era mai neanche esistito”.

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Consigliato a chi ha letto...
Il club dei padri estinti
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Commenti

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Vedo che il romanzo è piaciuto anche a te. Non so come hai preso "la sorpresa" finale. Io non molto bene. Come un pugno sullo stomaco.
In risposta ad un precedente commento
Mian88
19 Giugno, 2015
Ultimo aggiornamento:
19 Giugno, 2015
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Si caro Mario, mi è particolarmente piaciuto e ti sono ancora grata per la segnalazione. *.*
Il finale mi ha lasciato letteralmente e materialmente a bocca aperta. Non l'ho presa molto bene, e non mi sarei mai aspettata che quella persona - e tu sai di chi parlo - potesse arrivaread un tal gesto.
Credo che non esista definizione migliore del pugno dello stomaco per descrivere la sensazione provata dinanzi alla lettura della "sorpresa".
Tra l'altro mi sono procurata anche "il club dei padri estinti", mi sta già particolarmente incuriosendo. :D
Ti ringrazio anche per questo ottimo suggerimento,
Grazie ancora!
Ottima analisi; la clonazione umana è un argomento molto difficile da affrontare almeno ai tempi attuali; morale, religione, etica si scontrano e si riavvicinano in un dilemma che da una parte può portare estremo sollievo e dall'altra lascia tanti punti interrogativi sull'anima del clone. Come per tante altre situazioni, penso che nel futuro tale argomento sarà risolto e gli interrogativi saranno dimenticati. Grazie per la segnalazione. Ciao.
Ferruccio
In risposta ad un precedente commento
Mario Inisi
19 Giugno, 2015
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Allora preparati a un altro pugno nello stomaco.
Il tema è complesso e interessante. Il finale intrigante che avete prospettato mi attira... Grazie Maria e Mario!
Ciao, Maria. Il commento è molto bello. Il libro mi lascia interdetto (e dire che non conosco il finale !).
Rollo Tommasi
21 Giugno, 2015
Ultimo aggiornamento:
21 Giugno, 2015
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La complessità delle sensazioni ispirate dal libro si vede nella lunghezza della tua recensione (di solito, usi meno "spazio"). Sono d'accordo con te: la meditazione e le problematiche di stampo filosofiche ci sono tutte... Quanto manca a che tutti questi problemi diventino invece effettivi? Forse non molto...
In risposta ad un precedente commento
Mian88
23 Giugno, 2015
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grazie Ferruccio. Il tema della clonazione è un argomento "critico" se così si vuol definrie, non è facile da affrontare da nessun punto di vista e bilanciare i vari interessi non è facile.
Concordo con te, magari quando veramente gli scienziati riusciranno a metterla in atto, anche la problematica morale sarà risolta. :-)
Ciao e grazie ancora di avermi dedicato il tuo tempo
In risposta ad un precedente commento
Mian88
23 Giugno, 2015
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Lo sto leggendo Mario, sono circa ai 2/3 del romanzo e già sento insinuarsi il pugno.....
In risposta ad un precedente commento
Mian88
23 Giugno, 2015
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Grazie a te Annamaria! E' un piacere sapere di esserti stati d'aiuto! :-)
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