La signora delle camelie La signora delle camelie

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ALI77 Opinione inserita da ALI77    09 Mag, 2021
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UN CLASSICO CHE NON MI HA CONQUISTATA

Questo romanzo è stato scritto da Alexander Dumas figlio nel 1848 e racconta dell'amore tra Marguerite Gautier e Armand Duval. Lei è una cortigiana, la più ambita della città di Parigi e lui è un giovane di buona famiglia, immaturo e viziato.
Marguerite è una donna giovane, elegante e affascinante che vive negli agi e nella dissolutezza, la prima volta che incontra Armand, lo trova ingenuo e inesperto e si prende gioco di lui.
Ma dopo alcuni anni i due si rincontrano e si innamorano e la protagonista cerca di vivere la loro storia, di cambiare per l'amore che sente per l'uomo, però incontrerà moltissimi ostacoli.
A fine lettura ho trovato molti punti interessanti su cui riflettere però questo libro è un romance scritto nell'Ottocento e ho trovato la narrazione fin troppo sdolcinata e melensa.
L'autore sceglie di raccontare la storia attraverso ricordi e lettere da parte di un narratore che ha conosciuto solo di vista Marguerite.
Quello che ho apprezzato di meno di questo libro è la costruzione dei personaggi, quasi tutti risultano antipatici e l'autore racconta questa storia con semplicità, la narrazione risulta molto scorrevole anche se la trama è molto essenziale.
La protagonista Marguerite non mi ha colpito e mi ha lasciato perplessa, ha sicuramente bisogno d'amore ma lo nasconde, dietro una maschera di donna cinica e superficiale. Anche se cerca nel corso della storia di cambiare non ci riesce mai del tutto rimanendo attaccata alla sua frivolezza, al suo bisogno di denaro. In realtà vorrebbe tornare ad essere la fanciulla ingenua, sincera e semplice che era da piccola.
Marguerite, in alcuni punti sembra cambiare, però non lo fa mai davvero rimane sempre una cortigiana dedita ai vizi e alla vita dissoluta; è una donna complessa, sembra forte ma non lo è, mi sono chiesta anche se fosse veramente innamorata dell'uomo.
Armand, è un uomo ipocrita, debole, immaturo che fa parte della borghesia del tempo e lo considero il peggior personaggio dell'opera. E' un uomo infantile, la gelosia lo porta a fare delle stupide ripicche, è insipido e alcune volte il suo comportamento non ha alcun senso.
Il padre di Armand non è da meno, è un finto puritano che accetta e chiude un occhio davanti ai vizi degli uomini dell'epoca, seppur tutto avvenga con discrezione. Giustifica il figlio e condanna la protagonista.
Il tema principale del romanzo è la donna perduta, l'autore non esprime un giudizio morale, descrive la società dell'epoca, ma c'è una sorta di compassione verso quelle donne che comunque sono degli esseri umani.
Marguerite è un personaggio che nonostante io non sia riuscita a capire del tutto, è così potente e interessante che da sola regge l'intera storia.
Non ho mai creduto a questa storia d'amore, per Armand è sicuramente una passione passeggiera, un capriccio, l'uomo è talmente egoista, immaturo e privo di coraggio che non sa amare un'altra persona e pensa solo a se stessa e alla propria immagine. Si sente ferito nel suo ego maschile e non pensa mai a una volta a cosa provi Marguerite.
Questo libro insegna anche come gli uomini non possono cambiare in nessun caso e per nessun motivo.
Una storia che non mi ha colpito particolarmente, durante la lettura non ho apprezzato questo "finto" amore raccontato con fin troppa dolcezza.

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Innamorata Opinione inserita da Innamorata    30 Dicembre, 2019
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Un cuore d'eccezione

“Per quali strade si incammina e quali ragioni si dà il cuore per arrivare dove vuole andare!”

Innamorata di questa storia.
Innamorata delle poesia, dell’eleganza e anche della dissolutezza di Marguerite.
Pazza di Parigi, persa negli Champs-Elysées, colpita dalla verità dei sentimenti dei protagonisti.
Come posso descrivere questo libro se non come un capolavoro che non mi capacito di non aver letto prima?
Sarà perché sono un amante di queste storie, di dialoghi intensi, di una scrittura preziosa e suggestiva come quella di Alexandre Dumas.
“- E’ all’incirca in questo periodo dell’anno, e la sera di un giorno come questo, che ho conosciuto Marguerite - disse Armand ascoltando i propri pensieri ”.
Marguerite Gautier splendeva nei teatri di Parigi, nelle sale da ballo e ovunque ella si trovasse. La sua era una luce d’eccezione, come lo è la sua storia. Era famosa per la vita lussuosa che conduceva, grazie a numerosi uomini che la mantenevano. La società moderna è fondata sugli scambi di denaro e Marguerite entra nei suoi meccanismi con il proprio corpo, bello per natura. Il suo corpo è come una merce esposta al quale, per esempio, le camelie rosse una volta al mese negano ogni accesso.
Armand in pochi battiti di ciglia cade sotto il suo incantesimo e non è in grado di resisterle.
Il loro amore è unico. I momenti trascorsi insieme indimenticabili.

Consiglio veramente la lettura di questo romanzo, su cui si basa poi la Traviata di Giuseppe Verdi: “ Un destino musicale paradossale per Marguerite, che nel romanzo prova e riprova al pianoforte un valzer in cui non riesce a superare un diesis che le nega una momentanea armonia assoluta con il mondo.”

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Tomoko Opinione inserita da Tomoko    25 Febbraio, 2019
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Amore morboso e sincero

È un classico della letteratura francese scritto da Alexandre Dumas figlio ed è ambientato nella sfarzosa Parigi dell’Ottocento.
L’autore vuole evidenziare che non è un racconto ma un fatto accaduto e l’ha voluto trasporre in libro per raccontare quanto forte possa essere il sentimento chiamato amore.
All’interno del racconto Dumas conosce il signor Armand Duval, il quale, disperato, gli racconta la storia d’amore tra lui e una cortigiana e mantenuta chiamata Marguerite Gautier che purtroppo è ammalata di tisi polmonare.
L’inizio della narrazione ti porta a voler scoprire di più:
Armand, accompagnato da Dumas, vuole riesumare il cadavere della sua amata per darle una degna sepoltura.
Al momento del riconoscimento del cadavere, Duval quasi sviene a causa del macabro spettacolo.
E’ però l’unico capitolo in cui si rimane sconvolti, il racconto poi riprende lento e a parer mio, un po’ troppo.
La storia riparte con un flashback dove Armand racconta come conosce Marguerite e se ne innamora all’Operà.
Sono rimasta stupita dall’intelligenza della signora delle camelie che ha bisogno ed accetta un amore puro e non a pagamento nonostante ne avesse bisogno per sostenere il proprio stile di vita.
Purtroppo Armand, che ama con forza, gelosia e morbosità, non accetta che lei debba pur mantenersi ed intrattenersi con altri uomini.
Questo è un amore impossibile, pieno di difficoltà, è però un amore sincero, i due non riescono a fare a meno l’una dell’altra.
La trama è piena di sentimentalismo, ho apprezzato l’intelligenza e la purezza della protagonista, l’ho ammirata d’avvero. Ma il carattere di Armand mi è diventato quasi insopportabile, chi vorrebbe mai un uomo così innamorato tanto da diventare persino morboso?
Può piacere a chi ama le letture romantiche, questo libro ne è un illustre rappresentante, ma così tanta drammaticità non fa per me.

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Cathy Opinione inserita da Cathy    26 Novembre, 2018
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Un mito moderno

La tragica e lacrimevole vicenda della cortigiana Marguerite Gautier, che vive un’appassionata storia d’amore con il giovane Armand Duval e infine sacrifica se stessa e il loro amore nel nome delle convenzioni sociali e del proprio riscatto morale, è indubbiamente nota a tutti, grazie anche alla consacrazione ricevuta da Giuseppe Verdi, che nel 1853 si ispira al dramma che lo stesso Alexandre Dumas ha tratto dal proprio romanzo per una delle sue opere più celebri e amate, "La Traviata".
Fin dalla sua prima apparizione, però, nel 1848, il romanzo riscuote un successo clamoroso tra il pubblico, conquistato da una storia d’amore ricca di passione, lacrime e contrasti e da una protagonista femminile che vive nel vizio per anni fino a minare la propria salute e poco prima di morire si redime rinunciando all’amore per Armand per il bene del giovane e della sua famiglia, che sarebbero entrambi irrimediabilmente rovinati da una relazione con una cortigiana.
Nei primi decenni dell’Ottocento la rappresentazione seria del quotidiano ha ormai fatto il proprio ingresso nel romanzo, portando all’imposizione di quella forma narrativa che gli inglesi definiscono novel e che racconta la vita quotidiana di persone comuni. Rendere interessante la realtà quotidiana, però, non è semplice e fino alla metà del secolo la rappresentazione del reale avviene per lo più in forma melodrammatica. Si sviluppa infatti una tipologia di romanzo definito “melodrammatico”, poiché subisce appunto l’influenza del melodramma, genere popolare basato su scene madri, contrasti forti, episodi sensazionali. Nel romanzo melodrammatico i protagonisti sono figure particolari e fuori dal comune che spesso incarnano lo contro tra forze universali, mentre le trame sono ricche di contrasti forti, passioni intense, scontri decisivi, coincidenze e agnizioni. Tutto questo si ritrova infatti in "La signora delle camelie", romanzo larmoyant con un tocco di gotico che vede due protagonisti dai sentimenti puri e intensi scontrarsi con un mondo dominato dagli interessi economici, dai pregiudizi, dall’egoismo, e tentare di innalzarsi al di sopra delle sue bassezze, al punto che la cortigiana Marguerite mostra, con il suo comportamento e il suo sacrificio, di possedere una saldezza morale, una generosità d’animo e una maestosità interiore del tutto sconosciute non solo alle sue colleghe, ma anche e soprattutto alle meschine, giudicanti signore borghesi che dopo la morte di Marguerite affollano il suo splendido appartamento con il naso all’aria e ammirano i ricchi ninnoli messi all’asta per soddisfare i creditori, ansiose di gettare uno sguardo su un mondo a loro precluso che le incuriosisce e le ripugna al tempo stesso. Dunque la trasposizione in forma melodrammatica non fa che esaltare pienamente la natura più profonda del romanzo e forse è per questo che esso riceve la consacrazione definitiva proprio con La traviata, diventando quasi un mito moderno, quello dell’amore puro e sincero che nel mondo corrotto e meschino degli uomini è inesorabilmente destinato a perdere.
La storia di Armand e Marguerite, inoltre, è basata su una vicenda autobiografica, l’amore infelice tra il giovane Alexandre Dumas e la cortigiana Marie Duplessis, morta di tisi come Marguerite, e molto spesso emergono dal racconto il dolore e il sentimento autentico provato dall’autore, rendendo la lettura particolarmente intensa e coinvolgente.
Chi ama la letteratura ottocentesca è inevitabilmente catturato dalle atmosfere eleganti in cui si muovono i personaggi, dalla descrizione degli abiti e dei gioielli di Marguerite, della sua casa piena di tesori, di cene, balli e serate a teatro, come un dipinto delicato, ma ricco di dettagli, che porta con sé il lettore nella Parigi scintillante di metà Ottocento e che costituisce uno dei punti di forza del romanzo. Peccato che l’eccesso di lacrime e di sentimentalismo, sebbene richiesto dal genere larmoyant e dalla forma melodrammatica, sia a tratti un po’ pesante e ci si chiede come sia possibile che i protagonisti non muoiano per disidratazione, dal momento che trascorrono più di metà del romanzo a piangere l’uno per l’altra.
Armand e Marguerite, tuttavia, sono ben caratterizzati ed è apprezzabile la complessità con cui l’autore tratteggia la psicologia della protagonista, divisa tra il desiderio di cambiare e redimersi e il richiamo che la vita di lussi e divertimenti continua ad esercitare su di lei, tra l’amore per Armand e la consapevolezza che esso lo distruggerà, ma nel compiere il sacrificio finale, rinunciando a lui, tornando allo stile di vita dissoluto e aggravando così la malattia che la porta alla tomba, assume quasi i tratti di una santa (non a caso quando il padre di Armand scopre che Marguerite intende lasciare libero il giovane, le dice che lui e sua figlia la ricorderanno per sempre nelle loro preghiere) e finisce con il diventare abbastanza insopportabile.
Questi elementi guastano un po’ il piacere della lettura a chi non ama eccessivamente le storie d’amore strappalacrime e i personaggi in odore di santità, ma il contesto della Parigi ottocentesca merita molto e nel complesso si tratta di un romanzo piacevole e appassionante, una tappa obbligata per chi ama i grandi classici del XIX secolo.

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siti Opinione inserita da siti    11 Mag, 2017
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NON FA PER ME

Congedo le ultime pagine del romanzo con un senso di profonda delusione . La fortuna letteraria dello scritto amplificata dalla trasposizione teatrale e poi operistica non è , a mio avviso, garanzia di qualità letteraria , anzi l’esito stilistico del romanzo è alquanto banale e sempliciotto, infarcito del disturbante, per me, leit-motiv, dello spessore umano presente anche nella cortigiana. Dumas figlio, vittima fra tanti della nota Marie Duplessis, mantenuta particolarmente abile a dilapidare patrimoni di giovani rampolli altolocati, ha avuto forse il merito di sbirciare nelle ipocrisie dell’epoca da lui vissuta e di rappresentare in modo gradevole lo scenario parigino, di creare una sorta di mito al femminile, di edificare e nobilitare il sentimento da lui provato ma nulla più. Mancano ad un impianto narrativo basato su una lunga analessi gli inserti necessari per arricchire l’animo del lettore oltre l’ovvietà, la stessa tensione narrativa è discontinua e la scrittura è stata scarsamente incisiva a livello emotivo. Buona la capacità espressiva nel descrivere il dato oggettivo: un cadavere ( la pagina più bella del romanzo), un viso, un ambiente, fumosa la rappresentazione degli stati dell’animo, le corde del cuore han vibrato solo negli scambi epistolari finali. Peccato!

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lapis Opinione inserita da lapis    26 Novembre, 2016
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Indimenticabile

Leggiamo tanti libri. Alcuni li dimentichiamo dopo qualche tempo, altri ci lasciano un ricordo più o meno sbiadito. Ma ci sono letture davvero speciali che, quando si incontrano, fanno scattare una scintilla che rimarrà per sempre indelebile nella memoria. Sono libri capaci di parlare la voce del cuore, di emozionare al punto da farti versare lacrime vere, di dare vita alla magia della narrazione.

Perché qui non stiamo semplicemente leggendo la storia di Marguerite Gautier, la stiamo vivendo.
Per qualche ora diventiamo una della più belle cortigiane della Parigi di fine Ottocento.

Nel lusso e nella dissolutezza con cui conduciamo la nostra vita la gente vede ambizione. Nel nostro atteggiamento fiero e dispettoso leggono superbia. Nello stuolo di corteggiatori inebriati dal profumo di voluttà, che ci guardano come fossimo un trofeo da conquistare o un gioiello da esibire, vedono amore. Mentre nella nostra vita c’è in fondo solo una gran solitudine perché siamo circondate da gente che prende sempre più di quanto dà e nelle nostre orecchie rimbomba costante il ticchettio dell’orologio a ricordarci che, quando la bellezza sfiorirà, un amaro destino ci attende. E allora ebbrezza, divertimenti e apparente distacco sono il solo modo per fingere di non capire e illuderci di dimenticare. Invece sappiamo fin troppo bene quali sono le regole del gioco e il prezzo della donna sul mercato.

Eppure un giorno, mentre tossiamo sangue, un uomo ci prende la mano e versa una lacrima per noi. Allora, contro tutti i calcoli e le leggi a cui sappiamo di doverci asservire, per una volta, crediamo di poter vivere anche noi un amore sincero, un sentimento non mercenario. Abbassiamo la guardia, concedendoci addirittura l’illusione di un futuro diverso.

Accanto all’idillio dell’amore però ricompare la materialità: i creditori che bussano alla porta, il pregiudizi della società borghese che si infiltrano nell’esistenza, la rispettabilità della famiglia che viene a chiedere rispetto. E imporre un sacrificio: scegliere di regalare la libertà, di rinunciare definitivamente a ogni speranza, di trovare la dignità per affrontare l’odio di chi si ama e la forza per non tornare indietro.

Le guance si bagnano così delle lacrime di Marguerite. Piangiamo per il suo dolore, la sua solitudine, il suo triste destino.

E’ vero che il fascino di questa lettura è innegabilmente legato alle romanze della “Traviata” di Giuseppe Verdi, che ha saputo regalare ulteriore struggimento a questa storia d’amore. Ma credo che la particolare alchimia che questo romanzo è in grado di creare non dipenda né dalla musica meravigliosa che fa da eco alle parole, né dallo stile elegante e poetico, né dalla morale in esso racchiusa, ma dalla capacità di rendere verità la finzione. Nessuno sa quanta parte di sé e della propria passione per la cortigiana Marie Duplessis Dumas abbia inserito in questa storia, ma di certo Marguerite è un personaggio vero, memorabile e intenso capace di entrare nel cuore e rimanervi per sempre.

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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    16 Febbraio, 2016
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Un solenne inno all'amore

Impossibile per me spiegare la bellezza di questo libro nelle limitate parole di una recensione, a meno che questa non risulti oltremodo lunga o prolissa, e questo libro non lo meriterebbe. Proverò comunque a farlo brevemente.
Quello che posso dirvi con certezza è che Dumas deve aver provato un amore simile a quello che descrive, perché le emozioni che si provano leggendolo sono spaventosamente vivide e toccano il cuore per davvero.
L'amore tra Marguerite e Armand è qualcosa di meraviglioso.
In un'epoca in cui l'amore sincero, intenso, passionale, irrefrenabile e puro sta cadendo tristemente nell'oblio per lasciare spazio all'ego in tutte le sue sfumature, questo libro andrebbe letto da tutti. Anche soltanto per discernere cosa sia davvero questo quasi accantonato sentimento chiamato amore, e se davvero vale la pena sacrificarlo il nome del materialismo e dell'affermazione di sé.

Marguerite è la signora delle camelie, una mantenuta. Una prostituta d'altri tempi, per meglio intenderci, non abituata ad amare ma a donare il proprio corpo ad amanti che ne sostengono la vita lussuosa.
Ammalata di un grave male che pare spingerla troppo giovane verso la tomba, ella scopre improvvisamente l'amore in Armand Duval, un giovane per nulla ricco ma di buon cuore che per lei perde la testa. L'amore la travolge come una gigantesca onda alla quale non può sottrarsi. Un amore che diventa l'unica ragione per esistere, che tutto il resto, per quanto possa brillare, non potrà mai farlo quanto quel sentimento così nobile. Tutto il resto è sacrificabile e null'altro è più necessario se non la persona amata, e quanto è dolce perdersi in questo bisogno inarrestabile!
La felicità prende possesso della vita, i colori sembrano più intensi così come i profumi, e ogni suono diventa una splendida melodia.
Ci si rende davvero protagonisti della propria vita, e gli unici momenti che rimarranno indelebili nella memoria saranno quelli passati accanto alla persona che di quell'amore è la fonte. Anche le cose semplici diventano ricche di significato. Un bacio, una parola, le dita delle mani che si sfiorano prima di intrecciarsi immancabilmente.
Si arriva ad amare al punto che si è pronti a sacrificare questo amore che ci rende felici per il bene della persona amata. Ma si può fare davvero del bene con un sacrificio così estremo? O ci si sta solo facendo influenzare da ciò che questo mondo triste e grigio considera erroneamente importante? L'amore basta a sé stesso, e se ci si trova a dover fare una tale scelta è solo perché abbiamo lasciato che cose esterne ad esso lo contaminassero. È così che gli amori più meravigliosi finiscono, o meglio, si corrompono.
Denaro, vantaggi, fama, ego. Ma davvero possono renderci felici a tal punto?
Chiedetelo a Marguerite Gautier, chiedetelo ad Armand Duval. La loro commovente risposta verrà ascoltata dal vostro cuore, ed egli risponderà a voi, o meglio, proverà a farlo capire a quell'inflessibile e sciocco organo pensante che è nel vostro cranio, ma che in certe occasioni starebbe meglio altrove.
Quando finalmente capiremo che siamo stai fatti principalmente per amare, forse riusciremo a vivere in un mondo che sia davvero migliore.

"Quando penso che potrei non morire, che voi potreste tornare, che io potrei rivedere la primavera, che potreste amarmi ancora e che potremmo ricominciare la vita dell'anno scorso: che pazza che sono! È con fatica che riesco a reggere la penna con la quale trascrivo il sogno insensato del mio cuore. Qualunque cosa accada, io vi amavo tanto, Armand, e sarei morta già molto tempo fa se non ci fossero a sostenermi il ricordo di quell'amore e una vaga speranza di rivedervi ancora accanto a me."

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Bruno Izzo Opinione inserita da Bruno Izzo    06 Luglio, 2015
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Le quote rosa

In estrema sintesi, “La Signora delle Camelie” è una grande storia d’amore, una delle più belle storie d’amore mai scritte, una commovente intensa storia d’amore vissuta dai giovani Armand e Margherita, ma in particolare è la descrizione magistralmente esatta, accurata, veritiera della sublimazione, della devozione, della coerenza dell’amore di una donna verso il proprio compagno, indica quali vertici può giungere l’amore di una donna, l’amore di tutte le donne verso il proprio compagno, in diretta contrapposizione invece all’uomo e alla sua frequente superficialità, volubilità d’animo e di umori, all’egoismo espresso spesso in una smania di possesso assoluto e totale dell’altra persona, dimenticando che l’amore è condivisione e non assolutismo.
Perché esiste, lo si voglia o meno, una sottile ma profonda distinzione in base al genere: le donne amano, e niente altro, e tutto ruota intorno al bene dell’amato; gli uomini invece si innamorano, e la loro amata deve ruotare esclusivamente intorno a loro.
E questa semplice verità viene sottolineata e ribadita dalla persona stessa di Margherita, è una giovane donna alquanto diversa dalle sue coetanee, ma come lo stesso Dumas ricorda nel rigo finale del romanzo, se la storia narrata, di per sé semplice, non fosse però fuori dall’ordinario, non sarebbe valsa la pena di raccontarla.
“La signora delle Camelie” è Margherita Gautier, è la storia raccontata di una donna che si fa amare da tanti ma ama uno solo, che è ambita, richiesta ed usata nel corpo da tanti ma appartiene davvero, compiutamente, intensamente ad un solo uomo, l’unica che lei ama, il solo ad essere davvero innamorato di lei. Margherita è il prototipo dell’amore, sic et simpliciter: dalla Venere dell’Olimpo greco alla Pretty Woman del cinema di oggi, la dama delle camelie ama come solo una donna può fare. Per sensibilità, per istinto, per cuore, per dna, solo le donne interpretano nella sua vera essenza la parola Amore: tale concetto, semplice in sé, è rafforzato proprio dal fatto che Margherita è diversa dalle altre donne della realtà ordinaria, perché Margherita è una cortigiana, una mantenuta, una ragazza allegra, insomma quella che oggi le recenti vicende simil-politiche italiane ci hanno insegnato a definire una “escort”. Le escort appartengono a tutti, ma anche le escort, quando si innamorano, amano come solo una donna sa fare, e l’uomo amato è realmente l’unico uomo degno della loro totale devozione.
Margherita è una celebrità nel suo campo, famosa e sempre presente nei posti migliori dei più celebri teatri parigini con tre ornamenti: il binocolo per osservare l’opera, raramente usato intenta com’è a rispondere ai saluti ed agli sguardi d’invidia, di omaggio, di adulazione dei membri d’ambo i sessi della buona società parigina; un sacchetto di dolci, in genere uva candita, che i suoi ferventi ammiratori fanno a gara di procurare negli intervalli delle rappresentazioni, ed un mazzo di camelie, i suoi fiori preferiti, che la caratterizzano: perennemente bianchi, solo rossi durante i giorni del ciclo mestruale, a simboleggiare i giorni di disponibilità al meretricio.
Dunque, una delle più conosciute ed apprezzate accompagnatrici della Parigi della metà dell’800, una ragazza sorridente, perennemente sorridente, presa dai vortici di feste, spettacoli, prime teatrali, malgrado la tisi di cui è affetta, protagonista assoluta della vita mondana della capitale francese, corteggiatissima, desiderata ed ambita da tantissimi, invidiata e imitata nell’abbigliamento, nella toeletta, insomma una protagonista trendy della jet-society dell’epoca, mantenuta nell’agio, nello sfarzo e nella ricchezza dal miliardario di turno a cui concede certamente i suoi favori, ma spesso, assai spesso, facendolo disperare, indispettire, rifiutandolo e umiliandolo.
Perché Margherita si vende per vivere, sì, e per vivere bene, sfruttando la propria bellezza, la propria gioventù, l’avvenenza, la sua contagiosa gioia di vivere e di divertirsi; le circostanze della vita l’hanno costretta a vendersi, e tuttavia ella non rinuncia alla propria indipendenza di pensiero e di agire, non vende che il proprio corpo, non già la propria anima e meno che mai il proprio cuore, ella può essere di tutti ma non appartiene a nessuno che non sia lei a scegliere.
Margherita non è una donna viziosa, ma è una donna costretta a vivere, suo malgrado, con il vizio, per il tramite di una vita licenziosa da mantenuta, perché solo questa opportunità la vita le ha concesso; ma ella non piange, non si commisera, non recrimina, prende quanto di bello e buono trova in questa vita perché sa perfettamente, ed in concreto, quanto peggio potrebbe essere l’esistenza.
Margherita è una donna reale perché è una donna pratica, accetta la vita per come è e non come potrebbe essere. Come tutti, vorrebbe tutt’altra vita, vorrebbe una vita normale, essere magari casta e pura e vivere per un solo amore, costruirsi una famiglia, dei figli. Così non è stato, ed ella si prostituisce per vivere: non ne fa una tragedia, semplicemente ne prende atto, però in qualche modo riesce ad evitare di insozzarsi, è una mantenuta molto richiesta, ma lo è più per il suo ridere, il suo saper essere di compagnia, la sua voglia di vivere, il suo amore vero e genuino per la vita che per i suoi favori. Margherita sa perfettamente di essere condannata a vita breve dalla tisi che l’affligge, vita che sarà maggiormente abbreviata dagli stravizi a cui il suo stile di vita la costringe, non ne fa un dramma, non è incosciente, con semplicità vive, prova a vivere al meglio delle sue possibilità.
Margherita non è richiesta tanto per il piacere che procura, ma per la gioia che concede.
Ma ecco che Margherita si innamora: non di un giovane particolarmente bello, certo non è affatto immensamente ricco come gli altri suoi spasimanti, ma ha qualcosa che lei come donna apprezza di più di ogni altra ricchezza o lusso o gioiello, ha sentimento, ha interesse per lei come persona e non come, o solo come corpo, ha un cuore che trepida e soffre per lei, soffre sinceramente perché desidera essere amato da lei…e queste sono cose che Margherita apprezza, si commuove, sono le sole cose che una donna, qualsiasi donna desidera per davvero. Margherita stessa lo dice chiaramente: se gli uomini sapessero quanto più potrebbero ottenere dalle donne con una sola lacrima che con ricchi gioielli!
Per questo lei si decide, abbandona senza indugio agi e ricchezze, e dona quanto di più prezioso è in lei, la sua anima, ad Armand, Margherita ama e amerà fino alla fine solo Armand, sarà solo sua, come sempre lo era stata. Anche a sua insaputa.
Ma l’amore vive nella vita reale, e Margherita conosce bene la vita, vede ciò che Armand non vuole vedere. Margherita ama nella realtà, vede bene anche se innamorata, Armand è innamorato, ma dall’amore si fa accecare. Non vede oltre, non sente ragioni.
Perciò Margherita ci prova a togliergli le bende dagli occhi, gli fa capire che l’amore non cancella la realtà, la rende tollerabile ma non elimina la verità dei fatti, con la vita reale i conti vanno fatti, prova a fargli vedere che lei è Margherita Gautier, e chiunque passi per strada può essere qualcuno che con lei si è accompagnato, e può dirlo, può sorriderne, può vantarsene, ha pagato un prezzo per questo: può Armand ignorarlo?
Può vivere come se nulla fosse, come fosse la loro una normale relazione? Certamente no, non per l’epoca, per i costumi, semplicemente no per la vita reale! La vita non è una favola.
Nessuna donna sceglie volutamente di essere una cortigiana, è costretta a scegliere di esserlo: e da quel momento, sa perfettamente che del mondo, non conoscerà mai l'amore con la A maiuscola, non è possibile, avrà solo amanti, e non amori, amanti che la cercheranno solo per soddisfare la loro vanità. Ma l’amore no. Non è per loro.
Per mantenere il suo stile di vita, di cui Armand è partecipe, per la realtà della sua esistenza, Margherita ricorre ai soli mezzi che conosce: può quindi offrirsi ad Armand solo come amante, un amante privilegiato, un amante gratuito, ma comunque sua solo nell’anima!
Armand non capisce, è roso dal dolore, dalla gelosia, vuole Margherita solo e soltanto per sé, come per tutti gli uomini per lui l’amore è possesso esclusivo da non dividere con niente e con nessuno, e non sa, non vede, non comprende, non capisce o non riesce a capire quanto maggiore è il dolore della ragazza, quanto più grande, più forte, più sublime e disinteressato è l’amore di Margherita!
Non è il solo a volere il possesso dell’altro! Anche lei, certo, lo vorrebbe solo per sé; anche lei lo vorrebbe, se solo fosse possibile rinascere, rivivere in un altro tempo, in un’altra dimensione dove lei fosse ancora la semplice Margherita ragazza di campagna, e non la cortigiana Margherita! Perciò ella vorrebbe essere solo la sua amante, fino al giorno in cui Armand, stanco di lei, può riprendere con tranquillità il suo posto ed il suo ruolo nella società, lasciandola con un pugno di mosche come spesso succede a quelle come lei! Margherita non è pessimista, è realista: non è infelice, è felice solo di vivere una breve parentesi con Armand, e niente altro: non chiede nulla al giovane, e gli offre tutto di sé, desidera e si preoccupa del bene presente e futuro di Armand. E perciò si preoccupa di lui, perciò tenta di spegnere la passione che è tra loro, perciò cerca di allontanare il giovane e di allontanarsi da lui: l’amore è un incanto ma Margherita è disincantata, perché il suo amore è reale, ed è reale perchè vive nella realtà. Sa bene come gli uomini, quando sono amanti, dimenticano presto e presto si procurano altre compagnie, e quando sono innamorati sono ciechi e accusano, e rinfacciano, e tormentano presi dalla loro smania di possesso assoluto. Si sentono traditi, sentono il passato dell’amata come un tradimento volutamente perpetrato nei loro confronti; e lo rinfacceranno, accuseranno alla minima contrarietà, lo tireranno fuori ingiustamente e crudelmente.
“La Signora delle Camelie” non è un romanzo da riassumere o da commentare: esso è semplicemente da leggere. Per commuoversi. Per piangere. Per capire cosa significa davvero amare.
Le pagine finali, in forma epistolare, sono talmente commoventi da non perderle assolutamente. Soprattutto per i lettori maschi. Aiutano a capire l’universo femminile, il migliore.
Lo dice chiaro Dumas:
"...da quel giorno non ho più saputo disprezzare una donna a prima vista".

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giov85 Opinione inserita da giov85    14 Settembre, 2014
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La forza dell'amore

Il romanzo La signora delle Camelie, narra la storia di un amore impossibile: quella fra Marguerite e Armand. Marguerite è la più famosa cortigiana di Parigi: la sua bellezza è leggendaria e si sa che è disposta a concedersi a tutti coloro che riusciranno a soddisfare il suo desiderio di lusso. Armand Duval, che vive a Parigi per iniziare la propria carriera di avvocato, è il rampollo di una benestante famiglia di provincia.
L’incontro avviene una sera a teatro e subito scocca la scintilla da parte di Armand che si innamora di Marguerite, nonostante lei lo avesse maltrattato. Il novello amore per la donna è così forte da superare quel primo negativo impatto, tanto che Armand, durante una delle frequenti assenze dalla “Dolce Vita” parigina di Marguerite, malata gravemente di tisi polmonare, si recherà tutti i giorni a casa della donna per chiedere alla servitù, senza presentarsi, notizie sul suo stato di salute.
Dopo molto tempo i due hanno modo di rivedersi ed Armand confessa i propri sentimenti a Marguerite che, avendo scoperto chi fosse l’uomo che tutti i giorni chiedeva di lei, di fronte a tali dedizione ed abnegazione, si innamora del giovane concedendo ciò che non era mai riuscita a provare per nessun altro uomo: l’Amore.
Inizia qui la nuova vita di Marguerite che abbandonerà i suoi vecchi amanti per dedicarsi ad un rapporto stabile con il proprio innamorato Armand. L’idillio tuttavia durerà pochissimo: la giovane cortigiana è oberata di debiti, gli strascichi della sua vecchia vita ancora si affacciano sul presente e, venendo meno le rendite dei suoi amanti, non sa come evitare di soccombere. Di fronte a queste difficoltà e decisa a non chiedere denaro ad Armand, per far sì che il loro puro legame non venga sporcato dal vile denaro, Marguerite riprende segretamente la frequentazione con un vecchio duca, già suo patrono in precedenza.
Armand, scoperta la verità insiste per donare alla donna il denaro di cui necessita: è addirittura disposto a donarle tutte le sue rendite familiari pur di riuscire a risollevarla. A questo punto, tuttavia, interviene i padre di Armand che impone a Marguerite di lasciare il giovane per evitargli un tracollo finanziario. Inaspettatamente Marguerite, eroina del romanzo, con fare stoico accetta le preghiere dell’anziano uomo, in nome dell’amore che lo lega ad Armand e lascia per sempre il suo amante come prova di amore estrema.
Storia straziante, commuovente, dalla quale emerge la figura di Marguerite, donna da facili costumi, complessa, eppure capace, in nome dell’amore, di scelte che vanno oltre il limite della comprensione: lei sa che vivrà poco, sa che nulla cancellerà il suo passato e che non ci sarà redenzione nel mondo dei vivi per una “mantenuta”, se non quella personale che passa attraverso l’amore, quello vero, spirituale, che non si sporca con il vile denaro e che porta a rinunciare a ciò che si ha di più caro.
Perfetta la tessitura del romanzo, che si dipana fra frequenti flash-back ed intermezzi epistolari, commuovente la storia ed encomiabile nel suo senso ultimo che si evince sin dalle prime pagine di cui riporto uno stralcio: “ [...] mi vergogno a raccontarlo, tuttavia non parlo di cose immorali per il gusto di farlo, ma per presentare un fatto vero, che forse farei meglio a tacere, se non fossi convinto che bisogna, ogni tanto, rivelare i patimenti di quegli esseri che condanniamo senza averli ascoltati, che disprezziamo senza averli giudicati”.

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Queen D Opinione inserita da Queen D    06 Giugno, 2014
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La regina delle lorettes

Sarà perché le camelie sono i miei fiori preferiti, sarà perché ho amato i romanzi di Dumas padre, sarà perché la trama di questo libro ha subito esercitato su di me una strana attrazione, ho sempre avuto la curiosità di leggere questo libro, ma non l’ho mai fatto per timore di restarne delusa, dopo avervi riposto così tante aspettative.
Devo ammettere, adesso che l’ho letto, di essere al tempo stesso pentita e contenta: pentita di non averlo fatto prima, ma contenta per aver aspettato, perché l’ho affrontato con una maturità diversa e adatta a comprendere la profondità della storia.
Inoltre scoprire che la vita di Marguerite Gautier, la nostra protagonista, è ispirata ad una cortigiana realmente esistita (che lo stesso Dumas aveva frequentato) e che quindi ha delle fondamenta radicate nella verità e non solo nella fantasia dell’autore, la rende ancora più speciale.
Solitamente non impazzisco per le storie d’amore sdolcinate e strappalacrime, ma devo dire che quella tra Marguerite e Armand ha un je-ne-sais-quoi di particolare e di trascinante..sarà perché tutte le storie romantiche velate dalla tragedia vengono accolte con uno spirito più solidale e pietoso? Immaginate l’epilogo straziante della love story tra Romeo e Giulietta, e faccio un esempio davvero altisonante per rendere l’idea: avrebbe avuto lo stesso dolceamaro sapore la loro storia se tutto si fosse concluso con la benedizione delle reciproche famiglie e con un “vissero felici e contenti”? Probabilmente no.
Ma la storia di Marguerite non cade nella tragedia classica, nell’accezione stretta del termine: l’autore ci pone immediatamente davanti ad un flashforward spiazzante, per cui sappiamo fin da subito quale sarà il destino dei protagonisti, e dunque abbiamo il tempo di accettare l’idea e di capire, con una certa curiosità (e nel mio caso anche con disappunto) come si è arrivati a quel punto.
L’autore predispone il racconto come l’espressione in forma scritta dell’evocazione dei ricordi di Armand Duval, amante e grande amore di Marguerite, la cortigiana più bella e in vista di Parigi…Marguerite, la regina delle lorettes, dai capelli neri come l’ebano, dalle ciglia lunghe e dalla bocca come un fiore, capace di incantare e di far cadere ai suoi piedi i migliori uomini della capitale.
E’ capace una donna simile di un amore vero e sincero, ma soprattutto disinteressato? Ed è capace, un uomo benestante, colto e beneducato, di amare una cortigiana di un amore sereno, fiducioso e privo di pregiudizi?
L’autore di fornisce le risposte nelle pagine del libro, tramite le parole e le confessioni di Armand e ci descrive, con una bella maestria, la soluzione a diversi luoghi comuni e situazioni assolutamente attuali: un amore inizialmente deriso, che diventa immediatamente attraente non appena l’altra parte perde interesse, un padre che non approva la relazione di un figlio, il pregiudizio della gente ignara dei fatti, il desiderio di vendetta dopo un bruciante rifiuto, l’odio, il dolore, il sadismo e il masochismo, frutti di un sentimento tanto forte da rasentare la pazzia.
“La signora delle camelie” è tutto questo e molto di più, è un romanzo capace di evocare delle scene quasi pittoriche che restano impresse nella mente, come la prima che catturò me: “un binocolo, un sacchetto di dolci e un mazzo di camelie”, una scena che riassume perfettamente con poche, ma potenti parole, la natura capricciosa, irriverente e curiosa della protagonista. Non faccio alcuna fatica ad immaginare questa frivola combinazione di oggetti come centro di un dipinto, il cui titolo potrebbe essere..non so..”Dama a teatro”..no?
Che volete? Questa è la magia del libro, far diventare romantica anche un indole che tanto sdolcinata non è..figurarsi che effetto farebbe su un inguaribile sognatrice!
E allora..camelia bianca o rossa per questo romanzo? Ma ovviamente mille e mille camelie bianche.

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aislinoreilly Opinione inserita da aislinoreilly    27 Mag, 2014
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Profondo ed emozionante.

ATTENZIONE, LA RECENSIONE CONTIENE ANTICIPAZIONI SULLA TRAMA!

La Signora delle Camelie è un romanzo di Alexandre Dumas, figlio dell'omonimo Alexandre Dumas ( che fantasia! ) e come lui è stato un grande scrittore e drammaturgo. Questa opera in particolare pare aver ispirato addirittura Giuseppe Verdi nel "La Traviata", non male, vero?!
Alexandre nasce nel 1824 e viene riconosciuto come figlio da Dumas e Laure Labay solo dopo 6 anni di vita.
Nel 1844, a Parigi, conosce Marie Duplessis con cui avrà una breve relazione di un anno che stroncherà personalmente con una lettera. Questa giovane ragazza che morirà a 23 anni di tisi, sarà la sua ispirazione per scrivere "La Signora delle camelie" : vi consiglio di leggere la pagina a lei dedicata su wikipedia ( http://it.wikipedia.org/wiki/Marie_Duplessis ), è come leggere il romanzo stesso!
I suoi primi anni di vita passati in collegio come "figlio di nessuno" e quest'ultima esperienza, lo porteranno a trattare temi molto delicati della società del tempo come la prostituzione.
Veniamo al romanzo.
Bello, non c'è che dire. Come al solito ho iniziato a leggere senza sapere cosa aspettarmi e sono rimasta molto sorpresa.
La storia è incentrata sulla travagliata relazione amorosa tra Margherita (Marguerite) e Armando Duval. Lei, bellissima cortigiana molto amata e apprezzata a Parigi, con "clienti" nell'altra società e abituata al lusso, non a caso viene appellata anche come "mantenuta". Lui, un giovane ragazzo benestante ma non milionario.
Il romanzo inizia con la visita del narratore ad una casa di una mantenuta deceduta da pochi giorni. Ci sarà infatti un'asta dei beni della cortigiana che è morta lasciando molti debiti e si scoprirà essere Margherita Gautier. Da qui, una serie di flashback ci faranno conoscere la donna in questione: una vita di lusso passata tra amanti e spettacoli teatrali, protetta e finanziata da un ricco duca che rivede in lei la figlia morta e le concede ogni lusso e capriccio. Perché "signora delle camelie"? Margherita portava sempre con sé tre oggetti: l’occhialino, un sacchetto di dolci e un mazzo di camelie, che per 25 giorni al mese erano bianche e per i restanti 5 giorni rosse.
Il narratore si aggiudica un libro all'asta che porta in prima pagina una dedica di un certo Armando Duval alla defunta. Quest'ultimo viene a sapere della vendita del libro e va a casa del narratore per supplicarlo di riaverlo indietro. Lo ottiene e per ringraziarlo gli fa leggere una lettera che Margherita gli scrisse durante la malattia, al ricordo della sua storia d'amore si dispera e fugge via.
Tra il narratore e Armando si instaurerà un'amicizia a seguito della malattia che colpirà quest'ultimo costringendolo a letto per un po' di tempo. Durante la convalescenza racconterà tutta la sua storia d'amore al narratore e gli farà leggere le ultime lettere che lei gli mandò prima di morire.
Così Armando diventa un secondo narratore che ci guida nel suo progressivo innamorarsi di Margherita che non è una cortigiana qualsiasi, è colta e desiderata da tutti per la sua bellezza. Inizialmente sembra che lei lo accolga tra i suoi amanti senza promettergli un amore autentico ma i due si innamoreranno follemente e Armando diventerà sempre più geloso, a tal punto di chiederle di lasciare la vita da cortigiana per stare con lui in campagna. Lei è molto malata e la città e il suo lavoro peggiorano le sue condizioni di salute così acconsente al trasferimento fuori da Parigi. Passa così un momento di benessere fisico e psicologico ma il conte scopre che frequenta un altro uomo e smette di finanziare i suoi capricci lasciando che sia Armando ad occuparsi delle sue innumerevoli spese.
Margherita non accetta di pesare completamente su di lui, vende ciò che non le serve ma non le basta per pagare tutti i suoi debiti così decide di lasciarlo e di tornare alla sua vecchia vita a Parigi. Armando scopre tutto ma non la perdona perché per lei avrebbe fatto enormi sacrifici e non accetta il fatto che lo abbia lasciato per coprire debiti che avrebbe pagato lui stesso per suo conto.
Inizia così a vendicarsi in maniera spietata e la salute di Margherita ne risente a tal punto da dover andar via da Parigi per curarsi. Scriverà moltissime lettere ad Armando ma morirà comunque da sola.
Qui si parla di una cortigiana che nonostante faccia un lavoro poco rispettabile e privo di sentimenti veri, ha dentro di sé dei sani valori. Si scopre capace di amare veramente qualcuno e questo amore la farà rinascere piano piano cancellando le tracce degli innumerevoli altri uomini che hanno approfittato del suo corpo in precedenza. Non si guarda solo il lato di una medaglia, si scopre l'umano che c'è dietro ad una donna che si concede per lavoro e non ci viene da rimproverarla ma da ammirarla per il suo coraggio nel buttarsi per la prima volta in una storia diversa, senza certezze. Armando è controverso perché la ama ma allo stesso tempo si vendica pesantemente per esser stato lasciato nonostante fosse per un valido motivo. Non si ferma nemmeno di fronte alla sofferenza di Margherita che dimostra essere devota a lui fino alla fine dei suoi giorni. I ruoli si invertono: Armando passa da innamorato premuroso a personaggio geloso e vendicativo perdendo il suo lato umano; Margherita invece pare la solita cortigiana villana e sboccata ma diventa quasi divina sacrificandosi per il suo bene e quello di Armando.
Una figura coraggiosa e da ammirare, ecco cosa risulta essere alla fine del libro.
Probabilmente ho fatto un'analisi un po' caotica questa volta ma la conclusione è semplice: leggetelo.
Potrebbe essere apprezzato da tutti, anche da coloro che non leggono troppo volentieri le storie d'amore perché fornisce anche un'analisi della società del tempo ( 1800 ) e non è la solita storiella scontata e strappalacrime.
Consigli e commenti sempre ben accetti. ^_^
Buona lettura!

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Gioiese Opinione inserita da Gioiese    28 Marzo, 2014
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Cosa si è disposti a fare per amore?

L'amore non è mai tutto rose e fiori, già quando nasce tra due innamorati simili nel carattere, nel ceto sociale e negli interessi, figuriamoci se lo può essere quando l'amore sboccia tra una prostituta che ama vivere nel lusso ed un uomo normale, tranquillo, che vive mantenuto dalla famiglia.

Marguerite Gautier è infatti la mantenuta più famosa ed ambita di Parigi, disposta a concedersi a tutti gli amanti che abbiano la possibilità economica di mantenerla. Una vita come quella di tante altre come lei, fin quando non si innamora di Armand Duval. I due si conoscono casualmente grazie ad un amico in comune, ed egli se ne innamora perdutamente sin da subito, nonostante all'inizio la donna si prenda gioco di lui. Tanto è vero che, senza neanche conoscerla, ogni giorno va a chiedere anonimamente sue notizie dopo che la donna mi ammala.
Nonostante Marguerite sia sempre circondata da gente, è consapevole del fatto che in quell'ambiente in cui lei si trova sono tutti falsi, ipocriti e disonesti, e di essere sola nella sua malattia.. così capisce che Armand invece è diverso da tutti gli altri, perché il suo amore è puro, sincero e merita di avere quella cosa che al di là dei rapporti fisici lei non aveva mai concesso a nessuno: il suo amore; e guidata da Armand proverà ad uscire da quell'ambiente per andare a vivere con lui, dimenticando il suo passato. Però sulla strada del loro amore sorgono un sacco di problemi, perché dal proprio passato nessuno può sfuggire.
Dumas trasse questo romanzo da una storia vera (non sappiamo però fino a che punto) e il risultato è una storia tanto bella quanto straziante. All'inizio il mio pregiudizio mi aveva portato a non sperare che un uomo così puro sprecasse il suo amore per una donna del genere; a questo proposito è bellissimo questo passo: "Ah! Perbacco, con lei non c'è bisogno di far complimenti: venite.
Quelle parole mi rattristavano. Temevo di acquisire la certezza che Marguerite non meritasse quello che provavo per lei. Un libro di Alphonse Karr, intitolato Am Rauchen, parla di un uomo il quale, una sera, segue una donna elegantissima, di cui si è innamorato a prima vista, tanto è bella. Pur di baciarle la mano, si sente la forza, il coraggio e la volontà di fare qualsiasi cosa. Osa appena guardare la deliziosa caviglia ch'ella scopre per non sporcare il vestito con la polvere della strada. Mentre sogna tutto quello che sarebbe capace di fare pur di possederla, la donna lo ferma all'angolo di una via e gli chiede se vuol salire da lei.
Egli volta la testa, attraversa la strada, e rientra a casa, profondamente triste.
Pensavo a quel libro, e a me che avrei voluto soffrire per Marguerite, e temevo che, accettandomi troppo in fretta, mi concedesse troppo facilmente un amore che avrei voluto conquistare con una lunga attesa o con un grande sacrificio."

Piano piano che il romanzo va avanti, Dumas è riuscito a a farmi apprezzare il personaggio di Marguerite.. è bravissimo nel mostrare quello che c'è dietro una prostituta (non sempre, come ci dice l'autore stesso), cioè una donna triste, che sa di far parte di una società dove si va avanti a convenienza, dove si è amici finché servi a qualcosa e amanti finché sei bella. L'amore è l'unica cura possibile, infatti lei sarà anche malata finché appartiene a quella società e guarirà poi con l'amore di Armand. Ma esso è anche sempre irto di difficoltà, anche perché il passato non lo si può cancellare e la malignità della gente purtroppo è spietata e può arrivare a rovinare la reputazione di una famiglia, così lei per amore arriverà a fare un gesto estremo. Lo stile è molto semplice, troppo, scarno di dettagli, però mi è piaciuto l'alternarsi del presente e del passato col cambiare del narratore. Un capolavoro di realismo e sentimento.

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Aurora_ Opinione inserita da Aurora_    06 Marzo, 2014
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Toccante e indimenticabile

E’ impossibile non commuoversi sfogliando le ultime pagine di un libro che racconta di un amore scandaloso, un amore così puro e intenso ma, al contempo, schiavo di una società Ottocentesca ipocrita e dedita al pettegolezzo. Marguerite Gautier, una cortigiana francese, è la protagonista del libro “La signora delle camelie” di Alexandre Dumas. Una donna intelligente, sensibile e, come tutte le cortigiane dell’epoca (le famose “lorettes”, come decise di definirle Nestor Roqueplan), conduce una vita nel lusso e nella spregiudicatezza. Una vita, potremo dire, “peccaminosa”. Una vita che, ovviamente, si distingue rispetto a quella del suo amante: Armand Duval. Armand non è né ricco, né povero. Egli conduce una vita tranquilla, adeguata ai canoni richiesti all’epoca per persone del suo ceto. I due si incontrano, per la prima volta, a teatro grazie all’intervento di un amico caro ad entrambi. Per Armand è subito amore: egli si lascia impressionare, come tutti gli uomini, dalla estrema bellezza di Marguerite. Per lei, invece, Armand costituisce motivo di riso e, infatti, si diverte ad umiliarlo. I due, poi, non si incontreranno per molto tempo e, grazie al caso, riusciranno a ritrovarsi e a dar vita ad una splendida storia d’amore. Marguerite ha molti amanti, ma confessa di aver provato amore solo per il suo piccolo cagnolino, che era l’unico capace di preoccuparsi sinceramente di lei. E’ una donna che cerca di ostentare felicità ma, in realtà, nasconde estrema insicurezza e un opprimente senso di solitudine. Tra le donne che le sono amiche solo per il suo patrimonio o per ricevere in prestito abiti, gioielli o carrozze e gli uomini, invece, che la amano solo quando è bella, quando può donare il suo corpo e la abbandonano quando, invece, incombe la malattia. Marguerite, infatti, è malata di tisi e forse è proprio questa malattia ad avvicinarla a Armand che, al contrario degli altri uomini, prova estrema pena e compassione per la sua condizione. Egli, pur di tenere vicino a sé la sua amante, promette di accettare la sua condizione, i suoi “tradimenti” anche se questo, ad Armand, costerà molto sforzo perché dovrà lottare contro la forza che, più volte, ha minacciato il loro rapporto: la gelosia. E’ difficile amare una cortigiana, questo Dumas lo spiega e sottolinea più volte ed è capace anche di rispondere alla domanda che sorge spontanea in ogni lettore: “perché Marguerite non abbandona questo tipo di vita?”. La risposta è così semplice, così ovvia che ci si vergogna persino di aver posto la domanda: i debiti e la paura. Marguerite è abituata a condurre una vita nel lusso, una vita che comporta ingenti debiti che ella può ripagare solo facendo la cortigiana. Armand non sarebbe mai capace, col suo modesto patrimonio, di ripagare i debiti di Marguerite e di permetterle di condurre una vita così agiata. A ciò si ricollega anche la paura di Marguerite. La paura dell’amore di Armand, così violento ed estremo e, quindi, il timore che si spenga così velocemente com’è sorto. La donna finirebbe per abbandonare una vita cui è abituata, cui è estremamente legata per poi essere, a sua volta, abbandonata dall’uomo che amava. Ciò preoccupa Marguerite sin dai primi momenti del loro amore. Questo, però, non le impedirà poi di cercare di sanare i suoi debiti ed essere finalmente libera di vivere il suo amore con Armand, rispettando il suo sentimento e, quindi, la sua gelosia. E’ sicuramente il momento più intenso della loro storia: i due si rifugiano in una casa in campagna, vivendo l’uno dell’altro e allontanandosi dalla pressante Parigi. Proprio nel momento in cui Armand, finalmente, è felice, il padre si inserisce nel loro amore, preoccupato per la reputazione del figlio che è minacciata dalla relazione con Marguerite. Il padre di Armand convince Marguerite a rompere questa relazione, facendo leva sul futuro di Armand, che è minacciato dall’esistenza di lei. Allora, in un rispettabile e ammirabile sacrificio, Marguerite chiude con Armand, allontanandosi definitivamente (o quasi) da lui. Il ragazzo reagisce con estrema rabbia a questa rottura, incolpa Marguerite, la giudica, la disprezza e prova un’estrema rabbia e un intenso disprezzo. Torna a Parigi, la incontra e decide di “punirla”. Si fa vedere con altre donne, finge di essere innamorato di una sua amica che attira a sé col denaro e coi regali. Umilia e offende Marguerite che, stremata, decide di recarsi da lui e di chiedergli pietà. I due passano una notte insieme e in Armand si risveglia l’amore intenso ed estremo per Marguerite che, al mattino, scompare nuovamente, facendo posto all’odio e al disprezzo. I due, quindi, si allontanano. La malattia di Marguerite la conduce lentamente e dolorosamente alla morte ma ciò non le impedisce di scrivere delle lettere che, in seguito, verranno recapitate ad Armand e gli consentiranno di scoprire che è stato, in realtà, il padre la causa della loro rottura. Questa è la storia di Marguerite e Armand, una storia che emerge dai racconti che Armand fa al narratore, conosciuto così, per caso. Il narratore inizia la storia dichiarando che ciò che racconterà è tutto vero. E’, in effetti, lo è: il personaggio di Marguerite è, in realtà, Marie Duplessis, che condusse una vita simile a quella di Marguerite. Una cortigiana, estremamente bella, viziata, sola ed infelice: questa fu la vita di Marie Duplessis. Dumas ebbe modo di conoscerla perché ella fu la sua amante e, forse, è proprio per questo che l’autore è così capace a descrivere la personalità intricata, all’apparenza incoerente ma, in realtà, estremamente stabile e razionale, di Marguerite. Dumas non si limita a raccontare una storia anche se essa ha sicuramente il merito di essere estremamente originale e toccante. Nella sua opera, infatti, sono presenti numerose riflessioni che, raramente, trovano spazio in un romanzo d’amore. La società meschina, consumistica e superficiale, la pietà e la comprensione nei riguardi della vita di una cortigiana, l’invidia e l’ipocrisia delle donne e degli uomini, l’amore e la razionalità; questi sono solo alcuni dei temi che Dumas affronta nella sua opera che, all’apparenza, sembra così lontana dalla nostra realtà ma, con un po’ di attenzione, possiamo renderci conto della sua attualità e freschezza. Una visione disillusa, razionale e spregiudicata del mondo che non si limita a sottolinearne con disprezzo i lati negativi ma ne esalta anche la positività. Questa positività, indubbiamente, è rappresentata dall’Amore che, sicuramente, si esprime nei suoi massimi livelli in Marguerite e Armand. Un amore che stimola le nostre speranze e allontana i nostri timori e pregiudizi e, indirettamente, rende inevitabile, per il lettore, concludere la lettura del romanzo chiedendosi se mai potrà trovare un amore come quello di Marguerite e Armand.

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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    20 Gennaio, 2014
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Camelie bianche e camelie rosse

Margherita Gautier è una mantenuta ed il suo biglietto da visita sono le camelie, che nel linguaggio dei fiori significano letteralmente “il mio destino è nelle tue mani”.
Margherita usa questi fiori per uno scopo ben preciso, venticinque giorni al mese sono bianchi mentre per i restanti cinque sono rossi.
I suoi amanti lo sanno bene e ne comprendono pienamente il significato.
Margherita però è diversa dalle altre, anche se è la mantenuta del duca, ama Armand.
Questo però è un amore impossibile perché lei è abituata ad un certo stile di vita e lui non può darle tutto quello che vuole perché le sue disponibilità finanziarie sono limitate.
Lei è una donna con un carattere forte, ma è condannata alla sua malattia.
Tutti cercano di remare contro lei ed Armand e purtroppo quest’opera ci mette di fronte ad una storia d’amore con un tragico inizio.
Armand ci racconterà l’amore e le pene che ha vissuto con questa donna. Ci racconterà anche il dolore che le ha recato.
Ci narrerà tutti i fatti tramite i suoi ricordi e le lettere dell’amata.

È un’opera senza tempo anche se è stata scritta nel 1848 quando l’autore aveva solo ventiquattro anni.
L’autore stesso con il tempo realizzò anche la versione teatrale e dopo non molto tempo Giuseppe Verdi decise di farne una trasposizione musicale ideando “La Traviata”.
Questa donna divenne un mito e credo che per ancora molto tempo quest’opera verrà amata ed apprezzata dal suo pubblico.

Che altro posso dire?
Dovete assolutamente leggere questo magnifico classico.
Buona lettura a tutti!

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Claudia Falcone Opinione inserita da Claudia Falcone    10 Ottobre, 2013
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Rinunciare per amore alla propria felicità

"La signora delle camelie", di Dumas figlio, è un classico che non ho mai davvero preso in considerazione, fino a quando non me lo sono ritrovato per caso davanti, sullo scaffale della libreria del mio paese, nella edizione Newton Compton a soli 99 centesimi. L'ho comprato, e dopo un paio di mesi sono riuscita finalmente a leggerlo. Adesso che l'ho finito, posso dire con certezza che il personaggio di Marguerite Gautier mi resterà nel cuore come uno dei più bei personaggi della letteratura di tutti i tempi. Uno dei più bei personaggi femminili, aggiungerei. Sì, perché quello di Marguerite è uno di quei personaggi femminili carichi di forza e di passione, affascinanti e tormentati, profondamente veri, che non possono non toccare le corde della lettrice (e mi auguro anche del lettore) che ne segue le vicende, i dolori, gli amori, i tormenti. Marguerite, mantenuta di un anziano duca, amante di numerosi uomini conosciuta in tutta Parigi, dedita ad una vita di lussi e dissolutezze e indebitata fino al collo, accetta l'amore di Armand Duval, giovane di poche speranze animato da sentimenti sinceri, e finisce con l'innamorarsene perdutamente a sua volta. Ormai decisa ad abbandonare la vita di un tempo, vicina ad una sorta di redenzione, e con davanti la prospettiva di una vita felice-seppur breve, a causa di una malattia- accanto al suo uomo, Marguerite decide di rinunciare a tutto ciò, sceglie volutamente di perdere tutto quello che l'aveva finalmente condotta ad una vita non più disonorevole, per amore del suo Armand. La storia di Marguerite (ricostruita abilmente dallo scrittore, attraverso un piccolo stratagemma letterario) va letta e compresa fino in fondo; Marguerite, donna bella e tormentata, al di fuori degli schemi come altre eroine di altri romanzi (Emma Bovary, Anna Karenina, Lady Chatterley) compie in realtà un sacrificio ben più grande rispetto a tutte le altre...se Emma si lascia trasportare dalla sua passione malata verso un triste epilogo, se Anna decide di togliersi la vita pur di non sopportare l'idea di non essere amata da Vronskij dopo aver rinunciato a tutto per lui, se Lady Chatterley ha il coraggio di rinunciare a tutto pur di vivere felice con il suo amore, Marguerite rinuncia alla sua felicità per amore del suo uomo. Quello di Marguerite è un personaggio immenso e indimenticabile, e la scrittura elegante di Dumas riesce a farcelo amare fin dalle prime pagine in cui lei fa la sua comparsa, allegra e disinibita, pungente e incurante di tutto, animata da una leggerezza che -si capisce bene- nasconde in realtà una tristezza insondabile. Assolutamente da leggere.

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AndCor Opinione inserita da AndCor    03 Agosto, 2013
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Mercificare l'amore provoca solo amare conseguenze

Benvenuti nel frivolo mondo di Alexandre Dumas, dove l'amore, per quanto possa raggiungere i livelli assoluti di profondità e sincerità, verrà irrimediabilmente sconfitto dai vizi e dalla sfrenata ed insaziabile passione per il denaro.

Azzeccata la scelta di collocare la travagliata storia d'amore fra Armand e Marguerite in una magica Parigi ottocentesca, città in cui si intrecciano indissolubilmente sentimenti sinceri e vizi esasperati, e le relazioni amorose sono basate sul guadagno e sul proprio tornaconto personale.

Oltre ai due protagonisti, anche tutti gli altri personaggi risultano scadenti dal punto di vista emotivo-caratteriale, ed è difficile stabilire quale sia la figura che manifesta il comportamento più meschino e vendicativo, mentre è molto più semplice affermare il trionfo schiacciante dell'antisentimentalismo e di una visione dell'amore vuota e distorta.

La narrazione procede per mezzo di frequenti flashback, con i temi del ricordo e della rievocazione in primo piano.
Lo stile risulta semplice e lineare, il ritmo è fluido e scorrevole, ed il registro non presenta particolari complicanze o forzature lessicali, per cui il libro è di facile lettura e di immediata comprensione.

Si tratta di un romanzo dai toni forti e taglienti, e che ribalta totalmente le aspettative romantiche di inizio secolo.
Consigliato, nonostante le mie preferenze per i testi 'filo-sentimentali'.

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maria68 Opinione inserita da maria68    27 Giugno, 2013
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via d'Antin n.9

Sarà capitato anche a voi, almeno una volta e non solo, di giudicare una persona solo perché non rispecchia i nostri canoni di vita. Probabilmente se provassimo a conoscere i loro vissuti non ci limiteremmo alla sola apparenza.
Certo è pur vero che l'argomento diventa ostico quando risulta incentrato su donne che hanno deciso di barattare la loro reputazione per vedere realizzati i loro capricci, accettando la corte e altro, dai loro ammiratori.  
Ogni donna che ha scelto di intraprendere il più "vecchio mestiere" del mondo, non conoscerà mai l'amore con la A maiuscola, perché in fondo sa' che i loro amanti le cercheranno solo per soddisfare la loro vanità momentanea.  
Fortunatamente, c'è sempre un'eccezione e Margherita Gautier personaggio/eroico nella "signora delle camelie" ne è una prova. L'autore del racconto è A. Dumas. La storia per certi versi autobiografica incantò G. Verdi che prese spunto per realizzare un'opera in tre atti "la Traviata".  
Sin dalle prime pagine conosciamo l'epilogo della storia, ma l'abilità di Dumas stà nell'essere riuscito a riavvolgere il nastro, servendosi del narratore, uno sconosciuto il quale per una serie di circostanze fortunate raccoglie le confessione strazianti di un febbricitante Armando, riuscendo in seguito a divenirne amico e riparatore del suo cuore.  
Margherita Gautier altro non è che una cortigiana instradata dalla madre a questo mestiere, sa benissimo che nessuna ambizione di mettere famiglia ci sarà mai e le numerose amicizie di cui dispone, sono solo di passaggio, svanirannno nel momento in cui cesserà la sua bellezza, il suo lusso...  
Ma nessuna donna può restare indifferente a un uomo che mostra compassione, tanto meno Margherita, "se gli uomini sapessero quel che possono ottenere con una lacrima, essi sarebbero più amati...".
La coronazione del sogno di ogni donna di essere amata sembra realizzarsi anche per lei, davanti a un uomo superiore che non chiede il conto, ma attratto solo dai più nobili sentimenti...  
La campagna, lontano dai fasti di Parigi è il luogo che hanno scelto per vivere questo amore dove tutto ciò che li circonda è meraviglioso, del resto a loro importa solo nutrirsi del loro amore... Ma ahimè a fianco di un amore ci sono dei doveri verso le proprie famiglie e Margherita dovrà tenerne conto...  
perchè consigliarlo? Perchè in questo romanzo oltre all'amore viene messo in risalto, la solitudine, la vendetta, il ricredersi, il sacrificio, il riscatto. In ultimo lasciatemi dire che le pagine finali, in forma epistolare, sono talmente commoventi da non perderle assolutamente.  
"...da quel giorno non ho più saputo disprezzare una donna a prima vista".

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Opinione inserita da ilmondodisofia    08 Gennaio, 2013

Delicata come una camelia

Inizialmente sembrava una semplice storia d'amore, ostacolata dalla tipica impossibilità dei due protagonisti di stare insieme ed amarsi felicemente. Dumas ha arricchito questa storia d'amore, rendendo lo stile della trama scorrevole e leggero, paragonata solo alla leggerezza e alla dolcezza di un fiore e in questo caso la camelia. La loro è una storia d amore vera, forte che ci insegna ad oltrepassare questo mondo delineato purtroppo solo dalle apparenze. L'amore che ho percepito in queste pagine mi ha colpito nel profondo la mia vita, incitandomi a cercare anche io questo amore così vero.

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Ale96 Opinione inserita da Ale96    20 Agosto, 2012
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Amore VS Denaro: una battaglia persa o quasi...

“ Sono stanca, stanca di vedere uomini che vengono a chiedermi sempre la stessa cosa, che mi pagano, e credono di potersi permettere tutto. Se quelle che cominciano il nostro vergognoso mestiere sapessero di che si tratta, piuttosto farebbero le cameriere. Ma no, ci attrae la vanità: aver abiti, carrozze, gioielli, si crede a tutto quello che si sente dire, perché anche la prostituzione ha una fede, e piano piano ci si logora il cuore, il corpo e la bellezza. Siamo temute come paria, circondate da persone che prendono sempre più di quello che danno, e un bel giorno crepiamo come cani, dopo aver perduto gli altri, e noi stesse.”
( Marguerite Gautier)

Con queste amare parole, si nota la diversità di carattere e la volontà di redenzione dalla sua dissoluta vita della coprotagonista della magnifica opera di Alexandre Dumas fils: “La signora delle camelie”.

In una Parigi agli inizi del 1840, in pieno regno di Luigi Filippo (1830-1848), giunge un giovane ragazzo di provincia appartenente ad una famiglia di ceto medio, Armand Duval il quale, dopo essersi laureato in legge, si lascia andare alla splendida vita parigina fatta di feste, balli e opere teatrali, ma sempre con moderazione.
Un giorno passando davanti un negozio vede scendere da un calesse una bellissima giovane, alta, magra più del normale, con i capelli neri, occhi chiari e molto espressivi e con un bellissimo viso minuto e casto. É amore a prima vista. Dopo altri 2 incontri a teatro a distanza di diversi anni, scopre che quella angelica fanciulla è Marguerite Gautier, la più bella mantenuta di Parigi, la quale ha fatto perdere la testa ( e anche il patrimonio) a molti uomini ed è chiamata “la signora delle camelie” perché sul suo palco a teatro mostra per 25 giorni al mese una camelia bianca e per altri 5 giorni una camelia rossa.Pur essendo un po' ritroso verso la sua professione e i suoi modi, Armand non può fare a meno di lei, anche perché nota in quella donna esternamente sempre gaia e felice della sua capricciosa vita, una malinconia e anche una novità di sentimenti, assente in tutte le altre cortigiane. E non si sbaglia. La dissoluta Marguerite, odia il suo mestiere, la sua vita, vuole amare chi vuole senza pensare ai debiti che ha contratto, alle sue spese folli e vivere serenamente in campagna per ristabilire anche la sua malmessa salute. Così quando il fato permette l'incontro “decisivo”, Cupido scocca il suo dardo anche su Marguerite che si innamora pazzamente di Armand perché “ho capito che mi amate per me e non per voi, mentre gli altri mi hanno sempre amata per loro stessi”. Dopo primi incontri nascosti e prime gelosie da parte di Armand, i due giovani follemente innamorati si rifugiano nella amena campagna parigina dove passano una vita spensierata e pastorale. Tuttavia minaccia la loro felicità il padre di Armand, il quale rappresenta (in parte) il denaro, i pregiudizi e il pensiero malato della borghesia del Demi-Monde ( la società equivoca) ottocentesco e il quale .....

Alexandre Dumas fils, attraverso un inizio in medias res e poi un lungo e meraviglioso flashback narrato dallo stesso Armand, ci narra la vicenda di un amore impossibile che diventa lo specchio della società francese del XIX secolo la quale dietro magnifici lampadari di cristallo, tappezzerie ricercate e raffinate argenterie nasconde i vizi, la grettezza, l'ignoranza e i pregiudizi indirizzati verso il “diverso”, per il Demi-Monde quindi lo “sbagliato”, rappresentato nella vicenda da Marguerite, cortigiana piena di debiti che cerca la redenzione per le sue scelte sbagliate, dichiarando così guerra (quasi) persa alla società e alle sue incongruenze.

L'autore , per mezzo di uno stile scorrevole, fresco e soprattutto travolgente, che quando pubblicò la storia aveva circa 24 anni, prendendo come base vera la sua breve vicenda amorosa con Marie Duplessis, crea alla perfezione il personaggio di Marguerite Gautier che è diventata un mito a sé stante, con il quale si sono confrontate dive come Eleonora Duse( l'Ermione della “Pioggia nel Pineto ” di D'Annunzio), Greta Garbo, Sarah Bernhardet e, io avrei voluto, Vivien Leigh, la stupenda Rossella O'Hara di “Via col Vento”, che, con i suoi occhi chiari, il suo stupendo e puerile viso e i suoi setosi capelli neri, secondo me, è l'immagine perfetta di Marguerite.

In conclusione consiglio vivamente questo breve classico, dalla storia ben organizzata, ricca di valori morali e di personaggi presentati in modo sublime, dove ho riscontrato solamente un pecca: in certi punti vi sono numerose parentesi quadre anche piuttosto lunghe, le quali a volte sono azzeccate, perché descrivono particolari pensieri e impressioni dei personaggi, mentre a volte non c'entrano per niente. Sarà un problema della mia edizione?
Comunque, vi auguro una buona lettura!!!!!!!

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LittleDorrit Opinione inserita da LittleDorrit    06 Luglio, 2012
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Armando e Margherita: una storia vera

Parigi. Il giovane Armando Duvall passeggiando in piazza della Borsa, nota scendere da un calesse una dama vestita di bianco. La donna entra in un negozio accompagnata da un mormorio di ammirazione. Armando inchiodato alle vetrine, segue tutti i suoi spostamenti: la vede acquistare, parlare, ne osserva i movimenti e poi la vede uscire, risalire sul calesse e sparire. Accostatosi ad uno dei commessi del negozio, Armando,ancora stregato da quella specie di visione, lo prega di dargli il nome e l'indirizzo della misteriosa dama. Viene a sapere solo che trattasi della nota Margherita Gautier. Dopo qualche giorno la incontra nuovamente in un teatro e qui, aiutato da un amico, riesce a conoscerla e a sapere la vera identità della dama. Ella non è altro che una nota cortigiana parigina dedita alla bella vita profumatamente pagatale dai suoi numerosi amanti. Armando resta turbato ma ormai è troppo tardi...Cupido ha già scoccato la sua freccia e Armando ne resta fatalmente trafitto. Parte da qui una storia d'amore prettamente romantica, tormentata e struggente abilmente condita dalla giovane penna di Dumas figlio con picchi di pathos raggiunti dalla morte di Margherita, dalla struggente malinconia che percuote Armando all'abbandono della stessa, fino ad arrivare alla lugubre riesumazione della sua salma con l'amante in prima fila distrutto dal dolore e dai rimorsi. La Signora delle camelie è un romanzo scritto in giovanissima età ( all'incirca 23 anni) dal figlio di Dumas,che si consacrerà al mondo quale abile scrittore di opere teatrali; il romanzo è tratto da una storia vera, quella della cortigiana Marie Duplessis nata Alphonsine Rose Plessis, ragazza povera che riscatta la sua posizione vivendo una vita dissoluta ma riuscendo a nobilitare se stessa nell'amore vero. Una storia che ha influenzato anche il grande Verdi che ha dedicato alla storia d'amore una vera e propria opera da tutti conosciuta o sentita nominare: la Traviata. Il mio consiglio ai lettori è quello di staccarsi dall'opera lirica della quale si ha il ricordo più forte ed immediato e di immergersi completamente tra le pagine di questo libro che è giunto ai nostri giorni con la stessa freschezza e intensità di narrazione di una qualsiasi storia contemporanea e che continua a farci credere nel vero amore quale suprema forma di elevazione dell'animo umano.

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storie romantiche ambientate nell'ottocento
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peucezia Opinione inserita da peucezia    10 Giugno, 2012
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Una peccaminosa storia d'amore

Dumas, pur considerato da sempre un minore, sfiora il capolavoro con questa storia trasgressiva che risente molto dell'influenza del Naturalismo francese. La descrizione della riesumazione della sventurata e quella della sua morte sono infatti particolarmente crude e ricche di doviziosi particolari.
L'aver scelto come protagonisti per la sua storia, di sapore autobiografico, una cosiddetta cortigiana e un giovane di buona famiglia aggiunge quel pizzico di trasgressione che vietava alle fanciulle bene di accostarsi alla lettura di un libro simile.
Narrazione fluida, scorrevole, intrusiva; il punto di vista adottato è quello del narratore che muove i fili della storia e induce il lettore a vedere le situazioni seguendo le sue vedute personali.
Dumas penetra nella personalità della giovane Marguerite e riscattando lei riscatta tutte quelle donne che dal di fuori , in una società oppressiva e benpensante venivano mal giudicate, spiegando che spesso si era costrette a vendere il proprio corpo e insegnando ad andare ben oltre le apparenze proprio come fa il giovane Armande, simbolo della borghesia più aperta e contrapposto al potere precostituito e parruccone rappresentato dal suo austero padre.
Adattato più volte sul grande e piccolo schermo ha dato alla divina Greta Garbo un'occasione in più per dimostrare la sua bravura recitativa.La versione operistica verdiana è fedele ma si discosta nel finale. Malgrado il libro sia stato scritto a metà del XIX secolo mantiene una sua modernità.

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letteratura francese dell'Ottocento
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Impressioni di Settembre Opinione inserita da Impressioni di Settembre    10 Giugno, 2012
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Camelie

Inizialmente consigliato dalla mia professoressa, l'ho comprato anche incuriosita dal nome. Sapere che Dumas ha preso spunto da una delle sue relazioni la fa sembrare quasi tangibile e reale. L'autore sa arrivare ai cuori dei lettori con un amore insolito e quasi inaspettato.. Sono rimasta piacevolmente sorpresa da questo classico su cui inizialmente non avevo puntato molto. Lettura scorrevole e fluida adatto anche a chi non è mai stato molto interessato ai classici.
Questo amore che si scopre già dall'inizio impossibile, induce il lettore a volerne scoprire il motivo fino all'ultimo capitolo. Le camelie sono dei fiori bellissimi e l'accostamento con Marguerite è servito ad enfatizzare la sua eleganza.. !

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    28 Dicembre, 2011
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Delicatezza ed eleganza

Questo romanzo è un classico della letteratura francese. E’ di una delicatezza e di un’eleganza unica. L’autore ha studiato a fondo gli uomini per poter creare dei personaggi così singolari: Margherita, una mantenuta dalla bellezza incantevole, regalmente bella addirittura, il suo amato Armando, il padre di Armando e tanti altri personaggi minori, altrettanto importanti nel concatenarsi degli eventi. Parigi, città madre degli scandali fa da sfondo a questa storia, con tutta la sua atmosfera dell’epoca. E’ la storia di una donna di quelle che amano per mestiere, e non per slancio, che però ama di amore pieno Armando. In queste righe si comprende quanta malinconia e quanta apatia ci sia a volte nell’amare troppo, fino ad arrivare a sentirsi un corpo senz’anima, quasi un automa, logorando solo se stessi in una lunga attesa. Il sentimento della gelosia, che arde il pensiero ed il sangue di Armando, è uno dei meglio rappresentati in questo classico. Io personalmente ho trovato molto significativa la figura del padre di Armando, che comunque aiuta il figlio a ritrovare se stesso, senza abbandonarsi solo a un amore che può solo farlo molto soffrire. Accennato tenuamente, poche volte, nel corso del romanzo, il fiore delle camelie bianche. Accenno delicato e morbido, così come tutti i toni del romanzo. La camelia è un fiore che simboleggia il sacrificio per amore e non si poteva scegliere simbolo migliore.

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padoan.antonio Opinione inserita da padoan.antonio    24 Settembre, 2011
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La morte ti fa bella e immortale

Quanti pianti ho fatto su questo libro!!
Un libro bellissimo, scritto bene e dalla storia triste di un amore impossibile.
Non possono stare assime i due protagonisti, lo si sa dall'inizio quando lo scrittore va ad un'asta di oggetti della defunta protagonista sommersa i debiti e da li parte la curiosità dello scrittore e del lettore per sapere di più sulla vita di Margherita.
Anima persa per sempre, malata, che solo un amore può salvare.
Ma neanche i nquesto caso la salvezza avviene, ma c'è tutta la dignità di una vita al massimo anche nella morte, di un rigare diritto fino alla fine senza pentimenti.
i pentimenti ce li ha l'uomo che porta al cimitero mazzi di camelie, che dovrà sopravvire a un amore più grande di lui

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silvia71 Opinione inserita da silvia71    24 Giugno, 2010
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La signore delle camelie

Romanzo di Dumas figlio, correva l'anno 1848.La storia narrata nasce dall'esperienza vissuta dall'autore; infatti nel 1844, un amico gli presentò Marie Duplessis, la cortigiana più famosa della Parigi dell'epoca, che diverrà Margherita Gautier per i lettori.
Opera ritenuta scandalosa per il tema trattato, ossia l'infelice storia d'amore tra Margherita e Armando, lei una mantenuta abituata a vivere nel lusso, lui un giovane di buona famiglia.
E'una storia struggente, ricca di pathos, sentimenti, emozioni,gioie e dolori. Potente è la capacità di Dumas di arrivare al cuore del lettore.
Un grande classico, dalla lettura piacevole e dalla morale profonda.

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