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Apnea
 
Apnea 2013-02-18 17:31:45 andrea70
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5.0
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    18 Febbraio, 2013
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Prigione senza sbarre

"Piove da mesi nella mia anima. E il sereno non è previsto".
Lorenzo è un giovane esuberante dal grande talento musicale, vive al massimo , sempre di corsa , alla ricerca di nuovi luoghi e di nuove emozioni.
Un giorno si schianta con l'auto e al risveglio la diagnosi è di quelle tremende : lesione alla colonna vertebrale, è tetraplegico, dai capezzoli in giù il suo corpo ha perso completamente sensibilità.
Questo è il suo racconto autobiografico, senza censure , senza pietismi o autocommiserazione, nel quale Lorenzo , che tra parentesi scrive molto bene, ricorda i primi momenti vissuti come in un sogno, la lenta e dolorosa rinascita, dove ad un passo avanti a volte seguono due passi indietro. Cercherà di scrivere una nuova storia per la sua vita da ora in avanti, con l'aiuto di una famiglia unita e numerosa, una compagna encomiabile per amore e sacrificio, tra momenti di gioia per le piccole grandi conquiste quotidiane e la speranza di una nuova miracolosa cura e la dolorosa accettazione del fatto che per ora una cura non esiste e forse non esisterà mai.
Da un ospedale specializzato in traumi vertebrali a Zurigo al ritorno a casa la strada è più lunga di quanto non dicano i kilometri.
La ferita più grande non è costituita dalle lesioni fisiche, dal non poter più suonare la sua adorata chitarra, è nell'anima, nella difficoltà di accettare di non essere più padrone del proprio corpo e delle proprie azioni, il sentirsi un peso per gli altri.
La battaglia più grande non sarà contro le barriere architettoniche e l'indifferenza degli altri , ma contro la propria incapacità di aprirsi, lui orgoglioso e attivo, abituato a non dover chiedere mai , si allontana anche da chi lo ama, è molto difficile entrare nei sentimenti di chi ha subito un simile trauma , comprendere veramente, anche l'amore a volte può non capire.
E' tremendamente difficile guardare il mondo con occhi diversi, quando si è guardati dal mondo stesso in modo diverso, anche le cene e le uscite con gli amici hanno un sapore amaro.
Essere costretto su una sedia a rotelle sapendo di non poter più fare tante cose fa male, ma in Lorenzo nasce il rimpianto di aver vissuto i momenti belli come su un treno lanciato in corsa, prestando poca attenzione a certi particolari e in qualche caso alle persone.
Lorenzo lotta ma cade nel baratro della disillusione, della depressione, pensa addirittura al suicidio , vissuto non come un atto vile di chi getta la spugna, ma una ribellione , un tentativo disperato e tragico di poter nuovamente decidere qualcosa della propria esistenza, se non i gesti della quotidianità almeno il suo termine.
Un libro da leggere, ben scritto, lucido, graffiante , un invito a lottare e a scegliere di vivere anche nell'impari battaglia contro il destino avverso.

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Commenti

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Che angoscia, che disgrazie...Bella recensione.
Andrea complimenti,si sente il tuo totale coinvolgimento in queste parole.
Amo molto questo tipo di biografie,sarò banale e forse egoista ma trovo che non solo ci ricordano di quanta forza ci sia dentro di noi,ma anche che finchè quella forza non sei costretto a tirarla fuori per una disgrazia del genere.....sei fortunato e te ne devi ricordare.Grazie della segnalazione,finisce dritta in wl.

18 Febbraio, 2013
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Concordo pienamente con Alessia, bella recensione...
Bella recensione, complimenti! Certo che queste disgrazie fanno riflettere e molto!! A volte i nostri problemi sono piccolezze, autentici moscerini, di fronte a situazioni tremende come queste.

19 Febbraio, 2013
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Parole sante Robbie, la recensione è talmente convincente che so' che questo libro non lo leggerò mai ! Sono troppo vigliacco quando si trattano certi argomenti...
gracy
19 Febbraio, 2013
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Bravo, la Fandango pubblica sempre bei libri :)
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andrea70
19 Febbraio, 2013
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A volte bisogna leggere queste cose per purgarsi da tutte le fisime e i finti problemi, certo ci vuole un Coraggio con la maiuscola per affrontare simili situazioni, sono vicende che incutono paura è vero, ci si sente impotenti e indifesi contro il destino.
In risposta ad un precedente commento

19 Febbraio, 2013
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@ Andrea, hai visto "One million dollar baby"? Ecco io gli ultimi 10 minuti non li riesco a guardare!
In risposta ad un precedente commento
andrea70
20 Febbraio, 2013
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Si l'ho visto, anche per me quegli ultimi minuti furono tremendi, dalla fine del match al gesto disperato dell'allenatore. Non l'ho più visto in effetti, forse era tutto "troppo" .
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