Per dieci minuti Per dieci minuti

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Lyda Opinione inserita da Lyda    15 Marzo, 2019
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Un 'viaggio' lungo un mese.

La paura, si sa, gioca brutti scherzi. La paura del cambiamento che a volte è spaventoso ma indispensabile, intimorisce e blocca il buon vivere e la gestione delle emozionalità.
Nel libro 'Per dieci minuti' l'autrice Chiara Gamberale ci racconta con brio e leggerezza il diario di un 'mese terapeutico' della protagonista (Chiara, appunto) ovvero, la 'trovata' della psicologa per aiutare la paziente ad interessarsi nuovamente alle sensazioni, al pathos e alla quotidianità, in sostanza, per far sì che quest'ultima ritorni più velocemente possibile ad uno standard di normalità e di pienezza gioiosa.
Perché Chiara è giovane, ha quasi 36 anni quando 'subisce' la separazione dal marito con cui è sposata da dieci, anche se la loro storia dura da molto più tempo essendo, i due, sostanzialmente cresciuti insieme. E quando un matrimonio o una storia d'amore si chiude, è risaputo che la colpa non sia attribuibile in toto ad una sola delle due parti, ma qua ho intenzionalmente scelto il verbo 'subire' proprio per sottolineare la passività con cui si muove la nostra simpatica protagonista, in lotta con una profonda e affossante incapacità decisionale cronica che le impedisce di mollare l'uomo con cui ormai non riesce più a condividere quasi niente.
Nello stesso periodo in cui suo marito le comunica per telefono che non rientrerà dall'estero dove si trova per lavoro, a Chiara succedono, tra l'altro, un sacco di altre cose spiacevoli.
“L'unica a non avercela più, una vita, ero io. Al suo posto una massa informe, sfilacciata, ferita, che come unico perno su cui girare aveva lo smarrimento. Passato il momento del dolore insopportabile, poi, non c'era più neanche quello a farmi compagnia. Andavo a letto e l'unico pensiero prima di addormentarmi era la speranza di non risvegliarmi.”
Dunque, tutti i giorni, per un mese a fare una cosa nuova, mai fatta prima, uscire dagli schemi abitudinari per ritrovare la voglia di vivere, smettere di avere paura e abbandonarsi al nuovo, sembra essere l'unica medicina portentosa nonché sana opzione per ricominciare a godere dei colori e dei profumi di madre natura, di occasioni, sensazioni ed energie positive provenienti da nuove conoscenze e nuovi amici, ma principalmente, dalla persona più importante che ognuno di noi ha, sé stessi.
'Per dieci minuti' è un libro di veloce e facile lettura (180 pag) il cui messaggio principale, in buona sostanza, è un inno alla vita e come tale, indicato certamente a chi sta passando momenti ostici e di grandi delusioni. Non è però il capolavoro che credevo, (l'autrice, al momento in cui scrivo, è ai primi posti in classifica con l'ultima opera), perché con una scrittura forse troppo semplicistica e in alcuni passaggi, abbastanza scontata.

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Radici Opinione inserita da Radici    06 Settembre, 2017
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semplice, un affare..da dieci minuti

Per dieci minuti ho scritto. Ho fatto una recensione. Per me il gioco non vale non è la prima volta, ma i miei dieci minuti di oggi sono questi.

Chiara ci propone un esercizio di concentrazione, una via di fuga dalla realtà che inesorabile si palesa ad ognuno di noi almeno una volta nella vita. Fare una cosa nuova al giorno per dieci minuti, per riscoprire se stessi, emozioni sepolte dentro di noi e un IO che si nasconde troppo spesso dietro a un NOI, che una volta scisso in io e te, si sente perso.
Una storia d’amore per se stessi questo libro, dialoghi da chat ma molto efficaci, narrativa facile, elementare e chiara. Divisione dei capitoli come giorni di un diario narrativo dove racconta cosa propone a se stessa e affronta ogni giorno in dieci minuti.
La Gamberale trasmette semplicità con questo libro, non aspettatevi nessun tomo da Guerra e Pace, e neanche applicazioni filosofiche da “Essere o non Essere”. Leggetelo leggeri come la nuvola in copertina, seguite Ato nella sua crescita, La Piera nel suo rifiuto del mondo maschio e Chiara nel suo amare finalmente se stessa senza lunghe trecce, senza un Suo Marito che cerca di fargliele ancora a trent’anni passati. Scegliete uno scalato piuttosto, in dieci minuti dal parrucchiere si fa

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letture leggere e moderne, non troppo impegnative
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Elena72 Opinione inserita da Elena72    09 Mag, 2017
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dieci minuti per cogliere un'occasione

“Che cosa cerco in un libro? […] Leggiamo per noia, per curiosità, per scappare dalla vita che facciamo, per guardarla in faccia, per sapere, per dimenticare, per addomesticare i mostri fra la testa e il cuore, per liberarli.” (p. 109)

Se non mi fosse stato consigliato da un’amica, forse questo libro non sarebbe mai rientrato tra le mie letture ed avrei perso l’opportunità di conoscere un’autrice di cui ora, probabilmente, leggerò qualcos'altro. Anche i libri vanno colti, come le occasioni. Chiara è stata lasciata dopo diciotto anni, di cui otto di matrimonio, da Suo Marito (lei lo chiama sempre così, Mio Marito, con le maiuscole) e si sente persa, demotivata, incapace di andare avanti; Chiara non trova ragioni per vivere, ma neanche motivi per non accettare il suggerimento della psicologa: dieci minuti per fare qualcosa di nuovo, qualcosa di mai fatto prima, ogni giorno, per trenta giorni. Mettere uno smalto fucsia, bazzicare per il mercatino dell’usato, ricamare il punto croce, preparare i pancake, ballare l’hip-hop, vestirsi da babbo Natale, seminare lattuga e peperoncino, cambiare il pannolino ad un neonato sono solo alcune delle cose che Chiara decide di fare nei suoi dieci minuti di gioco, o meglio, di terapia. Ma più che le azioni, di per sé semplici, talvolta insignificanti, sono le occasioni quelle che contano davvero: dare a se stessi e alla propria vita, anche solo per dieci minuti, la possibilità di sorprenderci, di uscire dagli schemi, dai limiti che ci siamo imposti per sentirci al sicuro. Chiara è cresciuta circondata dall'amore di persone che l’hanno sempre aiutata, anche troppo. Ma “quando fanno qualcosa per noi, gli altri ci consegnano o in realtà ci tolgono un'occasione?” (p. 114). Dieci minuti per invitare amici a casa per il giorno di Natale, ascoltare la propria madre, confidarsi con un’amica, occuparsi di un ragazzo dell’Eritrea giunto in Italia senza famiglia e desideroso di portare avanti gli studi. E così, giorno dopo giorno, Chiara si scopre una persona nuova, diversa dalla ragazzina con le trecce che suo marito vorrebbe sempre così, fragile ed insicura e scopre di avere la forza e le capacità per potercela fare anche da sola, perché “il meglio della vita sta in tutte quelle esperienze interessanti che ancora ci aspettano”. (p. 169)

“Per dieci minuti” è un libro breve e scorrevole, strutturato come un diario in cui azioni e riflessioni si alternano in una prosa scarna, incisiva, telegrafica. Consigliato a chi vuole una lettura semplice, ma non banale, leggera, ma non superficiale; a chi pensa che ogni giorno la vita possa offrirci infinite possibilità, a chi crede nel valore del tempo “che è qualcosa di pochissimo, se siamo felici. È qualcosa di tantissimo, se siamo disperati. Comunque sta lì. Con una lunga, estenuante, miracolosa serie di dieci minuti a disposizione”. (p. 184)

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Amante di Libri Opinione inserita da Amante di Libri    12 Settembre, 2016
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L'importanza di ogni istante della vita

“E a che serve questo gioco dei 10 minuti?”
“Boh, la dottoressa non me l’ha spiegato. Credo serva fondamentalmente a impegnarmi la testa, a riempire il vuoto e a fare ordine nella confusione che mi ritrovo al posto della vita”

Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Fare una cosa nuova, fuori dagli schemi senza aver timore di sbagliare, senza aver paura dell’oblio. Gettarsi in avanti e vivere quello che capita. Chiara delusa dalla vita, ci prova, per un mese intero, non ha niente da perdere anzi tutto da conquistare. Inizia dalle cose semplici come scegliere un colore di smalto per le unghia ad ascoltare i problemi della madre, a cucinare i pancake. Dieci minuti al giorno e tutto può cambiare.

La scrittura di Chiara Gamberale, così semplice, incisiva ed emozionante mi ha sempre suscitato grandi emozioni e devo dire che nemmeno, stavolta, mi ha deluso. Un semplice consiglio di fare qualcosa di diverso ogni giorno per dieci minuti ha un non so che di straordinario. Uscire fuori dalla monotona routine, sperimentare, scoprire nuove passioni è qualcosa che può portare a migliorare il proprio sé, se non addirittura a cambiarlo pian piano. Un gioco pieno di fantasia, coraggio ma che va preso seriamente. Il percorso effettuato dalla protagonista si struttura come un diario che va dal mese di dicembre del 2012 all’anno nuovo, avvento di una nuova vita, di come un solo singolo minuto, può riportare a vivere. In conclusione, vorrei far focalizzare l’attenzione sulla fantastica copertina, rappresentativa dell’intero romanzo, una donna sospesa su una nuvola e con una nuvola bianca al posto della testa. Bianca come la purezza simbolo di buoni pensieri e la nuvola simbolo di leggerezza.

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Per chi cerca uno stimolo per cambiare, per chi vuole scacciare la noia della routine o sentimenti negativi.
Chi ha apprezzato Quattro etti d'amore, grazie.
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valepd Opinione inserita da valepd    01 Agosto, 2016
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Un libro che mi ha dato tanto, troppo

Questo libro si basa su una storia che potremmo considerare 'all'ordine del giorno'. Una donna alle prese con un amore terminato, un matrimonio che non esiste più.
Una depressione che avanza e un'analista che non le consiglia altro che un gioco.
Ogni giorno, dieci minuti al giorno per un mese, Chiara dovrà provare qualcosa di nuovo.
Credo sia un tema adatto a tutti, adolescenti, adulti, tutti.
Un gioco che potrebbe farci rinascere, farci 'svegliare'. Anche dei piccoli cambiamenti al giorno possono aiutare a farci apprezzare la vita oppure potrebbero aiutarci a trovare ciò che in fondo non va.
E il libro questo riesce a comunicare.
Nonostante vi siano parecchie scene particolareggiate dalla situazione che la protagonista vive con il marito ognuno si può relazionare con i personaggi.
Da piccoli dettagli vengono fuori dei concetti 'base', concetti che alle volte tralasciamo o non applichiamo. Grazie alla magnifica penna dell'autrice, poi, le frasi che ne vengono fuori alle volte fanno venire i brividi, o almeno a me è capitato così.
Forse ho solo trovato il libro giusto al momento giusto, non saprei.
Probabilmente la storia di base non è la più originale, il fatto della separazione coniugale.
Ma è il 'gioco' che rende il tutto perfetto.
Alla fine le nuove esperienze che Chiara fa per dieci minuti non sono acrobazie mortali o guerre transoceaniche, sono piccole rivoluzioni che piano piano acquistano un significato sempre più grande. E sono le parole che usa l'autrice, le frasi che ne vengono fuori, i concetti che trasmette che hanno reso questo libro veramente bello.
Credo mi rimarrà nel cuore a lungo.
Non credo di riuscire neanche a recensirvelo bene, è un qualcosa che non so, credo sia personale.
Ve lo consiglio e basta, leggetelo a cuor leggero, aperti a tutto.

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Giu_Bi Opinione inserita da Giu_Bi    10 Febbraio, 2016
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"Tutto da rifare"

Questa è la storia di una vita che cambia all’improvviso, di certezze incrollabili che a un tratto sfuggono all’evidenza della quotidianità e obbligano la persona a dare senso alla propria esperienza, reinventandosi.
La protagonista è Chiara, il che conferisce un tono autobiografico al romanzo; Chiara viene lasciata dall’Amore di sempre, e perde il lavoro. In cura presso una psicologa, Chiara è incoraggiata a recuperare sé stessa tramite un gioco: per un mese dovrà, ogni giorno, fare per dieci minuti qualcosa che non aveva mai fatto prima. Questo espediente terapeutico si rivelerà la chiave per una nuova conoscenza di sé e del mondo, e finalmente l’apertura e la ricostruzione.

I “dieci minuti” quotidiani di Chiara sono il perno intorno al quale si struttura il romanzo: brevi capitoli in cui, alla sperimentazione del nuovo, si affianca la narrazione del passato. L’idea dell’Autrice è spiritosa, inconsueta e conferisce una sensazione di “leggerezza” al romanzo, quasi che il lettore sbirciasse tra gli appunti quotidiani nel diario di Chiara.
Purtroppo però il linguaggio, infarcito di discorsi diretti e colloquialità, non sembra adeguato alla forma narrativa del diario, che dunque appare adottata un po’ “a caso”.
Inoltre certi personaggi e situazioni appaiono irrimediabilmente banali, e questa sensazione si accentua ulteriormente per l’evidente intento di farli apparire, invece, interessanti e anticonvenzionali.
A tratti ho percepito Chiara addirittura irritante, con la sua esasperata dipendenza dall’altro, la sua immaturità emotiva e l’ostinato rifiuto di una serie di evidenze della propria vita… Caratteristiche che, intuisco terminando il romanzo, non troveranno alcuna autentica maturazione.

Un personaggio che lascia poco, dunque, per un romanzo che lascia poco, se non la curiosità e la motivazione a nuove esperienze; un desiderio, tuttavia, che rischia di esaurirsi in fretta a causa della poca “sostanza”.
Per letture LEGGERISSIME.

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Romanzi altrettanto leggeri e "commerciali"
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irenecarmina Opinione inserita da irenecarmina    26 Settembre, 2015
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Un libro che ricorderete per ... 10 minuti.

Come leggere d'estate sotto l'ombrellone una rivista da rotocalco: lettura facile, sostanza poca, nessuna genialità.
Lo consiglio solo a chi vive un momento difficile della propria vita e desidera ricominciare a vivere, se non vuole impegnarsi in letture più incisive, anche solo perché non ne ha voglia. Ecco sì, per i poco volenterosi può essere una scelta discreta, un aiuto per riscoprirsi vivi. Da soli, ma vivi, quando tutte le certezze si sgretolano rovinosamente. Terminata la lettura, dopo 10 minuti, vi dimenticherete persino il nome della protagonista. Ma starete meglio. E questo è già qualcosa. Se volete scavare a fondo, leggete piuttosto Michael mio di Amos Oz.

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gli italiani da classifica.
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lapis Opinione inserita da lapis    31 Luglio, 2015
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10' x 30gg = 1 Vera Occasione

Quando la vita subisce una battuta d’arresto. Quando tutto ciò in cui identificavi te stessa viene a mancare, che sia il matrimonio, il lavoro, le abitudini, la città, una persona cara. Quando ti alzi al mattino (se ci riesci) con la sensazione che ti manchi qualcosa e che la tua vita sia davvero difficile da indossare. E ti chiedi: ma la vita che faccio è davvero la mia?

In questa condizione di smarrimento e svuotamento, Chiara accetta una sfida, un gioco: dedicare dieci minuti al giorno per un mese a fare una cosa assolutamente nuova.

Non aver niente da perdere diventa l’occasione per provare. A sperimentare cose che abbiamo sempre ritenuto inadatte a noi come mettere uno smalto colorato o ballare hip-hop. A guardare il mondo da un altro punto di vista, camminando di spalle. A fare cose di cui non ci credevamo proprio capaci come cucinare o guidare. Ma soprattutto ad aprire la mente a possibilità inaspettate.

Si scopre così che il proprio quartiere è abitato da negozi e persone a cui non abbiamo mai fatto caso, a cui non abbiamo mai rivolto nemmeno la parola. Ci si rende conto che, trincerati nell’egoismo che caratterizza il dolore e, più in generale, la nostra epoca, ai nostri genitori diciamo sempre "Io sto…Io mi sento… Io faccio…" ma non chiediamo mai "Tu come stai davvero? Tu cosa fai?". Si capisce all’improvviso che essere stati protetti in un bozzolo, essere stati aiutati, sostenuti, accompagnati per mano, ha reso la vita probabilmente più semplice ma ci ha privato dell’occasione per metterci alla prova e scoprirci in grado di superare proprio quell’ostacolo apparentemente insormontabile. Per crescere.

Questo romanzo non è un capolavoro della letteratura ma, con le sue parole semplici e il suo viaggio alla scoperta delle possibilità che offrono dieci minuti al giorno, ci manda un messaggio importante: il meno può diventar più, lo sgretolarsi dei propri punti fermi può diventare l’occasione per scoprirne di nuovi, le difficoltà possono diventare l’opportunità per crescere, per conoscersi. Perché tutto quel che ci accade è un arricchimento, anche quando purtroppo si presenta travestito da dolore.

Alla fine, questo libro mi ha lasciato una gran voglia di provare, di sperimentare, di inventare anch’io il mio gioco dei dieci minuti -che tra l’altro ho scoperto essere un serio esercizio ideato da Rudolf Steiner per la crescita interiore. Intanto inizio consigliandone la lettura, perché la considero davvero un’opportunità per pensare in modo un po’ diverso a se stessi, a quel che si è e magari a quello che si potrebbe essere.

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*vale* Opinione inserita da *vale*    28 Mag, 2015
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Un viaggio verso la rinascita

Chiara da un momento all’altro ha visto la sua vita crollarle addosso senza avvertimento: il marito l’ha lasciata con una fredda telefonata da Dublino, il suo capo l’ha licenziata. Ora tutto sembra non avere più alcun significato, il mondo intorno a lei ha perso colore. Ma poi la sua psicoterapeuta le lancia una sfida: ogni giorno, per dieci minuti, per un mese deve fare una cosa che non ha mai fatto. E così, esperienza dopo esperienza, Chiara inizia a rendersi conto che quel vuoto intorno a lei non è così male, che può modellarlo a suo piacimento, e che in fondo non è tanto vuoto. Nel diario che la accompagna in quei giorni alla scoperta di qualcosa di nuovo vediamo la protagonista uscire fuori dal suo “palazzo monocolore di Egoland” ed esplorare le mille possibilità che la vita può offrire. Si rende conto allora di poter fare cose che non credeva possibili come cucinare un dolce o imparare a guidare; ma soprattutto scopre di non aver più bisogno di suo marito, di quel marito che l’ha lasciata sola in modo tanto vile, e di poter ricominciare lasciandosi alle spalle quell’alone di tristezza e solitudine che l’aveva tenuta prigioniera nell’ultimo anno. “Perché, in effetti, il meglio della vita sta in tutte quelle esperienze interessanti che ancora ci aspettano”. Un libro entusiasmante, un viaggio verso una rinascita, verso la voglia di Vivere.

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ant Opinione inserita da ant    21 Marzo, 2015
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Chiara dal "Noi" all' "IO"

Libro fantasioso e strutturato in un modo simpatico e accattivante, una giornalista, Chiara, lasciata dal marito di punto in bianco, si sente proporre dalla sua psicanalista un gioco: "Per dieci minuti al giorno dovrà fare una cosa che non ha mai fatto. Chiara, scettica, accetta e sarcasticamente commenta: "Alla fine che cosa si vince? Riavrò la mia vita indietro?"
Per mantenere la promessa fatta alla sua dottoressa, inizia così un racconto veloce e zeppo di tantissimi aneddoti,con piccole storie di vita, a volte semplici come mettere uno smalto colorato alle unghie e delle altre più profonde, come riscoprire il piacere per il Natale. E Chiara esperienza dopo esperienza riscopre il bello di dire "Io" rispetto al "Noi" che aveva usato fino a poco tempo prima, riacquista fiducia in sè stessa e conosce tante nuove persone. Da rimarcare in questo libro , oltre alla singolarità della trama, tanti spunti personali che ho trovato molto interessanti, come il passaggio che estrapolo per concludere:
..."""Sto scoprendo che le persone smarrite hanno un istinto eccezionale per trovarsi fra di loro, facendo lo slalom attraverso le famiglie felici, le coppie che funzionano, quelle che non funzionano più, ma comunque vanno avanti..quel vuoto, mentre fra persone smarrite ci teniamo strette, non è detto s'asciughi: quasi sempre s'allarga"""....
Particolare

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Virè Opinione inserita da Virè    22 Settembre, 2014
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Dieci minuti originali...

Altro tentativo con Chiara Gamberale, ancora una volta senz'altro positivo, pur senza raggiungere i livelli di "Quattro etti d'amore, grazie", che, tra quelli letti, rimane quello che mi è piaciuto di più. Mi piace questa autrice, non posso negarlo. Frasi brevi e immediate che arrivano subiro al lettore, si fa leggere senza mai pesare, nessun capolavoro della letteratura, ma sicuramente idee simpatiche che si fanno apprezzare.
In questo caso la base della storia è trita e ritrita, una donna lasciata dal marito che non si decide a scomparire definitivamente dalla sua vita; la parte originale è invece nel modo scelto per superare il brutto momento: fare per dieci minuti al giorno una cosa che non si è mai fatta.
E così, di dieci minuti in dieci minuti, la protagonista analizza, interiorizza ed infine acquisisce una consapevolezza ed una maturità diversa.
Come ho già detto, non si tratta di un capolavoro della letteratura, ma si legge con piacere, senza annoiare, anzi dandoti anche qualche spunto di riflessione.
Ancora una volta promossa questa autrice, per una lettura piacevole, di svago, non troppo impegnativa, ma che non cada nel ridicolo, nello scontato, al contrario ti lasci comunque qualcosa, quanto meno un sorriso e un buon ricordo.

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L'amore quando c'era - Chiara Gamberale
Ma le stelle quante sono - Giulia Carcasi
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SARY Opinione inserita da SARY    23 Luglio, 2014
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Dieci minuti esclusivi

Chiara Gamberale confeziona un libro parzialmente autobiografico. Dove precisamente la realtà si mescoli alla fantasia non è specificato, ma è giusto così, i messaggi arrivano ugualmente a destinazione espliciti e convincenti.
Chiara, la protagonista, vive un periodo di crisi matrimoniale e professionale, non ci sono più certezze, la bussola interiore è rotta, in lei ci sono solo smarrimento e pena. Un consiglio fornito da persona qualificata potrebbe lenire il dolore e risvegliare la voglia di vivere sopita da tempo. Un gioco serio, dieci minuti quotidiani esclusivamente dedicati a sé stessi, un brevissimo lasso temporale impegnato in attività nuove. Visioni e convinzioni subiscono trasformazioni, la sofferenza porta conoscenza, trasforma, invoca cambiamenti per risalire verso la luce. Insomma, non tutto il male vien per nuocere, sarà proprio vero?
Libro originale per forma e contenuto. Insegna a curare le ferite invisibili e ad allargare gli orizzonti. Spiega che il cambiamento non è un mostro, ma un percorso alternativo, magari diverso da quello scelto in partenza ma che porta comunque a destinazione. Percorrendo vie ignote vi è il piacere della scoperta, paesaggi mozzafiato, persone valide, ci sono le possibilità, alla fine la serenità la si può trovare strada facendo. Una penna semplice, priva di fronzoli. L’autrice, che sembra l’amica della porta accanto, azzecca toni e parole per descrivere nel modo migliore le varie sfumature dell’animo umano, le reazioni e i meccanismi mentali. I capitoli sono brevi e corrispondono ai giorni dedicati al gioco ed ognuno ha un titolo riassuntivo. La copertina, invece, non rende giustizia.
Concludendo, consiglio la lettura di questo libro, regalatevi almeno dieci minuti al giorno di puro piacere.

“L’unica a non avercela più, una vita, ero io. Al suo posto una massa informe, sfilacciata, ferita, che come unico perno su cui girare aveva lo smarrimento.”

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Belmi Opinione inserita da Belmi    02 Aprile, 2014
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Dieci minuti al giorno.. ti possono cambiare la vi

Quando un cambiamento ti toglie tutte le tue certezze, la vita ti sembra impossibile da vivere.
Chiara è una donna che viene abbandonata di punto in bianco dal marito, dopo una vita vissuta insieme.
Questa situazione gli fa crollare tutto il mondo intorno e si ritrova dalla sua analista sempre più sfiduciata e depressa.
Per dare una svolta alla vita della sua paziente, l'analista, decide di far provare a Chiara un gioco, in cui ogni giorni per un mese, dovrà dedicare 10 minuti ad un'attività mai fatta prima. Il mettersi in gioco e provare esperienze nuove farà capire a Chiara quante cose dava per scontato e la farà riflettere sulla sua vita prima e dopo la rottura del matrimonio.


Una frase che mi ha colpito moltissimo è questa:
"Quando fanno qualcosa per noi, gli altri ci consegnano o in realtà ci tolgono un'occasione?"

E' un libro che si legge velocemente e fa molto riflettere, lo consiglio!

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AndCor Opinione inserita da AndCor    27 Marzo, 2014
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L'evoluzione moderna del romanzo di formazione

Chiara è una scrittrice 36enne che conduce una vita normale, fino a quando non rimarrà vittima di un autentico rovesciamento che le farà perdere ogni certezza e punto di appoggio.
Soprannominata 'Mister Magoo' perchè "come il Mister Magoo del cartone animato e del telefilm, io cado, inciampo, nemmeno mi accorgo di essere in pericolo, non so guidare...', sarà lasciata dal marito, in fuga verso una nebbiosa Dublino insieme ad una misteriosa Lei "che cucinava pancake eccezionali", e la sua rubrica su un settimanale verrà rimpiazzata da uno spazio del quale si occuperà Tania Melodia, la "vincitrice morale del Grande Fratello".
Entrata in un profondo baratro psicologico, Chiara realizza una sorta di annichilimento interiore, finché la sua psicoanalista, la dottoressa T., le proporrà un 'gioco' alquanto bizzarro: 'Per un mese, a partire da subito, per dieci minuti al giorno faccia una cosa che non ha mai fatto.'. E qui inizia il bello del romanzo.
L'elenco delle sue attività quotidiane inizialmente porteranno la nostra protagonista a nutrire sempre più dubbi che peggioreranno la crisi esistenziale apertasi dopo il divorzio, ma pian piano sarà lei stessa a rimettere insieme il puzzle della sua esistenza, perché grazie a questo 'gioco' si accorgerà di negozi vicini a casa sua che non aveva mai notato prima, si dedicherà con anima, corpo e mente in attività mai coltivate prima che la aiuteranno a combattere la tirannia del tempo e, soprattutto, i suoi dieci minuti più importanti li trascorrerà insieme alla madre, nel momento in cui per la prima volta le chiederà come sta davvero e che cosa prova dentro quando svolge la sua attività di volontaria. Senza dimenticare personaggi tanto importanti quanto estroversi come il suo amico gay Giampietro con la fissa di 'coniugare al femminile' ogni oggetto, animale o persona, il ragazzino eritreo di nome Ato che prenderà in affido e il suo ex marito, un uomo a metà tra il serio e il faceto e incapace di accettare una Chiara che sta, a piccoli passi, diventando autosufficiente sotto ogni punto di vista.

Un romanzo dalla narrazione spigliata e dinamica, che, tuttavia, non vuole caricare di significato le attività svolte dalla donna, bensì gli effetti che provocano nel suo Io: possiamo vederlo come un percorso iniziatico che porta Chiara a sviluppare un profondo senso di responsabilità, che la porta prima ad affermare che 'mi ha stupefatto ancora di più scoprire quello che c'era già. Per esempio la Città dei Ragazzi. Mia madre. Giampietro. Elisa18. Giada. Annalisa. Gli ottantanove invitati alla mia festa di Natale. I negozi a un passo da dove abito. Il romanzo che non credevo di avere dentro, ma che evidentemente c'era, se ora non riesco a mettere di scrivere.', per poi farle rendere conto che 'è quella cosa lì che mi manca.
La nostra vita sempre uguale.
Bellissima.
Implacabile.'

Tra i tanti spunti di riflessione che l'autrice vuole offrirci, sicuramente va fatta una menzione particolare per lo straordinario capitolo conclusivo, costruito impeccabilmente secondo il modello del monologo teatrale, nel quale una Chiara nuova, rinata e tirata a lucido per l'occasione riavvolge il nastro e comprende con lucidità, fredda e raziocinio di avere teorizzato, messo in pratica e superato quella dicotomia pirandelliana riguardo il concetto di 'vita'. Una vita nella quale è indispensabile emanciparsi, spogliarsi dei vestiti e delle maschere, 'e noi dobbiamo saltare.
Nudi.
Saltare.
E basta.'

Un libro la cui copertina, forse, potrebbe renderlo etichettabile come un romanzetto rosa, perché 'Purtroppo siamo in Italia. È un paese provinciale, il nostro. Ti invito anche solo a pensarci.' Di leggerlo, aggiungo io.
Anche solo per aiutare me e Chiara a trovare una risposta alla riflessione che mi ha colpito di più in assoluto: 'Quando fanno qualcosa per noi, gli altri ci consegnano o in realtà ci tolgono un'occasione?'.

Io una risposta me la sono data, ora aspetto le vostre.

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'Quattro etti d'amore, grazie' della stessa autrice;

'Storia di un corpo' di Daniel Pennac;
'Novecento' di Alessandro Baricco.
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Marco Caggese Opinione inserita da Marco Caggese    15 Marzo, 2014
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Dieci minuti che valgono una vita

Siamo agli inizi di dicembre. Chiara è una donna in stato confusionale, è stata lasciata dal marito, uomo con il quale è cresciuta e del quale è totalmente dipendente. "Mio Marito", come lo chiama la protagonista lungo tutto il libro senza mai dimenticare le emme maiuscole, l'ha lasciata al telefono, dicendo di aver bisogno di tempo e di spazi.
Chiara è spezzata e cerca faticosamente di ricostruire il suo mondo, dapprima indossando gli abiti della vittima e chiedendo compassione a chiunque, poi cercando di uscire dalla voragine nella quale si trova.
La sua analista le consiglia di dedicare ogni giorno 10 minuti a fare qualcosa che non ha mai fatto prima.
Così Chiara, lentamente, comincia a scoprire cosa significa guardarsi intorno, scoprire l'esistenza di strade, negozi, oggetti, ma soprattutto persone e sentimenti dei quali non si era mai accorta prima.
Quei dieci minuti di "egoismo" quotidiano la tirano fuori dal bozzolo in cui era chiusa e la aprono alla vita.
Inizialmente, poiché la Chiara del romanzo è l'autrice stessa (cita la sua professione ed i libri da lei pubblicati), avevo trovato il romanzo narcisista ed autoreferenziale. Poi, con lo scorrere delle pagine, il racconto ci porta a riflettere su quanto male impieghiamo il nostro tempo e ci spinge a prestare più attenzione ai dettagli, che sono probabilmente il succo stesso della vita.
La scrittura è fluida, gradevole ed una volta trovata la chiave di lettura del racconto, ci si appassiona e si finisce per prendere le parti di un personaggio o di un altro, nell'ambito della stessa storia.
Personalmente ho trovato commovente ed emozionate un passo in particolare, quello dei biglietti dei desideri appesi all'albero di Natale, e non vado oltre per non guastare la lettura a chi dovesse intraprenderla.
Insomma, questo libro, bella storia di un riscatto fisico e morale, è stato una vera sorpresa, per la sua piacevolezza, ma anche per la profondità e delicatezza delle tematiche trattate.

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Pia Sgarbossa Opinione inserita da Pia Sgarbossa    30 Novembre, 2013
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MI HAI LASCIATA ?...E IO SONO LIBERA !!!

Se ti pare che la vita per te non abbia più un senso...se pensi di non farcela, perchè avverti un vuoto incolmabile...Come puoi fare per uscirne?
Chiara aveva pensato che a lei non sarebbe mai successo...e invece un giorno capita, proprio a lei...Suo marito di punto in bianco la lascia...e a lei sembra di impazzire.
Le sue dolci certezze , le sue paure accettate come tutto ciò che aveva, e a cui alla fine sotto sotto si era abituata...all'improvviso tutto questo...crolla!
Le certezze sono perse , le paure ora sono nuove e inaspettate.
In quel rapporto dove esisteva troppo un "noi", si era perso quell' "io", che nessuno ha il diritto di sconvolgere e annullare...nessuno, nemmeno in nome di un grande amore!
E un nuovo mondo le si apre, scoprendo che tutto ciò che le era sempre stato garantito e offerto, altro non era che il modo per far si , che lei si privasse di sperimentare la vita...e capisce finalmente di quante occasioni si era privata...lei, insicura, paurosa, sempre bisognosa di ancore di salvezza...prima i genitori...poi il marito...La sua vita da sempre lineare, al sicuro, sotto una coltre di protezione; lei sempre al centro delle attenzioni dei suoi cari...
Ma la vita ti porta ad intraprendere percorsi che ti cambiano...ti maturano.
A quel punto tutto ciò che prima andava bene, comincia a starti stretto...e il marito che l'aveva aiutata in un percorso di crescita...la vorrebbe ora ,come prima...insicura, paurosa...ma lei, non lo è più...
Grazie ad un gioco originale , ecco che seguiamo Chiara mentre prova cose mai fatte, pensa cose mai pensate...che si accorge di posti e persone di cui non immaginava l'esistenza.
E comincia a vedere e guardare agli altri in modo più completo e intimo.
Finalmente scopre tutto quel mondo che non aveva mai visto e considerato.
Ora è lei che vuole di più...e con una forza nuova, con una capacità di speranza e uno slancio verso il futuro...
ORA PUO' FINALMENTE VIVERE DA PROTAGONISTA !
Confesso che da quando ho iniziato il libro mi sono scervellata per ricordare questo originale gioco proposto, con la convinzione di averlo già sentito...come una sorta di de javou...e mi sono divertita a seguire Chiara, a pensare a tutto ciò che io stessa non ho mai fatto...tutte le cose che non ho mai pensato...
Insomma, questo libro è diventato per me un pretesto per riflettere sulle mie certezze e insicurezze, sulle mie paure...su quanto io sia veramente "io"...trovando risposte mai pensate prima...riflessioni mai avute in precedenza...Un libro che ha saputo entare nel mio "io" più intimo...
Sono giunta alla conclusione di questa lettura ,con la consapevolezza che star male ... non fa poi così male!
Libro consigliatissimo a tutti!
Pia

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A quelle donne che per varie motivazioni interne o esterne, non hanno avuto la possibilità di crescere e maturare pienamente... A tutti quegli uomini che desiderano capire e sapere cosa è giusto per le donne!
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