L'eretico L'eretico

L'eretico

Letteratura italiana

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Firenze, 1497. L’erede del pensiero di Pico, Ferruccio de Mola, è costretto a combattere ancora una volta, per salvare ciò che gli è più caro: la moglie Leonora. Soltanto lui, anche contro la propria volontà, può impedire che un mondo intero crolli su se stesso. Perché dal lontano Oriente, un anziano monaco e una giovane donna hanno intrapreso un viaggio che li condurrà nel cuore della città eterna. E portano con loro anche un libro misterioso, antico e potente. Un libro che contiene una parola dimenticata, una verità da sempre nascosta con la forza. La verità dell’uomo più importante dell’intera storia umana.



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L'eretico 2014-01-14 10:34:04 Barbara
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Opinione inserita da Barbara    14 Gennaio, 2014

Mi aspettavo di meglio

Nelle note finali Martigli si scontra, anche giustamente a mio modesto parere, contro Dan Brown e autori simili; i quali tentano di far passare per vere le teorie esposte nei loro romanzi.
Peccato che faccia lo stesso anche lui. Notizie su Gua Li e Ada Ta in ete ne trovo pochissime e quasi sempre legate al romanzo di Martigli; magari Gesù, durante gli anni sconosciuti della sua vita, si recò davvero in estremo oriente, apprese davvero tecniche orientali. Ma quali prove certe ci sono di questo?
Tra le teorie esposte da Martigli e il presunto Priorato di Sion davvero non vedo differenza.
Riguardo l'omicidio di Juan Borgia, poi, nei romanzi storici ho letto le più svariate ipotesi, ma che il mandante sia proprio lo stesso Rodrigo Borgia non ha proprio senso.
Romanzo da leggere per curiosità ma più come racconto fantastico.

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Jeanne Kalogridis, Sarah Dunant, le sorelle Martignoni e i vari romanzi storici sui Borgia
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L'eretico 2012-12-26 22:21:42 rakovic
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rakovic Opinione inserita da rakovic    27 Dicembre, 2012
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inutile e incolore

L’eretico è il seguito di “999 l’ultimo custode”, un libro che per lunghi tratti mi era piaciuto molto, pur zoppicando nel finale. Ero quindi ansioso di leggere cosa accadesse dopo e la delusione è stata grande.
L’eretico, un mattone di circa 500 pagine, si svolge nella Firenze di Savonarola descritta (anche bene, devo dire) in contemporanea con la Roma di Alessandro VI. Nella storia piombano come paracadutati due monaci tibetani (!) che narrano quanto accaduto a Gesù nel periodo tra i 12 ed i 30 anni, cioè la parte della vita di Cristo che non viene raccontata nei vangeli. Il Messia sarebbe stato rapito in Palestina a 12 anni, trasportato in oriente dove avrebbe appreso tutti i segreti dei monaci tibetani e quindi sarebbe ritornato in patria accompagnato da un figlio, per nostalgia del passato; qui sarebbe andato incontro alla storia che sappiamo culminata nella crocefissione, ma nel racconto dei monaci Gesù non muore sul Calvario: durante il soggiorno in Tibet avrebbe appreso la capacità di cadere in catalessi e quindi niente resurrezione: se ne va tranquillamente a morire in Oriente dove si trova ancora oggi la sua tomba.

Non proprio blasfemo , ma quantomeno fuori dalle righe anche se questa storia fa comunque parte di alcune credenze popolari orientali.

Tutto è imperniato sul racconto dei monaci; gli intrighi dei Borgia, il personaggio di Savonarola, la carriera repentina di Giovanni de Medici, tutto resta sullo sfondo.
La narrazione non decolla mai , la trama è labile e la noia la fa da padrona: si ha proprio l’impressione che si faccia di tutto per allungare la minestra e così abbondano le parti descrittive a scapito di qualsiasi sussulto, colpo di scena o scena di azione. Da evitare.

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L'eretico 2012-01-24 21:44:04 Giuseppe
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Opinione inserita da Giuseppe    24 Gennaio, 2012

Un brutto scivolone per la casa editrice

Quello che ho scritto alla Longanesi.

Egregi Signori,

se il libro di cui scrivo fosse stato pubblicato da un editore qualsiasi avrei storto il naso, avrei chiuso il volume e me ne sarei dimenticato.
Ma chi può vantare diversi Nobel fra i propri autori, non può permettersi errori così madornali.
Ecco perché ho deciso di scrivervi.
Parlo de "L'ererico", di Carlo A. Martigli.
Ho comprato il libro perché, tra le altre cose, si definiva "storico" e mi incuriosivano le vicende che narrava. Non avevo mai letto nulla dello stesso autore.
Pur con scarsa fluidità, sono arrivato al dodicesimo capitolo, un po' deluso dall'improvvisa comparsa dei templari (di questi signori ormai se ne parla anche nei libri di cucina).
A pagina 90 però, la prima del tredicesimo capitolo, c'era un errore ingiustificabile:
[...]
Come c'era un tempo per per morire e uno per vivere, così un tempo delle armi e uno delle arti, amava dire parafrasando il sacro Pentateuco.
[...]
Se posso sorvolare sull'ignoranza dell'autore sulle Sacre Scritture (farebbe però meglio a non citarle), è per me inspiegabile che nessuno, prima della pubblicazione, si sia accorto del grossolano errore.
Pensavo che un libro prima di essere pubblicato venisse letto da infallibili eruditi. Probabilmente mi sbagliavo.
Se c'è un modo per chiedere un rimborso o una sostituzione, vi prego di farmelo sapere.
Vi saluta cordialmente il vostro deluso lettore

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