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Avevo 12 anni, ho preso la mia bici e sono partita per andare a scuola...
 
Avevo 12 anni, ho preso la mia bici e sono partita per andare a scuola... 2015-09-25 11:20:21 Pupottina
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5.0
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Piacevolezza 
 
4.0
Pupottina Opinione inserita da Pupottina    25 Settembre, 2015
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Sabine e la su prigionia a Marcinelle

Purtroppo è tutto vero quello che si legge in questo libro, testimonianza delle sofferenze patite e degli abusi fisici e psicologici subiti da Sabine Dardenne, durante la prigionia nel covo del "mostro di Marcinelle".
È un romanzo autobiografico che documenta con sconvolgente incisività un'esperienza tanto terribile quanto reale. Inizia tutto con semplicità: in una giornata di sole, come ogni giorno, una ragazzina di dodici anni esce di casa in bici per andare a scuola, con il solo cruccio di una banale incomprensione familiare che le provocherà sensi di colpa, durante gli ottanta giorni di prigionia, nel covo sotterraneo di Marc Dutroux.
Ma Sabine non ha nessuna colpa. È soltanto diventata una delle vittime del pedofilo Marc Dutroux.
Sabine viene tenuta prigioniera in una antica cisterna per l'acqua, una tomba di cemento con un limitatissimo spazio vitale. La sua unica consolazione è avere con sé il suo zaino di scuola con le matite e i quaderni che le danno una parvenza di normalità al centro dell'orrore che vive. Marc Dutroux, già condannato a 11 anni per violenza su minore e rilasciato dopo soli 2 anni per buona condotta, la fa uscire dal covo solo per abusare sessualmente di lei.
Dutroux, però, non è solo un pedofilo, ma è anche un assassino sadico. Altre ragazzine, infatti, sono già morte per mano sua. Ma Dutroux è anche un manipolatore, che convince le sue vittime di volerle proteggere da un fantomatico "capo", che farebbe con loro cose indicibili, peggiori di quello che fa lui. È davvero un mostro.
Dopo la liberazione di Sabine e di Laetitia, la sua compagna di prigionia, durante gli ultimi 3 giorni, vengono trovati i corpi di altre quattro bambine, vittime del mostro, lasciate morire di inedia e seppellite in un terreno di proprietà.
È un libro che ti lascia scioccata, proprio perché sai che tutto quello che viene raccontato è vero. Molto di più poteva essere fatto per impedire che le fantasie di Dutroux diventassero realtà.
Sabine Dardenne è stata coraggiosissima nel voler raccontare la sua terribile esperienza.

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Commenti

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Non credo che ce la farei a leggerlo.
siti
25 Settembre, 2015
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Penso sia fondamentale che le vittime raccontino.
Incredibile: stavo per scrivere un commento e mi sono accorto che Mario ha già scritto esattamente - intendo, con le stesse parole - ciò che stavo per scrivere. Siamo già in due a non farcela.
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