Saggistica Scienza e tecnica La nascita imperfetta delle cose
 

La nascita imperfetta delle cose La nascita imperfetta delle cose

La nascita imperfetta delle cose

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In quel preciso momento, un centesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, si è deciso il nostro destino. In un universo in cui materia e antimateria si equivalevano, e che quindi avrebbe potuto, in ogni istante, tornare a essere pura energia, può essere bastata una leggerissima preferenza del bosone di Higgs per la materia anziché per l'antimateria ed ecco che si è prodotto il mondo che abbiamo sotto gli occhi. "Ecco qua il minuscolo difetto, la sottile imperfezione da cui è nato tutto. Un'anomalia che dà origine a un universo che può evolvere per miliardi di anni." Se tutto nasce da lì, dobbiamo capire in ogni dettaglio quel momento cruciale, ricostruirlo fotogramma per fotogramma, al rallentatore e da diverse angolature. Per questo al Cern di Ginevra è stato realizzato Lhc, l'acceleratore di particelle più potente del mondo, il posto più simile al primo istante di vita dell'universo che l'uomo sia stato in grado di costruire. Per questo da anni i migliori fisici del mondo lavorano giorno e notte, ai quattro angoli del pianeta. È così che è stata catturata la "particella di Dio". Ed è per questo che si studia ancora, per capire di più su come tutto questo è nato e su come andrà a finire la nostra storia: se nel freddo e nel buio o in una catastrofe cosmica, che ci darebbe il privilegio di un'uscita di scena assai più spettacolare.



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La nascita imperfetta delle cose 2020-01-14 19:30:22 archeomari
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archeomari Opinione inserita da archeomari    14 Gennaio, 2020
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Nuovi percorsi per la fisica

Un libro che sfugge all’etichetta di saggio scientifico, in quanto Guido Tonelli, professore di Fisica all’Università di Pisa, parla di un’avventura affascinante e straordinaria, vissuta in prima persona: la scoperta del bosone di Higgs, la particella che potrebbe spiegare come si è originato l’universo.
Il libro è stato pubblicato da BUR Scienza nel 2017, quattro anni dopo il Premio Nobel per la Fisica conferito a Peter Higgs e a François Englert per aver avuto, nel lontano 1964, l’intuizione che esistesse una particella con delle caratteristiche “in tutto e per tutto” simili a quelle che si sono rivelate e dimostrate nel bosone scoperto nel 2012, presso il CERN di Ginevra.
Tonelli ha fatto parte della squadra di oltre tremila scienziati che si è impegnata nella progettazione, nella realizzazione e nel monitoraggio continuo di una vera e propria “bestia” sotterranea di magneti superconduttori ed elettronica, il portentoso LHC, Large Handron Collider, una macchina gigantesca, un acceleratore di particelle, piazzato 100mt sotto il Giura, tra Francia e Svizzera , allo scopo di studiare le collisioni tra protoni, accelerati e diretti per un vero e proprio urto “frontale” tra di loro: quando il protone si frantuma, parte dell’energia si trasforma in nuove particelle e in alcuni casi, quando l’energia è massima, si possono produrre particelle massicce, alcune mai viste prima.
Un progetto costato anni di sacrifici, con tante difficoltà, dal budget all’impianto vero e proprio, un progetto pionieristico, coraggioso, portato avanti da giovani menti “vicine” a quelli dei folli e dei sognatori, quando anche il Nobel, allora direttore del CERN, Carlo Rubbia, guardando Tonelli che aveva spiegato il progetto, disse “Non funzionerà mai. Farete un gigantesco buco nell’acqua”.
Per fortuna non è andata così, il sogno è divenuto realtà.

“Siamo una strana pattuglia di moderni esploratori. Il nostro scopo è capire da dove nasce questa meraviglia di universo materiale che ci circonda e di cui facciamo parte. Siamo quelli che la gente chiama scienziati, truppe speciali della conoscenza che l’umanità manda in avanscoperta a capire come funziona la natura. Menti elastiche, curiose, prive di pregiudizi e pronte ad accogliere ogni sorpresa, consapevoli che (...) occorre liberarsi di ogni residuo di senso comune e di avventurarsi in territori ignoti. Ai confini della conoscenza ti ritrovi da solo, in un mondo in cui riecheggiano soltanto le intuizioni dei poeti e le voci dei pazzi”.

Un libro si presenta come un piacevolissimo ed arricchente racconto che insegna non soltanto quanto poco (appena il 5%) sappiamo dell’universo nonostante la tecnologia, ma rende chiari ed accessibili i concetti chiave della fisica delle particelle, come il modello standard, quark, gluoni, neutrini, inflazione cosmica, supersimmetrie, materia ed energia oscura, di cui probabilmente è fatto il 95% dell’universo che non abbiamo ancora compreso! E tanto altro!

Emozionante il racconto di quel fatidico giorno in cui venne individuato il bosone di Higgs, definito la particella di Dio, la particella che ha dato corso all’universo! Uni-verso? Potrebbero esserci anche dei multi-versi...altre dimensioni oltre le quattro che riusciamo a concepire !

Orgoglio europeo, CERN e LHC, giovani scienziati europei infiammati dalla sete di conoscenza che hanno lasciato di stucco gli americani ed il loro super finanziato progetto SSC, miseramente fallito.
Piccolo appunto finale.
Con amarezza Tonelli ricorda che, mentre negli altri Stati tutte le reti televisive trasmettevano la discesa nel cuore dell’acceleratore, evento di portata mondiale, la nostra RAI1 non fu in grado di mandare qualche operatore del tg, perché tutto il personale era impegnato per il festival di Sanremo!

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