Saggistica Scienza e tecnica Lo strano ordine delle cose
 

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Come e perché sono sorte le culture? Come si spiega lo sviluppo di pratiche, strumenti e idee quali le arti, l'indagine filosofica, le regole morali e le fedi religiose, la giustizia, i sistemi di governo, l'economia, la tecnologia e la scienza? Perlopiù si risponde a questa domanda invocando una caratteristica peculiare della nostra specie, il linguaggio verbale, insieme ad altri tratti quali l'elevato grado di socialità e un intelletto superiore. Una spiegazione a prima vista ragionevole, eppure carente, giacché trascura il ruolo che i sentimenti e le emozioni svolgono nel motivare le azioni individuali e collettive che danno origine alle culture. Ma c'è di più: se negare a mammiferi e uccelli i sentimenti collegati all'emozionalità, e quindi la coscienza, è tesi ormai insostenibile, ci aspetteremmo tuttavia che pratiche e strumenti culturali fossero possibili, data la loro complessità, solo iti creature molto evolute, dotate di una mente e di una organizzazione cerebrale di livello superiore. Non è così. I sentimenti traggono infatti il loro potere da un principio di regolazione della vita, l'omeostasi, che è riscontrabile in ogni organismo e che gli consente non solo di perdurare, ma di prosperare. Essa è il filo invisibile che unisce le nostre menti al brodo primordiale in cui la vita ebbe inizio. Scopriamo così, non senza stupore, che i batteri, organismi unicellulari privi di mente e di cervello, hanno regolato per miliardi di anni la propria esistenza seguendo uno schema automatico che prefigura comportamenti usati dagli esseri umani nella costruzione delle culture, incluse forme avanzate di socialità e di cooperazione. Se le cose stanno così, l'inconscio umano affonda le radici più in profondità e più lontano di quanto Freud e Jung abbiano mai immaginato.



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Lo strano ordine delle cose 2018-07-27 14:35:48 antonelladimartino
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antonelladimartino Opinione inserita da antonelladimartino    27 Luglio, 2018
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OMEODINAMICA

Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Risposte complete ancora non ce ne sono, ma questo splendido saggio fornisce qualche dato in più, ricavandolo dai risultati delle ultime ricerche neuroscientifiche, che confermano le intuizioni di filosofi vecchie di secoli e rivalutano i fondamenti della psicoanalisi classica.

L’autore non usa un linguaggio semplice, ma probabilmente la complessità è inevitabile, indispensabile per demolire certezze illusorie ma consolidate. Non è una lettura leggera, ma l’impegno che esige offre in cambio l’apertura di confini che sembravano invalicabile e ci regala una chiave di lettura preziosa, da usare con cautela per conoscere meglio noi stessi e le contraddizioni della nostra civiltà.

Noi umani non siamo soprattutto intelletto e artificio; il valore della nostra affettività sempre stato trascurato nei nostri tentativi di definirci e di indagare le origini della nostra psiche e della nostra, umanissima, cultura, ma i risultati delle ricerche parlano chiaro e rivoluzionano completamente il ruolo basilare dei sentimenti nella nostra mente, nella nostra coscienza e nella nostra vita sociale. I sentimenti sono immagini, e nascono dal corpo: l’evoluzione stupefacente che dall’omeostasi (ma sarebbe meglio definirla omeodinamica) cellulare porta alla coscienza è spiegata e illustrata con efficacia, anche se richiede impegno.

E così scopriamo che no, non siamo poi così differenti dalle forme più semplici della vita. No, l’intelligenza non appartiene soltanto a noi, non è una prerogativa delle specie animali più evolute e nemmeno degli insetti: la condividiamo addirittura con i batteri, parassiti utili e dannosi, vite minuscole e invisibili che prosperano nel nostro mondo in misura difficilmente immaginabili, anche e soprattutto nel nostro organismo. I batteri fanno parte di noi, in ogni senso. E quanto sono intelligenti! Non è un caso se prosperano più di noi, anche in situazioni ambientali estreme. Non dobbiamo stupirci troppo, se li scopriremo davvero su Marte!

I batteri sono privi di coscienza, di mente e di sistema nervoso, ma non di omeostasi. Cooperazione e competizione non ci appartengono in esclusiva, al contrario hanno radici profonde, che affondano negli albori della vita e che ora fioriscono nelle manifestazioni più complesse della creatività umana. Leggere la vita di questo pianeta come un unico, variegato organismo, di complessità crescente ma privo di differenze sostanziali, non è semplice e nemmeno intuitivo, ma il percorso è appagante e conduce a risultati che possono rivoluzionare la nostra concezione di natura, cultura, umanità.

Una meraviglia da leggere. Non perdete l’occasione.

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saggi di psicologia, psicanalisi, neuroscienze, filosofia.
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