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La fattoria degli animali
 
La fattoria degli animali 2016-04-13 06:37:55 Belmi
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    13 Aprile, 2016
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Una critica non celata

Leggere “La fattoria degli animali” e rimanerne indifferenti è qualcosa che non può succedere. Ho finito di leggere questo libro una settimana fa e sono ancora in difficoltà nel trovare le giuste parole per rendere il mio pensiero. Questo libro mi ha sconvolto.

Orwell con un linguaggio semplice e diretto ci presenta, se così si può definire, una satira politica. “La fattoria degli animali” cela molto più di quel che vuol mostrare. Se agli occhi di un profano può quasi sembrare una storiella senza un lieto fine, per un lettore più attendo, ma neanche più di tanto, la critica di Orwell per il comunismo e per tutti i governi totalitari è palese.

I protagonisti sono gli animali di una fattoria patronale, che decidono di ribellarsi al padrone, attraverso la rivoluzione, uno strumento necessario per diventare liberi e finalmente tutti uguali. Il passare da “Fattoria Padronale” a “Fattoria degli Animali” può sembrare un sogno che si realizza, ben presto diventerà altro:

“Questo lavoro sarebbe stato assolutamente volontario; chi se ne fosse astenuto però avrebbe avuta ridotta di metà la sua razione”.

Orwell ci mostra il corso degli eventi, di come si possa cercare il nemico ovunque, della necessità di un capo espiatorio su cui riversare i problemi, senza dimenticare l’ingenuità e il terrore che può nascere nei deboli. Di come un buon oratore può far diventare bianco qualcosa che invece è nero e di come la difficoltà di farsi avanti e di esporsi ci fa diventare se non proprio dei vigliacchi comunque degli assecondatori passivi.

Nella mente del lettore diventa molto semplice sostituire il ruolo degli animali con quello degli uomini. Personalmente ho trovato particolarmente toccante il cambiamento dei “I sette comandamenti” che venivamo “leggermente” modificati per trovare il vantaggio di chi prima era uguale agli altri. Orwell ci ha mostrato tutto ed è difficile non puntare il dito sul singolo o su chi passivamente ha accettato gli eventi. Però forse in maniera involontaria, ci ha anche mostrato di come il singolo difficilmente poteva fare la differenza.

Una lettura che consiglio. Le riflessioni possono solamente aiutarci a vedere che purtroppo la società, anche da noi, non è poi così diversa, le caste ci sono ancora.

Buona lettura!

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