Dettagli Recensione
Un pugno allo stomaco
Se già da tempo pensavo di sapere quello che succede negli allevamenti intensivi, leggendo questo libro mi sono dovuta ricredere.
Foer inizia questa sorta di romanzo-inchiesta interrogandosi dapprima sul rapporto uomo-cibo e sul rapporto uomo-animale. Se in un primo momento il testo ha un andamento aneddotico e piacevole, come quando l'autore ci introduce il mitico personaggio della nonna o si dilunga sul rapporto con la sua cagnolina, successivamente il cuore dell'opera è un viaggio nell'allevamento intensivo, di tutti i tipi: da quello dei polli a quello suino, per poi parlare della pesca selvaggia e dell'allevamento dei pesci.
L'autore non ci parla solo di numeri e statistiche, ma ci propone la sua esperienza personale, riportando non solo le sue visite in prima persona ad alcuni fra gli allevamenti più importanti negli USA, ma anche le testimonianze dirette di allevatori e attivisti per i diritti degli animali.
Lo scopo non è tanto quello di convincere il lettore a non mangiare mai più prodotti animali, quanto quello di farci capire i danni che questi allevamenti producono non solo sugli animali, trattati in maniera disumana e spesso torturati gratuitamente, ma anche sull'ambiente e sulla salute stessa dell'uomo.
Agli allevamenti intensivi vengono contrapposti altri tipi di allevamento, che prevedono un numero minore di animali allevati, ma sicuramente un trattamento più umano per gli animali, che non sono reclusi in gabbie striminzite e possono vivere all'aria aperta, accoppiarsi quando vogliono e socializzare tra loro.
Foer ci mette comunque in guardia dalle facili diciture che accompagnano i prodotti, tipo "biologico", "da allevamento a terra", e ci dimostra come spesso queste etichette siano delle furbate per attirare i clienti.
Pur essendo vegetariano, l'autore non propone la sua scelta di vita come modello assoluto, ma ci fa capire come ridurre almeno un po' il consumo di carne contribuirebbe a migliorare di gran lunga la salute nostra, del pianeta e degli animali.
Molto interessante anche la parte in cui parla delle epidemie di influenze animali, come l'aviaria, la suina e via dicendo.
E' una lettura che consiglio, perché troppo spesso si parla di "consumo consapevole" senza nemmeno sapere cosa sia, questa consapevolezza.
A me ha colpito molto, e al di là delle scelte alimentari che facciamo, dovrebbe essere un modo per riflettere su come l'allevamento intensivo non violenti solo gli animali e l'ambiente, ma conduca all'esasperazione e all'alienazione anche gli operai che ci lavorano dentro.
Ambiente, uomini e animali sono collegati tra loro, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo.