La cattedrale del mare La cattedrale del mare

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Liv Opinione inserita da Liv    16 Giugno, 2020
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Non esiste Bene o Male che sia assoluto

“La cattedrale del mare” è un romanzo di Ildefonso Falcones, ambientato nella Barcellona del XIV secolo.

Le vicende narrate riguardano l’intera vita del protagonista, Arnau Estanyol, e vanno di pari passo con quelle della costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Mar (le pagine riservate alla posa della prima chiave di volta della chiesa sono davvero ben riuscite, si resta col fiato sospeso, come si fosse presenti, finché la pietra non raggiunge la posizione corretta).
Seguiamo di entrambi nascita, crescita, cadute, riprese, compimento: Arnau è un uomo del popolo e la cattedrale sarà la chiesa del popolo, i loro destini appaiono fin dal primo incontro legati a doppio filo.

La storia è molto ricca di eventi e personaggi ma si segue bene perché le descrizioni e i dialoghi danno al lettore tempo e modo per calarsi nelle situazioni e familiarizzare con volti e caratteri.

Il romanzo si sostiene sulla forza dei contrasti: il lettore verrà continuamente posto davanti ad alternative in cui si sentirà chiamato a schierarsi e sarà un’impresa che difficilmente gli riuscirà.
Subire un affronto e vivere o ribellarsi e morire? Lo stesso padre di Arnau, Bernat, sceglierà prima una cosa e più avanti nel romanzo un’altra: avrà considerato il primo un errore o semplicemente la seconda volta avrà sentito meno ragioni e responsabilità nel sopravvivere a un’ingiustizia?
Salvare una moglie o un figlio? Abbandonarsi ad un amore dolce o passionale? Aderire a una guerra d’armi con baldanza ma rifuggire una guerra di sentimenti? E in tal caso si è coraggiosi o vili?

In questo romanzo non manca la questione della schiavitù e anche per questo argomento che, lapalissianamente, non prevedrebbe due facce della stessa medaglia, l’autore è in grado di mostrarci quanto ogni giudizio possa restare sospeso, o comunque debba essere contestualizzato: Arnau aborrisce il commercio degli schiavi ma, indirettamente e a sua insaputa, sarà ciò che gli salverà la vita, rivestirà cioè una funzione salvifica.
Inoltre ci destabilizza constatare che la libertà ha importanza e confini che ciascuno determina per sé -incontreremo uno schiavo affrancato che pagherà per la libertà di un altro schiavo, gli donerà del denaro che questi però sperpererà tornando a vendere la propria libertà per la sopravvivenza - o che la schiavitù possa essere una condizione non imposta, infatti la sceglie liberamente Sahat e le sue motivazioni non saranno difficili da comprendere.
Sahat è forse il personaggio che più è rappresentativo dello spirito del libro: una vita da schiavo, da falso convertito, da uomo di fiducia che però opera alle spalle del suo padrone, eppure così leale…

Ed ecco il punto: se c’è un motore positivo delle vicende dei nostri protagonisti questo non è l’amore che, anzi, spinge molti di loro a danneggiare gli amati, ma la lealtà. Non importa che cammino ondivago tra Bene e Male compiranno le azioni animate dallo spirito di lealtà, saranno le sole che ci faranno respirare un senso di giustizia (invito il lettore a ripensare a questa considerazione quando incontrerà un servo che per lealtà a una buona padrona sfiderà un inquisitore).

Non c’è assolutamente buono né assolutamente cattivo nemmeno nella fede: Arnau troverà in essa la sua massima consolazione e trarrà da essa la sua massima forza ogni volta che si rivolgerà alla Vergine del Mare, ma sempre dalla sua religione gli giungerà il massimo tormento quando l’Inquisizione deciderà di processarlo.

Tutto il romanzo è un invito all’empatia, al cercare di comprendere gli animi dei personaggi perché, come ci ricorda il titolo dell’ultima sezione del libro, la loro evoluzione li conduce a essere comunque servi di un destino, al di là del Bene e del Male.

Aggiungo, infine, una riflessione su due temi che permeano l’intero romanzo: la condizione della donna e delle comunità ebraiche. Gli episodi che narrano di umiliazioni, abusi, calunnie, vorremmo tanto relegarli al barbaro mondo medievale che ne fa da sfondo ma perché li avvertiamo così attuali? Perché leggere della società che condanna una donna giovane e sana che non si sposa e mette al mondo dei figli, non ci puzza di idea marcia? Perché nel seguire la folla di Barcellona che assalta il ghetto accusando gli ebrei di aver ucciso Gesù Cristo ci par di sentire anche l’eco di migliaia di moderni scarponi militari? Quanto Medioevo ci portiamo dentro?

Il romanzo è consigliato per quanti non hanno paura di dubitare e di ascoltare le ragioni degli altri; fortemente sconsigliato per chi ha sole certezze nella vita.

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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    19 Febbraio, 2018
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Arnau e la storia di Barcellona

Nel 1320 il matrimonio di Bernat Estanyol, contadino relativamente benestante, ma pur sempre servo della gleba, viene funestato dall'arrivo improvviso del suo barone che dopo aver gozzovigliato al banchetto di nozze, gli violenta la futura sposa sulla base del preteso jus primae noctis. Così iniziano le vicende ed i triboli della famiglia Estanyol e, in particolare, del giovane Arnau, concepito quel funesto giorno, ma inequivocabilmente figlio di Bernat. Attraverso gli occhi di Arnau ci vengono proposti più di sessant'anni di storia catalana tra il 1320 ed il 1384, con tutte le angherie che la nobiltà compie a danno dei servi e, in generale, delle classi inferiori; le futili guerre dichiarate per ripicche personali della classe dirigente, guerre nelle quali a soffrire sono solo i più umili; la combattiva tenacia delle classi mercantili che cercano, comunque, di restare a galla; i terribili soprusi ai danni della comunità ebraica e di quella servile, e, infine, il manifestarsi dei primi devastanti esempi di quello che sarà il potere dell’Inquisizione spagnola.
Normalmente tendo ad astenermi dal recensire libri che hanno già ottenuto molti pareri: una critica in più rischia solo di aumentare il “rumore di fondo” senza fornire un ulteriore chiaro supporto a chi vuol farsi un’idea precisa del libro, prima di affrontarne la lettura.
In questo caso ho deciso fare una eccezione a questi principi perché ho sentito il bisogno di chiarire, prima di tutto a me stesso, l’impressione provata nel leggere questo romanzo. Ci sono stati momenti in cui ero catturato dalla lettura e bevevo come un assetato le storie che ammanniva l’A., ci sono stati altri momenti in cui sono stato tentato di buttare il volume teatralmente fuori dalla finestra.
La Cattedrale del Mare è, a tutti gli effetti, un feuilleton in chiave moderna, ciò va detto e senza nessun intento spregiativo visto che tra gli autori di romanzi d’appendice vanno annoverati giganti della letteratura mondiale quali Sue, Dumas, Balzac, Stevenson. Nel caso particolare va riconosciuto il merito a Falcones di aver fornito un impianto storico accuratissimo e documentato. Quando elenca con puntigliosa precisione i vari condottieri che, agli ordini del Re di Aragona, conducono la campagna punitiva contro il riottoso cognato Re di Maiorca, m’è sembrato di riaprire le pagina dei Promessi sposi ove Manzoni rievoca la discesa in Italia delle truppe lanzichenecche.
Le vicende di Arnau Estanyol sono al contempo coinvolgenti ed irritanti, con quel continuo alternarsi di cadute nella polvere ed innalzamenti verso le più alte vette della gloria. Ho trovato abbastanza insopportabile la caratterizzazione di certi personaggi, alcuni (a cominciare da Arnau) troppo esageratamente buoni e succubi della mala sorte che si accanisce contro di loro ed altri inesorabilmente malvagi senza neppure una logica giustificazione. Arnau che accetta tutto senza neppure un moto di ribellione è altamente incredibile; delle due molto più umano e reale è il padre Bernat che, almeno alla fine, mostrerà un rigurgito di orgoglio. Sul fronte opposto altrettanto improbabile è, ad esempio, Margarida con il suo odio artificioso e scoppiato all'improvviso senza giustificazione alcuna. In genere tutto il romanzo è pesantemente intriso di quel gusto tipicamente spagnolo per le storie a tinte forti dove i sentimenti, tra cui l’odio e l’amore, sono portati sino ai loro massimi vertici.
La storia in generale sente pesantemente gli influssi di altre opere letterarie. E’ inevitabile, infatti, pensare ai Pilastri della Terra di Follet quando si parla della costruzione della Cattedrale di Santa Maria al Mar. Il processo davanti all’Inquisizione trova un precedente, molto più rigoroso e drammaticamente credibile, in quello che Eco descrive nel nome della Rosa. E questi sono solo alcuni dei debiti che Falcones ha nei confronti di alcuni grandi autori.
In sintesi il romanzo non è disprezzabile, ma, a mio avviso, esageratamente lungo fino a diventare tedioso. l’A. ha voluto descrivere tutta la vita di Arnau, ma, se si fosse limitato ad alcuni decenni la storia ne avrebbe tratto giovamento. Per tener desta l’attenzione del lettore sono stati inventati continui ribaltamenti delle sorti dei protagonisti. Alla fine ciò non fa che esasperare. Infatti esistono due tipi di romanzo storico. Ci sono i romanzi che vogliono descrivere un determinato periodo visto attraverso gli occhi dei contemporanei, ma allora questi ultimi sono solo comparse nel grande gioco della Storia. Ci sono quelli che, invece, mirano a raccontare una vicenda umana sullo sfondo di accadimenti realmente avvenuti, ma in questo caso le vicende dei personaggi devono necessariamente rispettare una unicità d’azione. Falcones ha voluto incrociare i due generi, un po’ come se Manzoni avesse preteso di proseguire raccontando i triboli matrimoniali di Renzo e Lucia e, magari, di farci partecipi anche dei problemi dei loro figlioli, creando un mattone difficilmente digeribile.
Un conto è un’opera letteraria e un conto è una telenovela che può essere “tirata in lungo” finché il pubblico risponde positivamente.

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Consigliato perché, in fondo, è piacevole approfondire la storia di una delle città più affascinanti del Mondo, quando era all'apice della sua gloria di Città Marinara. Ma non mi sento di consigliare la lettura del seguito ("Gli eredi della terra"): già questo è troppo lungo...
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Paola75 Opinione inserita da Paola75    02 Febbraio, 2018
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VIA FORA

Nei dintorni di Navarcles si celebrano le nozze di Bernat Estaynol con Francesca, sono invitati tutti i contadini della zona e l'atmosfera è festosa fino all'arrivo del conte e dei suoi sgherri, i quali si uniscono alla cerimonia pretendendo cibo e vino, cosi che l'atmosfera di gioia si spegne lasciando posto ad un assoluto silenzio e sguardi furtivi. La situazione peggiora quando il conte reclama il diritto feudale ossia di giacere per primo la prima notte di nozze con la moglie del servo e per non rischiare di avere "un altro figlio illegittimo" costringe Bernat subito dopo ad avere rapporto con sua moglie. Francesca rimane incinta ma il figlio appena nato, presenta un neo sotto l'occhio destro identico a quello di Bernart, confermando così la sua paternità. Ciò diventa un motivo di beffa alla virilità del conte e per non lasciarsi deridere obbliga Francesca insieme al figlioletto a trasferirsi a palazzo per far da balia ai suoi figli. Bernat furioso rapisce il figlio e fugge con lui in montagna (non potendo far nulla per Francesca la quale rimane al palazzo subendo altra violenza)per poi trasferirsi a Barcellona da sua sorella.Nella capitale vige una legge che consente, dopo un anno ed un giorno di permanenza in città, di ottenere la cittadinanza e quindi lo scioglimento del vincolo di servo della gleba. Qui suo cognato, un ricco mercante lo accoglierà (anche se mal volentieri) a lavorare presso la sua bottega di vasaio e dividere il tetto con i suoi schiavi mentre suo figlio Arnau verrà ospitato in casa con la zia Guiamona e i tre cugini. Arnau stringe amicizia con Joanet un ragazzino povero e verrà accolto dai due Estaynol come fratello e figlio.
Un aspetto molto importante nella vita di Arnau è la sua fede nella Santa Vergine Maria con la quale colma il vuoto lasciato da sua madre, avrà un forte legame con la Madonna a tal punto da vederla sorridere e sarà un punto di riferimento per lui così come la cattedrale in cui vi risiede: Santa Maria del Mar, i due ragazzi affascinati dalla maestosa chiesa in costruzione, passeranno gran parte del tempo aiutando nel loro piccolo i bastaixos (scaricatori di porto) e verranno amati e rispettati. In seguito Arnau si avvicinerà alla confraternita dei bastaixos mentre Jonat preso sotto protezione dal prete della chiesa studierà per diventare prete.
Una vita piena di vicissitudini accompagnerà Arnau all'età adulta, forte e audace riuscirà grazie ad un amico ebreo Hasdai a diventere un ricco banchiere
ma ciò non cambierà il suo modo di essere e nonostante abbia raggiunto una stabilità economica, divenuto probiviro della città e sposato con la pupilla del re non verrà mai accettato dai nobili per via delle sue umili origini ma ciò non peserà sulla sua vita, inoltre il suo animo buono e generoso lo porterà sempre a schierarsi con i più deboli ed ad essere amato da molte persone.
Otre al protagonista molti sono i personaggi che animano questo romanzo e faranno da scenario nella società catalana del xiv secolo: gli abitanti già da allora inclini al commercio e alla vita marinara (pur non avendo un porto), animamo le vie con le loro usanze e tradizioni, molto fondamentale è la figura dei bastaixos un tempo schiavi ma poi divenuti uomini liberi i quali gratuitamente trasportavano sulle spalle grandi massi alla chiesa di Santa Maria del Mar per contribuire alla sua costruzione.
All'epoca molte erano le diversità sociali tuttavia la popolazione alla chiamata della host (esercito cittadino) si riuniva nelle piazze richiamati dal grido di "Via fora" ossia " uscite tutti" per difendersi dalle offese recate alla città da signorotti locali e ridando così onore al buon nome di Barcellona; tra realtà e fantasia seguiremo molti altri aspetti storici importanti di quel tempo in particolare: lo stato del servo della gleba, contadini coltivavano le proprie terre concesse in enfiteusi, pagando tasse e versando parte del ricavato ai loro superbi signori, subendo ingiustizie e vivendo nelle loro misere condizioni di fame e di sporcizia. Altre pagine saranno dedicate al periodo nero della peste che decimò la popolazione e ancora guerre ,successioni al trono e discriminazione verso le donne.
Un altro tema storico affrontato è il ruolo che la chiesa ha avuto in quei tempi: vescovi diaconi etc smaniosi di potere, preti con i loro sermoni tendevano a spaventare i fedeli e giudicati dal tribunale della Santa Inquisizione in cui migliaia di persone venivano sottoposte a torture in nome di Dio e della fede; inoltre contribuì a fermentare l'odio verso gli ebrei, quest'ultimi vestiti di nero e con una rotella gialla sul petto (per poterli distinguere), cosiderati eretici erano obbligati a convertirsi e per intere generazioni sono stati costretti a subire violenze e assalti nei ghetti; tuttavia erano tutelati e protetti dal re unicamente per il proprio interesse infatti erano i suoi maggiori creditori.
Molto interessante è il dialogo tra Arnau e Hasdai, il suo amico ebreo, il quale spiega il loro "credo" mettendo alla luce un'altra versione in cui i cristiani sono abituati a vedere il mondo ebraico.
L'intreccio tra le mille avventure di Arnau e gli eventi storici che vi susseguono hanno reso la lettura coinvolgente e appassionata, solo il finale mi ha lasciata un pò perplessa: troppo frettoloso per far uscire di scena alcuni personaggi. Ha il suo seguito in "Gli eredi della terra" e a breve inizierò a leggerlo e ammetto di essere curiosa di scoprire cosa vi troverò.

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Maria Fazio Opinione inserita da Maria Fazio    22 Agosto, 2017
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il libro che dipinge la storia catalana

Questo romanzo dipinge un ritratto accurato della storia catalana del XIV secolo.
Le vicende del protagonista Arnau Estanyol vengono narrate come un viaggio all’interno della società del periodo. Questo libro rappresenta dunque un percorso storico dove le esperienze del protagonista e dei personaggi che lo circondano vengono mostrati in quella che era la mentalità di quell’epoca.

Il ritmo narrativo è incalzante, e impeccabile. Le scene che si susseguono sono costruite intorno al protagonista proprio per descrivere al meglio la realtà storica catalana. Gli stessi titoli dei capitoli sono impostati tenendo conto dell’evoluzione sociale che Arnau vive. A mano a mano che il protagonista cresce e diventa adulto la sua ascesa lo porta ad attraversare tutti gli strati sociali della Barcellona del XIV secolo.

In questo libro i temi dell’ingiustizia sociale vengono trattati come manifestazione della costante lotta tra bene e male.

Questo è un romanzo che consiglio a tutti gli amanti del genere storico e a coloro a cui piacciono i protagonisti che partono dal basso, proprio dal fondo, per riuscire a raggiungere la libertà e la serenità.

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    18 Agosto, 2017
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Le pietre dei bastaixos

Prima di leggere La Cattedrale Del Mare avevo letto solo Gli eredi della Terra decidendo che Falcones non era un autore consono alla mia lettura.
Spinto da un consiglio fraterno, mi sono avvicinato a questo romanzo con un po' di sospetto e col timore di trovarlo lento.
Felice di essere smentito, mi sono imbattuto in una lettura veloce ed interessante, più dinamica ed essenziale de Gli eredi della Terra e de I pilastri della Terra, tanto per dare un termine di paragone con un altro autore.
E' un romanzo di riscatto e di libertà. Libertà affrontata da molti punti di vista. Come un povero contadino, fosse libero di coltivare la sua terra, ma servo del suo padrone; gli artigiani liberi ma schiavi della fame; i nobili liberi ma assoggettati al re ed alla chiesa.
Falcones racconta di come Arnau Estanyol, ancora in fasce, viene trascinato dal padre in fuga dal suo padrone. L'umiltà, l'onestà ed il senso del dovere che il padre ha impartito ad Arnau, sono le basi sulle quali il giovane affronta la sua personale scalata sociale. Durante questa lunga e penosa ascesa, Arnau inciampa nel destino che, con un insopportabile senso di ineluttabilità, l'opprime e lo costringe a ricominciare spesso daccapo.
Un inverosimile, ma sperato, lieto fine del romanzo ci mostra infine l'immagine di uomini ricchi e ambiziosi umiliati dalle conseguenze della loro tracotanza.
Falcones pone inevitabilmente l'accento sulle disparità sociali e di come, i poveri hanno il senso della famiglia e delle vita a differenza dei ricchi che danno un prezzo anche alla vita stessa.
Questa differenza è maggiore nel personaggio di Joanet, nato povero da una madre che non ha mai visto, perché rinchiusa in una stanza dopo aver tradito il marito. Joanet viene adottato da Bernat Estanyol, padre di Arnau, diventando per Arnau come fratello minore. Arnau, pur di mantenere agli studi il piccolo Joanet, ancora adolescente comincia l'attività di scaricatore di porto, bastaixos. Joanet , per conto suo, si impegna negli studi ed affronta la carriera ecclesiastica. Il cambio di posizione sociale, all'interno della chiesa, e la corruzione di cui la chiesa stessa è ricca, in epoca medioevale, spingono Joanet alla carriera di inquisitore "dimenticando" o "mescolando" la vera distinzione tra bene e male.
Sia ben chiaro che le considerazioni di Falcones non vogliono essere un attacco diretto alla religione ma solo alla chiesa mediovale, infatti Arnau è un profondo fedele della Madonna del Mare nella quale scorge un sorriso rivolto direttamente a lui.
Falcones crea dei co-personaggi fondamentali, le donne. La madre di Arnau, la moglie e l'amante. Tutte loro rappresentano un elemento del romanzo molto importante. La madre stuprata che abbandona il figlio riesce a trovare riscatto nel finale. La moglie, fedele e gentile, rappresenta il lato più dolce di tutto il romanzo. L'amante, passione e decisa, invece è un ostacolo, un muro che Arnau non può e non vuole superare.
Loro, e anche le altre di differenti scale sociali, saranno fondamentali per il sostegno della trama.

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paolnoah9011 Opinione inserita da paolnoah9011    11 Gennaio, 2017
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Un tuffo nella Catalogna del XIV secolo

Credo sia un ammirevole romanzo che forse un giorno rileggerò per assaporare al meglio l'atmosfera che riesce ad emanare.

Ildefonso Falcones si cimenta con questo romanzo storico raccontando l'esistenza del suo protagonista che cerca di emergere continuamente dalle difficoltà che il modo di vivere del tempo imponeva, di resistere quando sarebbe stato più semplice arrendersi e che continua a seguire il cammino della sua vita lottando per un ideale migliore.

Una piacevole narrazione che non stanca il lettore tranne forse nelle digressioni che presentano personaggi storici con relativi nomi e parentele. Spicca inoltre la conoscenza dell'autore nel campo legislativo, che sfrutta cavilli e norme a favore di una trama più ricca non solo di informazioni storiche.

L'avventura del padre prima e la vita del figlio poi, permetteranno di conoscere svariati personaggi che avranno ognuno una propria importanza nella trama senza risultare mai inutili. L'intervallo temporale nel quale si svolge la storia aiuta non poco l'autore a creare caratteri che muteranno nel tempo accentuando o diminuendo i vari atteggiamenti.

La città di Barcellona, che troveremo nel maggior numero di pagine, non risulta così nitida e precisa da poter vivere le sue strade, tanto che la campagna e il territorio circostante rimarranno impressi nel lettore allo stesso modo, anche se raccolti in un minor spazio. Il XIV secolo catalano viene invece presentato in molte sue caratteristiche, con gli usi e le tradizioni che scandivano la vita quotidiana. La storia del protagonista è raccontata completa dalla sua nascita fino agli ultimi giorni, incontrando le avventure e la semplicità dell'infanzia, le responsabilità e l'affermazione nell'età adulta, per arrivare poi ad una dura realtà di chi cerca di fare il possibile ma non più per se stesso.

Tutto questo La cattedrale del mare lo racconta nel clima medievale della Catalogna, a Barcellona, nella tragedia della Peste Nere, in amicizie fidate fino alla fine, con i tribunali dell'Inquisizione e con la forza di un uomo che non si permetterà mai di cadere.

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I pilastri della terra.
Romanzi storici e ambientazioni medievali.
Un romanzo da non affrontare con leggerezza per seguirne pienamente la trama.
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LaClo Opinione inserita da LaClo    04 Agosto, 2016
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Una città affascinante

Il romanzo pur essendo molto scorrevole e piacevole riesce a portare alla luce differenti aspetti che ho apprezzato molto.

Il primo è senza dubbio la rappresentazione della Barcellona del XIV secolo, in particolare tutto ruota intorno alla costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Mar che rimarrà un punto di riferimento per tutta la vita del protagonista Arnau e che rappresenta la vera essenza della religione cattolica, l'aspetto positivo. Barcellona è tratteggiata in modo molto preciso ma vivido, il tipo di società che viene presentata è sicuramente aderente al periodo storico, nonostante il protagonista appaia sicuramente meno convenzionale e non abbia una mentalità tipica del periodo in cui vive. Tale caratteristica è l'elemento propulsivo della storia. Infatti è proprio il comportamento insolito di Arnau a muovere l'intera azione narrativa. L'aspetto maggiormente positivo è il fatto che sebbene Arnau abbia delle idee insolite per il periodo, per esempio la sua visione positiva del popolo ebraico, rimane sempre ben inserito nel suo contesto e non per questo meno reale ma rappresenta una minoranza che sicuramente era presente in quel periodo ed è pertanto plausibile.

La seconda tematica interessante che si riflette nelle quattro parti in cui è suddiviso il romanzo è quello della servitù che nelle prime due parti è soltanto socio-politica, nelle altre due diventa una servitù simbolica che trasmette un messaggio diverso. Il tema della servitù è senza dubbio l'altro motore dell'azione: infatti, nella prima parte intitolata servi della gleba, è proprio la ribellione di Bernat verso il conte che ha violentato la moglie a provocare la fuga verso Barcellona. La servitù durante il romanzo cerca di essere elusa in qualche modo, all'inizio Bernat ricorda le regole del padre, improntate sulla sottomissione e sulla sopravvivenza cercando di non entrare in contrasto con il padrone delle terre.
Il figlio Arnau è un'offesa al conte in quanto è chiaramente figlio di Bernat e non deriva dalla violenza perpetrata verso la moglie di Bernat, Francisca. Il conte obbliga quindi Francisca e Arnau a recarsi al suo castello e Bernat riesce a rapire il figlio e a scappare alla volta di Barcellona dove incorrerà in un secondo tipo di schiavitù.

Infatti dopo un breve periodo di serenità la sorella muore e il marito si risposa con una nobile, Bernat e Arnau diventano quindi di nuovo servi della nobiltà. Bernat si ribella nuovamente partecipando a una sommossa popolare e muore impiccato.
La seconda parte è fondamentale per quel che riguarda l'aspetto religioso, Arnau crede infatti, che sua madre sia la Madonna e riesce ad instaurare una sorta di rapporto con questa figura, incoraggiato dal padre. Inoltre Arnau scopre er la prima volta la Cattedrale in costruzione e la consacra come luogo nel quale incontrare sua madre. Incontra anche l'amico Joan, fondamentale in seguito.
Arnau compie il suo atto di ribellione appiccando fuoco al cadavere del padre per impedire che fosse esposto al pubblico ludibrio, e si avvicina ai bataixos che trasportano i massi per costruire la cattedrale. Il suo ruolo diventa attivo è lui stesso a costruire l'abitazione di sua madre e da qui inzia la sua ascesa sociale.

La terza parte riguarda l'aspetto amoroso e sentimentale, la servitù di Arnau non è più sociale bensì è legata ad un amore adultero proibito dalla sua comunità che diventa quasi una forma di ricatto. Durante le sue avventure Arnau ha modo di diventare ricco e importante, in particolare riesce salvando alcuni ebrei nelle cattedrale provvidenziale a diventare un ricco banchiere e a sposare una nobile che però lui non desidera. Si trova quindi di nuovo schiavo dei suoi sentimenti che lo inducono ad amare la figlia adottiva di un suo amico bataixos.

L'ultima parte presenta il tema della servitù del destino che esattamente come aveva favorito l'ascesa sociale di Arnau allo stesso tempo ne decreta anche la rapida discesa portandolo addirittura al cospetto dell'inquisizione. Il destino interviene nuovamente e il Console del Mare, Arnau viene liberato e i suoi nemici subiscono una dura punizione dal destino mentre Arnau diventa finalmente libero di vivere il suo amore dopo la morte di Elinor.

La scena conclusiva all'interno della cattedrale ormai ultimata rappresenta la coppia con il figlio Bernat e Arnau che tramanda gli insegnamenti del padre proponendo un modello religioso positivo che si contrappone nel romanzo all'aspetto negativo costituito dall'inquisizione e da Joan che un po' l'alter ego di Arnau, infatti egli non è in grado di avvicinarsi alla religione in modo semplice e genuino, ma vi perviene solo attraverso uno studio accademico e sterile. Arnau invece pur non avendo studiato, o forse proprio per questo riesce a mettere in pratica in maniera ottimale il vero senso del cristianesimo, l'amore per il prossimo e il rispetto di ogni persona, ha inoltre la capacità di instaurare un rapporto intimo e personale con la Madonna e non basato su dogmi e studi speciali.

In conclusione l'ho trovato un ottimo romanzo storico, unisce bene realtà storica e finzione, è avvincente ma non irrealistico e riesce a comunicare un bel messaggio di fondo che anche se non si tratta della caratteristica principale di un romanzo storico, è comunque un valore aggiunto .

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Gondes Opinione inserita da Gondes    27 Settembre, 2015
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LA CATTEDRALE DEL MARE

Ho rimandato la lettura di questo libro per diverso tempo, forse un po’ influenzato dal fatto che viene considerato il fratello minore dei “Pilastri della Terra”. Effettivamente il fatto che tutto scorre attorno alla costruzione di una Cattedrale, può dar luogo a una sorta di dualismo e quindi il parallelo può venire spontaneo.
Leggendo però il libro non ho avuto la sensazione di avere fra le mani un qualcosa di già scritto. D’altro canto sarebbe stato un vero suicidio letterario per Falcones competere con tale mostro sacro, che ha dato il via al genere storico.
L’autore ha invece dimostrato di avere le capacità per sviluppare una bella storia orchestrata nei migliori dei modi. Il rischio, in questi tipi di romanzi, è quello di non riuscire ad incastonare la propria storia di fantasia, all’interno di in un’epoca storica ben definita. Il risultato invece mi è sembrato molto buono, facendoci anche conoscere una Barcellona che pur raccogliendo anime di diverso credo religioso, era in realtà schiava del potere dall’inquisizione, come gran parte delle città dell’epoca.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e riescono a dare sostanza e vivacità alla storia, che per forza di cose porta il lettore dalla parte del protagonista Arnau. Durante la sua vita, soffrirà, cadrà e riproverà ad alzarsi per contrastare tutte le ingiustizie che dovrà sopportare, perché questo è uno di quei libri che il lettore diventa parte integrante del romanzo e parteciperà con passione e trepidazione alle sventure dei suoi protagonisti.

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ElenaViola Opinione inserita da ElenaViola    06 Settembre, 2014
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bellissimo e avvincente romanzo

Secolo quattordicesimo, nella Catalogna e in particolare Barcellona, in pieno feudalesimo, si snodano le incredibili vicende di Arnau Estanyol, umile ragazzo figlio del servo della gleba Bernat, il quale era fuggito dalle angherie e vessazioni del suo antico signore di Bellera, al fine di conquistare la "libertà". Arnau cresce a Barcellona guidato dai saggi insegnamenti del padre e in compagnia di Joan, vivace bambino insieme al quale scopre la Cattedrale della Madonna del Mare, all'epoca già in costruzione, e fa la conoscenza della confraternita dei bastaiox. Arnau non si distaccherà mai affettivamente dalla sua Madonna, dai bastaiox né da questa Chiesa. Il legame è così forte che le tappe della vita di Arnau sono continuamente paragonate e scandite dalle fasi di costruzione progressive della cattedrale. Arnau vive tante avventure che lo portano ad intraprendere diversi mestieri, a cambiare la sua condizione sociale, a legarsi a molti personaggi cruciali.Questo romanzo, dallo stile pulito e lineare, mi ha sorpreso piacevolmente sia per l'intreccio imprevedibile ( i personaggi si lasciano e si ritrovano per strani scherzi del destino), sia per i tanti riferimenti e avvenimenti storici che mi hanno fatto conoscere la realtà della Barcellona del XIV secolo. Vengono infatti coinvolti nella storia molte tematiche storiche: le angherie dei feudatari sui contadini e il loro triste diritto alle male usanze, le guerre intraprese dai sovrani per affermarsi sui traffici marini, la propensione al commercio della città di Barcellona, le adunate della Host (esercito cittadino) in caso di recata offesa alla città, la tremenda epidemia di peste che decimò la popolazione, le persecuzioni dell'inquisizione. Il personaggio di Arnau per la sua completa assenza di pregiudizi e fautore dell'uguaglianza e libertà (amico di ebrei e musulmani, è contrario alla schiavitù) precorre molto i tempi e probabilmente è un po' inverosimile, ma è proprio questo che rende tanto sorprendente e avvincente il romanzo. Non mancano i punti commoventi della storia. Insomma gli ingredienti ci sono tutti: personaggi, storia, emozione... da leggere!.

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Zine Opinione inserita da Zine    17 Agosto, 2014
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Santa Maria del Mar

Attenendosi alla Storia come unica protagonista, sulla scorta di romanzi ormai datati ma sempre eccezionali e sinceri come “I pilastri della terra” di Ken Follett, e portando avanti l’obiettivo (non dichiarato ma palese) di raccontare il passato della propria terra attraverso le voce dei suoi personaggi, Ildefonso Falcones scrive il suo primo successo, “La cattedrale del mare”, edito in Italia da Longanesi.
Il romanzo gravita attorno al protagonista, Arnau Estanyol, la cui vita è legata a doppio filo alla costruzione della chiesa di Santa Maria del Mar e attraverso le cui vicende si viene a conoscere la situazione di Barcellona in particolare, ma in fondo della Catalogna tutta, nel XIV secolo.
Arnau è figlio di un servo della gleba, la cui moglie è stata stuprata e usata come serva dal signorotto locale. Il padre salva il neonato da morte certa e fugge con lui a Barcellona. Se riusciranno a vivere in città un anno e un giorno senza farsi catturare, saranno dichiarati cittadini e uomini liberi. Grazie ai tanti sacrifici del padre, che si mette a lavorare per il parente Grau Puig, Arnau riesce a crescere e a diventare un bambino sano e volenteroso, anche se la vita è aspra e dura, piena di umiliazioni.
Presto Arnau dovrà affrontare il crudele mondo degli adulti, adotterà come fratello minore un bambino sfortunato quanto lui e vedrà morire il padre in uno dei tumulti cittadini. Comincerà allora la sua faticosa strada da uomo, prima come bastaix (scaricatore di porto e portatore di pietre per la chiesa), poi come soldato e quindi come ricco e influente uomo cittadino. Conoscerà le donne fondamentali della sua vita, alcune per la gioia, altre per ostacolare il suo cammino. La rovina, però, è sempre dietro l’angolo e Arnau è destinato ad affrontare più prove di quante possa immaginare.
Ne “La cattedrale del mare” viene dipinta una Barcellona d’altri tempi, che si può respirare sotto la superficie della città odierna e il cui carattere orgoglioso e conscio dei propri privilegi si evidenzia nelle battaglie combattute con il governo centrale per ottenere di nuovo una sorta di indipendenza. La città prende vita nelle pagine del romanzo, contendendo il ruolo di protagonista ad Arnau Estanyol da una parte, e al tempio in costruzione, quella Santa Maria del Mar che si erge pian piano negli anni della narrazione, tempio alla Madonna e chiesa del popolo semplice, di quei lavoratori legati al mare per la loro sopravvivenza.
La straordinaria accoglienza data a questo scrittore deriva probabilmente dalla schiettezza con cui lascia trasparire da ogni riga il suo intento didattico, più che narrativo, sempre con uno stile semplice, di dialogo con il lettore più che accademico e pedante. Le informazioni vengono elargite ad ampie mani ma non risultano mai noiose, né ridondanti.
Questo è al contempo il suo pregio e il suo difetto. Per quanto Falcones crei dei personaggi dotati di una vita propria e li renda capaci di suscitare affezione ed emozioni nel lettore, non si può fare a meno di notare come in parecchi punti la psicologia e le azioni degli stessi prendano una piega più o meno forzata, quando l’autore decide di introdurre un argomento specifico nella narrazione. Tornano, così, personaggi magari perduti molto tempo prima, che prendono a comportarsi in maniera differente da come li si era conosciuti, ora al servizio di una svolta narrativa pensata a tavolino.
Questo rende un po’ meccanico il progredire della vicenda, lasciando la sensazione che l’autore ogni tanto giochi al massacro col povero Arnau; nei momenti in cui le disgrazie al protagonista si affastellano senza requie, solo per poter indagare fino in fondo le conseguenze di una norma dell’epoca o per introdurre un evento che ha segnato la storia di Barcellona, in quanto lettrice ho provato una certa irritazione e il contatto con il romanzo si è sfilacciato.
In generale, comunque, un romanzo piacevole e molto più godibile di tanti dello stesso genere.

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Francesca2213 Opinione inserita da Francesca2213    30 Aprile, 2014
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La Barcellona del "Via Fora!!"

"La cattedrale del mare" è un romanzo che narra la storia di personaggi diversi,di Bernat,che dopo che la moglie viene presa con forza insieme al figlio al castello del vassallo del territorio,cerca in ogni modo di riprendersi il figlio lasciato a morire di fame.Quando ci riesce Bernat capisce di essere in serio pericolo e decide di scappare e di andare a Barcellona dove vige la regola che dopo un anno di permanenza in città si può avere la cittadinanza barcellonese. Bernat là ha una sorella sposata con un importante commerciante e fabbricante di vasi per contenere cibo ecc...Appena arrivato a Barcellona si rivolge a lei.Per vari motivi,che dovete ovviamente scoprire voi leggendolo,Bernat muore e il figlio Arnau si ritrova solo con suo fratello acquisito Joan. Bernat diventa bastaixos cioè coloro che trasportano le pesanti pietre per costruire la cattedrale.Narra la storia di Arnau in primis ,ma avvolto da tanti personaggi come Joan,Maria,Aledis e tanti personaggi di contorno,ma fondamentali per la storia. Il tutto si svolge attorno alla costruzione di una delle più belle chiese Barcellonesi la Cattedrale del Mare,che da appunto il nome al romanzo.
Questo romanzo ha venduto milioni di copie e si capisce il perchè leggendolo.L'ho comprato davvero a poco prezzo ma ne vale molti di più perchè è proprio quel genere di romanzo storico per certi versi romantico per altri anche thriller che piace leggere a me.Non ero abituata a leggere nomi di re e vassalli essendomi concentrata molto sul periodo nazifascista e sentire anzi leggere tutti questi nomi mi ha un destabilizzato tanto da non capire a volte di chi parla.Tizio che fa la guerra a Caio,so che è poco ortodosso,ma è una cosa prettamente personale capirci poco dei re,ma una cosa l'ho capita da questo romanzo.La chiesa cattolica in tutta la storia del Medioevo ha avuto un importanza pazzesca anche se in modo molto molto molto negativo.L'inquisizione ti ritiene un eretico anche per aver rubato,per fame,dei fagioli,se non consumi il tuo matrimonio,se appoggi un amico.Per la chiesa cattolica del tempo tutti erano eretici perchè come dice il detto "Chi non ha peccato scagli la prima pietra" e la chiesa di peccati ne ha fatti e anche tanti come quello di appoggiare una guerra per acquisire territorio.Io non sono molto cattolica perchè non accetto questi comportamenti da chi annuncia pace e amore,ma questo è un altro discorso,ma vi dico solo che la chiesa ha un ruolo quasi fondamentale in questo romanzo sia in modo negativo che in positivo.Leggetelo tutto d'un fiato perchè sono sicura che non riuscite a chiudere questo libro e a non pensare a come aiutare Arnau.

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Sam93 Opinione inserita da Sam93    25 Luglio, 2013
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Barcellona!

L'ho trovato un libro meraviglioso. La recensione potrebbe anche concludersi qui.

Quella che Falcones narra, è la storia di una vita, quella di Arnau, che si legherà in tutto e per tutto a quella grande e bellissima città che è Barcellona. Se devo essere del tutto onesta, più che la storia del protagonista, mi sembra la storia della nascita della chiesa della madonna del mar, un pezzo della storia di Barcellona e, inevitabilmente, la storia del popolo della città.
Quello che vediamo è l'epopea della costruzione di una cattedrale che coinvolge generazioni intere, di cui Arnau è solo uno dei tanti personaggi coinvolti. In effetti, per quanto potesse essere in guerra, lontano da Barcellona, o fosse coinvolto in altre faccende, Arnau posava sempre il suo sguardo su quella chiesa, le sue speranze erano sempre riposte in quella cattedrale.
Oltre a questo, Falcones affronta mille altri temi, la schiavitù, l'ingiustizia, la povertà, la guerra e quello che mi è piaciuto di più, ovvero il destino. Le strade dei personaggi si incrociano, si avvicinano e si allontanano. Personaggi che si pensava sarebbero spariti tornano, magari qualche centiaio di pagine e qualche decina di anni più avanti, creando un intreccio di vite che difficilmente si può dimenticare e un filo rosso che li collega tutti, inevitabilmente, alla cattedrale del mare.

Come ho già detto, ne sono rimasta affascinata, ho trovato meraviglioso quello che questi uomini hanno fatto per qualcosa in cui credevano, la cattedrale.

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Agli amanti della storia e di Barcellona
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Fonta Opinione inserita da Fonta    10 Luglio, 2013
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Il sorriso della Madonna del Mar

Questo libro non è solo un romanzo storico, è prima di tutto una bellissima storia d'amore, ma non quelle di quelle "rosa" dei romanzi Harmony, bensì un amore più profondo, più spirituale, l'amore di un bambino (che in questo romanzo crescerà fino a diventare uomo) per la Madonna del Mar, una statuetta evocativa che sarà il cuore pulsante dell'omonima cattedrale, una chiesa del popolo, costruita con i soldi e con il lavoro dei cittadini di Barcellona.

La storia inizia con le vicende, da subito turbolente, di Bernat Estanyol, un servo della gleba costretto a fuggire dal proprio paese, il quale arriva a Barcellona clandestinamente con il figlio, con il desiderio di essere libero!!!

Arnau Estanyol, figlio di Bernat cresce con il padre nella Barcellona del 1300, imparerà ad amare questa città e rimarrà affascinato dalla costruzione della sua cattedrale da parte dei bastaixos, i forzuti scaricatori del porto di Barcellona che non avendo mezzi economici per pagare la costruzione della chiesa, contribuiscono portando i massi dal porto fino all'edificio.

La chiesa cresce e con lei il giovane Arnau, che si lega in maniera fraterna al piccolo Joanet.

Non è facile recensire questo libro.
A cominciare dal protagonista, non è il personaggio principale dell'opera di Falcones, a mio avviso più incentrata su Barcellona e sul travagliato periodo storico della vicenda.

Come dicevo prima la bellezza del libro sta nelle emozioni e nell'amore "sovraterreno" che l'autore riesce a far passare in molte pagine.

La trama è buona e mantiene vivo l'interesse del lettore, a volte mi è sembrato che alcuni personaggi escano dalla storia in maniera precipitosa o troppo semplice, questo se si considera la mole di 650 pagine circa.

Non lo accosterei mai, come è stato fatto a "I Pilastri della Terra" di Follett, che gioca molto di più sui piani di potere e astuzia, certo presenti anche in questo libro ma, in maniera totalmente differente. La somiglianza può trasparire dall'ambientazione storica e dalla presenza/costruzione di una cattedrale ma, poco altro.

Resta comunque un buon romanzo, ben collocato storicamente e ricco di informazioni sulla Barcellona del periodo, una buona storia che mi ha avuto il potere di commuovermi in alcuni passaggi.

Buona lettura

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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    03 Mag, 2013
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Via fora! Via fora!

Ho appena terminato questo romanzo d’esordio di Ildefonso Falcones e devo dire che mi pento di non averlo letto prima.

Siamo a Barcellona nel quattordicesimo secolo, qui vi abita un bambino molto curioso di nome Arnau insieme a suo padre, Bernat, un servo fuggiasco.
La loro vita non è per nulla facile e sarà piena di insidie e soprusi, ma Arnau riuscirà a trovare la pace pregando la Madonna proprio nella nuova chiesa in costruzione, la chiesa di Santa Maria del Mar.
Lui stesso parteciperà alla costruzione di questa importante cattedrale arrivata fino ai giorni nostri, bella ed imponente come ci viene descritta nel libro.
Arnau e Bernat attraverseranno uno dei momenti peggiori di Barcellona con: la fame, i soprusi da parte della nobiltà e l’Inquisizione.
Arnau un giorno troverà Joan un bambino altrettanto sfortunato.
Arnau insieme al padre decideranno di prendere in famiglia questo piccino che diventerà a tutti gli effetti suo fratello.
Questo bimbo sarà altrettanto fedele alla Madonna ed imparerà grazie agli insegnamenti del fratello ad adorarla e rispettarla come fosse sua madre.
Crescendo Arnau perderà il padre in una morte tragica e si sposerà, ma tutto ciò non lo porterà alla felicità che tanto sperava.

Anche questa volta lo scrittore è riuscito ad incantarmi con le sue parole e le sue descrizioni approfondite di questa magnifica città europea.
Al lettore sembrerà di percorrere le stesse strade e di fare le stesse fatiche che i protagonisti devono affrontare.
L’odio dei cristiani per gli ebrei mette in evidenza quelle tragedie che si ripeteranno in maniera ancor più violenta nel corso della storia.
Arnau attraverserà la sua vita in diverse condizioni economiche prima come schiavo e successivamente riuscirà a conquistare la sua libertà con grande fatica, ma senza abbandonare mai la fede.
La vita gli farà attraversare diverse situazioni davvero macabre, ma la sua purezza d’animo e la sua forza non lo lasceranno mai nell’oblio.

Che altro dire?
Ho trovato questo romanzo davvero piacevole, molto scorrevole e con una trama piena di particolari e di descrizioni approfondite.
Molte spesso mi sembrava di essere al fianco del protagonista principale e di vivere le sue stesse impressioni e fatiche.

Se amate i libri storici questo romanzo non dovete lasciarvelo sfuggire!

Buona lettura!

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gracy Opinione inserita da gracy    01 Marzo, 2013
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La storia nel romance o il romance nella storia?

"Il mare non sa niente del passato.
Sta lì, non ci chiederà mai di spiegargli nulla.
Le stelle, la luna, stanno lì, e continuano a illuminarci, brillano per noi.
Che cosa vuoi che importi, a loro, quello che è successo? Ci fanno compagnia e ne sono felici."

Di fatto è che Falcones è un avvocato forgiato e ben preparato sulla storia del diritto civile e della Spagna dal periodo che va dal 1320 al 1384, cioè il tempo necessario per costruire una cattedrale e di far lievitare un personaggio di spicco come Arnau Estanyol, nato servo della gleba e diventato eroe a colpi di storie agghiaccianti e truculente che continuamente si perpetravano nella società dell’epoca.
Parola d’ordine: sopruso.
I soprusi agli schiavi, ai servi, alle donne, agli ebrei. La nobiltà bigotta e impoverita che odia i borghesi ricchi e quest’ultimi che auspicano di comprare titoli nobiliari senza averne la stoffa. L’assurda inquisizione e i sovrani incompetenti, insomma tanti dati storici Falcones li ha fatti rivivere in un gran calderone di personaggi che catalizzano il lettore per certi contenuti e annoiano per molti altri, tanto che mi sono ritrovata a saltare qualche pagina e finire il libro come una liberazione, perché va bene tutto ma un finale ammosciato da tante elucubrazioni storiche e fuorvianti mi hanno fatto dimenticare l’inizio scoppiettante e ruffiano.
Ho riflettuto sul concetto di libertà, se oggi siamo liberi dobbiamo ringraziare quegli uomini che hanno lottato attraverso un insieme di complicati e sanguinosi eventi, mi ha fatto ricordare che dietro alle grandi opere d’arte ci sono stati grandi uomini e i Bastaixos certamente non li dimenticherò, ma tutto il resto si beve come acqua fresca.
Peccato.

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chicca Opinione inserita da chicca    16 Febbraio, 2013
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bello ma

Ho iniziato a leggere questo romanzo e mi ha catturato subito, l' ho divorato in pochi giorni. I personaggi sono molto ben delineati non si può non amare da subito Arnou, il protagonista. La Catalogna medievale è descritta magnificamente, soprattutto nella parte riguardante le tradizioni come le male usanze, l' usatge , l' utilizzo della host per difendere i cittadini di Barcellona e i loro interessi. La cattedrale Santa Maria del Mar trasmette l'amore per il popolo che ha contribuito ad edificarla e per il quale è stata progettata da Berenguer di Montagut , i Bastaixos , gli scaricatori di porto che a tempo perso portavano sulla schiena le pietre per la costruzione della cattedrale, sono i personaggi più interessanti del romanzo. Molto ben descritto anche l'antisemitismo del periodo e le procedure dell' Inquisizione. Due cose mi hanno delusa in questo romanzo, una meno importante e cioè la descrizione della città che ho trovato poco coinvolgente.
L' altra fondamentale, il finale, sul quale non dirò nulla per ovvi motivi, però ragazzi che rabbia!
Leggi un romanzo che ti piace un sacco , lo leggi per più di 500 pagine e poi beng un finale buttato lì così, sembra quasi che l'autore volesse chiuderlo in tempi brevi, che delusione.

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Ironkarlo Opinione inserita da Ironkarlo    14 Febbraio, 2013
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affascinante

Ho voluto intraprendere la lettura di questo libro incuriosito dal successo e dalla storia che si svolgeva in una città che amo: Barcellona. Ho fatto bene dato che la storia ti prende subito grazie agli avvenimenti drammatici che portano un povero massaio a scappare nella grande città per ritrovare la sua libertà.
Grazie alla sua forza di volontà riuscirà a crescere un figlio in modo esemplare, tra soprusi e ingiustizie dei nobili, che porteranno quest’ultimo a diventare un famoso bastaixos (scaricatore di porto).
La sua generosità lo porteranno a fare fortuna ed a diventare un ricco banchiere e principale finanziatore della costruzione della Cattedrale; ma i guai sono dietro l’angolo e dovrà lottare con tutte le sue forze e soprattutto contare sull’aiuto di chi gli stà vicino per vincere le congiure architettate contro di lui.
In definitiva, un libro che descrive realisticamente le emozioni del protagonista nelle diverse sfide che affronta giorno per giorno rendendoci partecipe fino all’ultima pagina senza annoiare.
Lo consiglio vivamente.

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Opinione inserita da gianni    30 Gennaio, 2013

estenuante

Un libro noioso, faticoso da leggere. La descrizione di Barcellona è pari a quella di un navigatore satellitare, puntigliosa fino all'estremo, ma senza riuscire a fartela vivere realmente come un vero scrittore saprebbe fare. Per non parlare poi delle vicissitudini della nobiltà dell'epoca. In alcune pagine, lo sciorinare di nomi e avvenimenti crea solo confusione e non è utile ai fini del romanzo. La storia è banale, i personaggi senza spessore, e la vicenda si trascina stancamente per tutto il libro, con l'eccezione di rari e brevissimi momenti avvincenti.
Se avete letto e amato "I pilastri della terra" , questo libro può solo farvi sbadigliare...

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Skippy Opinione inserita da Skippy    30 Gennaio, 2013
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La cattedrale del popolo

Con questo libro mi sono innamorata definitivamente di questo autore.
Falcones è in grado di catapultarti in epoche lontanissime dalla nostra ma facendoti sentire come se le stessi vivendo in questo momento. I personaggi sono estremamente umani e reali, i sentimenti vivi e taglienti, le descrizioni minuziose ma non pedanti...insomma già così ci sono tutte le premesse per un buon romanzo.
Ma Falcones fa di più: ti insegna la storia. Sia nel suo secondo libro (che ho letto per primo e mi aveva stregato) sia in questo, l'autore segue minuziosamente gli eventi storici e allo stesso tempo riesce a romanzarli senza alterarli o farli sembrare delle appendici scomode.
Il protagonista del romanzo è Arnau, figlio di schiavi, che, nel corso della storia, cresce e diventa adulto, subendo molte metamorfosi sia nel suo ruolo nella società delle'epoca, sia dentro se stesso.
Ma Arnau non sarebbe nessuno senza gli innumerevoli personaggi che compaiono nel romanzo, come il fedele amico Guillem e Hasdai, che rappresentano due culture all'epoca in contrasto con i cristiani spagnoli: l'islamismo e l'ebraismo. Anche in questo romanzo infatti è presente il problema di religioni che si scontrano in un epoca in cui professare la propria religione era un pericolo e un marchio. Anche i cristiani non sono in pace, poichè nel libro c'è anche lo spettro dell'Inquisizione.
Direi che ci sono così tanti temi qui dentro che focalizzarsi su uno solo sarebbe come troncare il romanzo.
Quindi vi consiglio caldamente di scoprire questo autore e lasciarvi trasportare dal suo stile molto scorrevole che vi farà divorare il libro in poco tempo nonostante l'apparente mole!

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La mano di Fatima
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Frax90 Opinione inserita da Frax90    15 Aprile, 2012
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"Lo vedi come sorride...?"

Uscito in Spagna nel maggio del 2006, ”La cattedrale del mare” rappresenta l’abbrivio d’esordio dell’avvocato Ildefonso Falcones.
Romanzo storico cospicuamente corposo nei contenuti (storici,legali e religiosi),esercita sicuramente un attrattiva per l’affamato ed esigente lettore di genere,inducendolo, senza timor alcuno ,a tuffarsi nell’opera. Parecchi, infatti, sono stati i “nuotatori letterari”, date le quasi 900.000 copie vendute soltanto nelle librerie spagnole, ancor prima dell’approdo in quelle italiane.
Tuttavia, nonostante il dirompente successo numerico conseguito così celermente, devo muovere una mia personale critica (credo sia proprio questo lo spirito della recensione) al manoscritto.
Stilisticamente parlando, il lavoro si presenta senza onte di sorta:grammatica impeccabile,narrazione lineare e scorrevole ed una conoscenza intrinseca che s’affaccia “ impertinente” in ogni nuovo paragrafo.
Allora ,qual è il tassello mancante?Dov’è che la pietra angolare scricchiola?
Il crepitio(che spero con ardente concupiscenza molti altri lettori puntigliosi e sfacciatamente pretenziosi abbiano notato) sta nell’assenza di…non saprei esattamente come definirlo,ammesso e non concesso che lo si possa fare…chiamiamolo convenzionalmente “sprint narrativo”;cioè quella capacità che lo scrittore riesce a trasfondere nella narrazione e che va a corroborare come un titanico mantice la smania intemperante del lettore a metabolizzare pagine ad una sbalorditiva velocità.
Sono sicuramente disarmato di fronte alla ciclopica contenutistica del lavoro,e ammiro Falcones per la nozionistica storica e legale che è riuscito ad infondere in “sole”630 pagine (ciò dimostra ,in modo lapalissiano, una lodevole capacità espositiva e sintattica);però,sovente, mi è parso di ritrovarmi catapultato nelle righe fredde ed asfittiche di un ordinario manuale di storia medievale o del diritto.
Ora vi chiedo,o lettori,ove sta la passione, la forza trascinate degli eventi testuali e narrativi,ove si trova quel fuoco fatuo che avvolge chi legge e lo trascina a tutta forza nella Spagna del 1300?
Personalmente, durante la lettura de “La cattedrale del mare”,a parte qualche rada e sporadica eccezione,non ho visto brividi di piacere sulla mia pelle;troppa staticità,nozionistica ,troppi cavilli commerciali , economici ,legali e coniugali,che appesantiscono il lettore e rendono la narrazione eccessivamente opulenta ,adornata di uno sfarzo culturale che arricchisce ma,al medesimo tempo, appesantisce ed annoia colui che ,cerca nel libro,un portale attraverso il quale evadere dalla plumbea ed ordinaria realtà quotidiana.
Muovo questa critica(che spero non vi risulti eccessivamente prolissa,altrimenti anch’io inconsapevolmente ho peccato di sfarzo)non per spingere chicchessia a non leggere attentamente l’opera,anzi ,per convincerlo,contrariamente a quanto può sembrare, a comprare il libro, leggerlo ed esprimere il suo personale giudizio,poiché dove sta il bello della lettura (e soprattutto dei portali letterari come Qlibri) se non nel confronto di opinioni?

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peucezia Opinione inserita da peucezia    14 Aprile, 2012
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La storia narrata dai diretti protagonisti

Affascinante romanzo storico da leggersi tutto d'un fiato e pieno di colpi di scena, il libro di Falcones è utile per le informazioni dettagliate sull'antica città di Barcellona e sulle motivazioni che portavano a costruire cattedrali.
Anche se lungo il libro è tuttavia scorrevole e mai noioso nè corre il rischio di diventare un feuilleton o un romanzo pseudo esoterico alla Dan Brown secondo una moda degli ultimi anni.
Il percorso di vita di Arnau accompagna di pari passo la crescita di nuove classi sociali e mostra ( soprattutto nella parte iniziale) quanto male abbiano fatto gli aristocratici allo sviluppo corretto delle società umane. La sua struttura che forse alle volte si perde in dettagli allo scopo di dare una maggiore informazione storica al lettore ricorda quella del grande romanzo storico ottocentensco iniziata dallo scozzese Walter Scott e abilmente seguita Hugo e dal nostro Manzoni. Un utile documento per imparare a conoscere la vita in un periodo storico lontano e poco noto quale quello del tardo medioevo

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Opinione inserita da emanuele    17 Marzo, 2012

Primo treno per Barcellona..

Questo libro mi ha coinvolto talmente da sognarmi le avventure durante la notte. volevo uccidere Elionor!
Il periodo medioevale della barcellona del 1300 spiegato nei minimi dettagli. La vita di un ragazzo seguito dalla sua nascita, nei suoi amori, destinato a cambiare la mentalità dell'epoca. Chissà se ci riuscirà..
Assolutamente da leggere

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spanish77 Opinione inserita da spanish77    12 Febbraio, 2012
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INTRIGHI E PASSIONI

Non c’è ombra di dubbio che questo libro possa appassionare gli amanti del romanzo storico in quanto l’ambientazione in una Barcellona medievale la fa da padrona. È lo stesso autore che dichiara di aver seguito per la stesura dell’opera , le “Cronache” di “Pedro III”. Siamo nel XIV secolo e la città catalana è già una babele di razze ed in essa già fervono impulsi commerciali di ogni tipo. Tuttavia i commerci via mare sono quelli che danno lavoro ad un nutrito numero di persone ed è proprio il mare che fornisce un gran numero di spunti alla trama del libro. Il plot principale è quello della scalata e della rivincita sociale che se ne “La mano di Fatima” vedeva protagonista il buon Hernando , adesso in quest’opera vede protagonista l’altrettanto generoso Arnau . Quest’ultimo appartiene ad una famiglia di umili origini, ultimo gradino della classe sociale nella Barcellona del 1300, esposta ad ogni tipo di angherie da parte degli aristocratici della zona che neanche nel giorno delle nozze dei genitori di Arnau mostrano un po’ di pietà. Di qui in avanti il personaggio sarà coinvolto in mille peripezie e le sue vicende vivranno di fortune alterne. Il bambino, poi il giovane ed infine l’uomo Arnau crescerà in mezzo a mille difficoltà, contrasti, tradimenti ed amori , divenendo saggio ed acquisendo saldi principi morali , quei principi che nei romanzi di Falcones sembrano poter acquisire solo coloro che provengono dal nulla e che nel corso della loro vita hanno imparato a soffrire senza mai perdersi d’animo. E poi c’è una fantastica e misteriosa Barcellona, ancora lontana dai fasti architettonici contemporanei ma non per questo meno accattivante. L’azione si concentra intorno alla chiesa di Santa Maria del mare che viene eretta contemporaneamente alla crescita fisica e spirituale del protagonista. Arnau, che contribuisce a costruire la cattedrale con le proprie fatiche ed il proprio sudore, si affida ad essa come un figlio ad una madre e, in una sorta di simbiosi mistica , riesce da essa a trarre forza e coraggio per affrontare qualsiasi difficoltà. Falcones , si propone di sottolineare altri due elementi che animavano la Spagna dell’epoca quali, l’ancestrale accanimento anti-giudaico che pervade a tinte forti diversi passaggi dell’opera e la continua lotta di classe tra servi e uomini che ambiscono a diventare liberi da una parte e padroni e piccoli aristocratici parassiti dall’altra.
In una girandola di emozioni finali, posso solo rassicurarvi che il vostro cuore esulterà.

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Zafón, I pilastri della terra, La mano di Fatima.
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pirata miope Opinione inserita da pirata miope    08 Gennaio, 2012
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IN PIENO '800.

"La cattedrale del mare" è uno di quei romanzi che rifiuta di gettere lo scompiglio nell'universo netto che delinea: siamo nella Barcellona del XIV secolo dove le differenze fra il bene e il male sono facilmento individuabili. I nobili commettono soprusi, i poveri li subiscono, i re sullo sfondo determinano il destino dei popoli, come guerre e carestie. La storia è riconducibile allo schema classico della parabola ascendente dell'eroe che riesce con una combinazione di intelligenza, onestà e buona sorte a riscattarsi da un'infanzia di umiliazioni e violenze: simile ai giovani vittima di un incantesimo della fiabe egli si trova immerso in un città che in parte gli è ostile e in parte lo aiuta. La cattedrale sul mare è il simbolo di una protezione quasi divina che fin da piccolo gli indichierà la giusta strada e non gli permetterà di deviare. La facilità del racconto, dotato della semplice virtù della scorrevolezza, impedisce a Falcones di cimentarsi con il saggio storico nella ricostruzione della Barcellona del XIV secolo: la velocità dell'azione, le impennate dell'intreccio impediscono l'analisi. I personaggi stessi, dai maggiori alle semplici comparse, nell'assolvere la loro funzione di motore della vicenda, sarebbero facilmente descrivibili con un epiteto: essi sono chiamati costantemente a partecipare attivamante e rapidamente alla trama e lo fanno in base a passioni elmentari, quali amore, desiderio di vendetta, odio. Con "Cattedrale del mare" siamo in pieno '800: molto feuletton, come se Proust e Kafka fossero ancora in là da venire. Non è comunque detto che questo sia un male.

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Ken Follet "I pilastri della terra". Il libro può essere inserito nel segunete percorso: rivisitazione dei generi nel post moderno: la rinascita del fuelleton
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aeglos Opinione inserita da aeglos    17 Novembre, 2011
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FANTASTICO

Questo libro mi è stato regalato, ma già avevo intenzione di comprarlo. Spettacolare, anche se forse un pò noioso quando descrive certi eventi e si perde nei discorsi riguardo al commercio.
La storia però è veramente fantastica, bello il fatto che inizia da quando il protagonista è un bimbo e che finisce poi col crescere. Gli eventi storici che si sviluppano sono molto interessanti, il finale mi ha lasciata senza fiato. Veramente un libro scritto con maestria!

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I PILASTRI DELLA TERRA
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gas Opinione inserita da gas    07 Novembre, 2011
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noioso all'estremo.

Scarsa cura nel descrivere la psicologia dei personaggi,interessanti i cenni storici,ma la trama,a parte alcuni rari momenti,stenta a prendere il volo e a rapire il lettore.Un tentativo mal riuscito di raccontare una vicenda all'ombra della costruzione di una cattedrale.sconsigliato a chi ama l'unico vero inimitabile maestro del genere..Ken Follett ovviamente.

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Opinione inserita da Mephixto    28 Ottobre, 2011

Travolgente

Decisamente ben scritto, sicuramente travolgente, un fiume di parole che ti trasporta in una storia avvincente e che come tutte le grandi opere vorresti non finisse mai .
Ho cominciato a leggerlo e ogni pagina mi rapiva di più di quella precedente.
Leggetelo, e vi perderete tra i profumi le grida, le ingiustize,gli intrighi e il fascino della Catalonia, e della Barcellona del XIV Secolo.

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Miserabili, Il conte di Montecristo
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Ettore77 Opinione inserita da Ettore77    18 Ottobre, 2011
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bel romanzo, fantastica Barcellona

Il libro è scritto bene ed è piacevole da leggere. Forse un po' lento nella prima parte aumenta di intensità e ritmo con l'andare delle pagine fino a far leggere d'un fiato le ultime 200 pagine.
Ci sono molte ricostruzioni storiche di un periodo che non conoscevo bene, soprattutto per quanto riguardo Barcellona e la Spagna.
La cattedrale è lo sfondo di questa storia che racchiude parecchie componenti per coinvolgere il lettore. Riscatto sociale, lotte di potere, ingiustizie dei nobili, guerre, tradimenti ed amore.

Nel complesso un libro interessante.

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lella gritti Opinione inserita da lella gritti    09 Ottobre, 2011
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un feuilletton medievale

La storia si svolge in Spagna nel 1300 e racconta le vite parallele della cattedrale del Mar e di Arnau, un giovane dell'epoca.
E questa è la base per costruire un romanzo per mettein cui l'autore ci mette di tutto quel che serve per catturare il coinvolgimento del lettore. Sia in relazione alle emozioni: amore, odio, vendetta, eroismo, sacrificio, rivincita, devozione, religioni, umiltà, ricchezza e povertà, ecc. Sia in relazione ai fatti: gli schiavi, i ricchi, i nobili, il re, le corporazioni, l'inquisizione, la peste, gli incendi, il cattivo e il buono, i castelli e le prigioni, gli intrighi, i tesori, ecc. E ancora, donne violentate, soprusi sui bambini, innocenti incarcerati, preti aguzzini e avidi, re spendaccioni, guerre inutili, naufragi, e così via. E sicuramente ho dimenticato molte altre cose....
Però, a mio parere, l'intreccio spesso è slegato: le descrizioni della costruzione della cattedrale sono prolisse, sfiancanti e poco significative rispetto alle vicende del protagonista. Non perchè non ci debbano essere, ma non in questa misura strabordante (e sinceramente distogliente il lettore).
Allo steso modo le avventure dei protagonisti sono poco lineari rispetto alla delineazione iniziale del loro carattere.
Però, proprio perchè i fatti descritti sono spesso di grande impatto emozionale, è un libro che si può leggere se si vogliono ritrovare le atmosfere del grande feuilletton: da Via col vento, al Conte di Montecristo, a Rocambole e via dicendo di questo genere!

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i grandi romanzi d'appendice (o feuilletton)
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MarcoCorte92 Opinione inserita da MarcoCorte92    10 Luglio, 2011
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Un'ottima storia

Una storia avvincente, nonostante la lunghezza del libro non l'ho mai trovato particolarmente noioso e ogni volta che mi ci sono attaccato facevo fatica a smettere. L'ambientazione nella Barcellona medievale è descritta benissimo e la storia è bella ed intrecciata. Forse il finale è un po' scontato e affrettato, e forse rovina un po' l'ottima impalcatura del romanzo.

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Opinione inserita da Marusca    29 Marzo, 2011

Stupendo

E' stato il primo romanzo di questo genere che ho letto. E l'ho trovato veramente splendido. Ti ritrovi catapultato in un mondo totalmente diverso dal nostro e quando chiudi il libro e ritorni alla realtà ti rendi conto di quanto siamo fortunati al giorno d'oggi e non ce ne rendiamo mai conto.

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Opinione inserita da anna maria    09 Marzo, 2011

Da leggere

Quando la scorsa estate sono andata a visitare Barcellona la prima cosa che ho voluto vedere è stata la meravigliosa SANTA MARIA DEL MAR. Bello il romanzo ma in alcuni punti un pò noioso.Quadro storico assolutamente interessante e ben descritto.

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sefora Opinione inserita da sefora    06 Dicembre, 2010
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Coinvolgente

Ne avevo sentito parlare, l'avevo intravisto in libreria ma non mi ci ero mai soffermata. Poi eccolo arrivare come regalo. Ho cominciato a leggerlo.....non avrei mai voluto interrompere la lettura! Falcones ti trascina dentro le pagine della sua opera. Un viaggio nella storia, nell'arte ma soprattutto un viaggio verso la libertà che il protagonista sfiora, poi afferra, poi sfugge, poi ritrova...
C'è ancora un tassello mancante......la visita di Barcellona e della sua Cattedrale!
Buona lettura!

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Romanzi storici
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m.jack Opinione inserita da m.jack    02 Dicembre, 2010
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I pilastri della terra

Lo stile di Falcones è a mio giudizio buono così come risulta piacevole la lettura. Manca però di originalità dal momento che, per chi ha già letto i Pilastri della Terra, si denota una certa stretta somiglianza

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Consigliato a chi non ha letto i pilastri della terra...
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Manem Opinione inserita da Manem    06 Ottobre, 2010
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Che polpettone!

Ben al di sotto delle aspettative!
Sinceramente non è una storia per me! Molto molto lento! Come hanno detto anche altri: si toccano tanti temi per poi lasciarli aperti...
e poi di questa costruzione della Cattedrale non ne potevo davvero più...
Inconcludente.
Inoltre l'Autore ti proietta nella storia di Barcellona (che sinceramente gioca un ruolo fondamentale per tutto il racconto) dandola però per scontata e quindi ci capivo poco o niente niente!
Ho cercato fino all'ultimo di sperare in una svolta!!! Macché... niente...
Il problema è che la mia ragazza mi ha regolato il secondo libro: no................

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patty81 Opinione inserita da patty81    03 Ottobre, 2010
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i pilastri rimangono imbattibili

ci ho messo un anno per finirlo, perchè l'ho abbandonato più volte a causa delle troppe descrizioni storiche che potevano essere rese più semplici per la scorrevolezza del romanzo. tuttavia è un'opera leggibile che ci mostra un medioevo dettagliatissimo.il fatto per l'autore di essere un avvocato l'ha molto facilitato sulla storia del diritto medievale che alla fine è il fulcro della vicenda.
le donne che ruotano intorno al protagonista come la madre,l'amante, la figlioccia sono però la spina nel fianco:violentate, brutalizzate e ferite nell'anima senza possibilità di riscatto o quasi.c'era bisogno di tutta questa violenza nei loro confronti? storicamente è verosimile, ma a volte nei libri è bello anche sognare.

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i pilastri della terra, mondo senza fine,la papessa
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eli.n88 Opinione inserita da eli.n88    01 Settembre, 2010
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una vita raccontata come si deve

Io personalmente non sono un'amante dei romanzi troppo storici...questo però mi ha conquistata...racconta la storia di un ragazzo, dai primi giorni della sua vita, fino al momento in cui riesce a raggiungere la pace con il mondo che lo circonda...a volte noioso (nei punti da me chiamati "troppo storici") ma molto avvincente nel resto delle vicende. A volte commovente ma non troppo...al punto giusto diciamo!
L'ha letto pure la brontolona di mia mamma a cui è piaciuto parecchio...quindi vuol dire che è veramente bello ;)
Lo consiglio!

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romanzi storici
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Frans Opinione inserita da Frans    01 Settembre, 2010
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Povere donne

L’ho letto ormai da un po’ di tempo, mi rimane il ricordo di un romanzo storico sicuramente interessante. Bello poter entrare nella Barcellona di quel periodo, aiutati dalle descrizioni necessariamente dettagliate, mai troppo noiose. La storia è avvincente, i protagonisti sono quasi eroicizzati per il loro forte senso morale, che rimane sempre saldo in ogni situazione.
Tutt’intorno è il Medioevo, uccisioni, barbarie, prepotenze ed inquisizione.

E siamo ancora una volta di fronte ad uno scrittore a cui piace descrivere con troppo compiacimento, violenze gratuite su tutte le malcapitate donne, protagoniste e non.
Violenze da cui non c’è mai riscatto, riproposte con un accanimento a mio parere superfluo.
Scene a cui uno scrittore cede perché assicura l’attenzione di una buona fetta di lettori.
Sinceramente mi ha infastidito molto e ha sicuramente rovinato un romanzo che poteva lasciarmi un ricordo migliore.

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MUSTO Opinione inserita da MUSTO    19 Agosto, 2010
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la cattedrale del mare

Il romanzo scorre abbastanza velocemente. Nonostante alcuni abbiano mosso delle critiche alla pesantezza di alcuni punti, non bisogna dimenticare che in ogni caso si presenta come romanzo storico e come tale necessita di riferimenti ed ancoraggi alla realtà effettuale.
I personaggi sono ben delineati, ma senza entrare troppo nel vivo della psicologia dei stessi, cosa che avrebbe tramutato il romanzo da storico in psicologico - introspettivo. A me ha ricordato a tratti un po' i Miserabili di Victor Hugo.
La trama è ricca ed abbastanza complessa da incuriosire il lettore, da spingerlo a chiedersi cosa succederà nelle pagine successive.
Il protagonista non penso sia Arnau né il fratello Joan, né la storia di fondo. Comune denominatore delle alterne vicende risulta essere il modus vivendi: qualora ci si impegni con onestà ed amore verso le cose in cui si crede non vi sono ostacoli al perseguimento degli obiettivi e all'amore e al rispetto che gli altri possono inaspettatamente riservarci. Un insegnamento che va da Bernart al Figlio, agli amici ebrei, ad Aledis, all'amore di una madre che accetta l'anonimato per salvaguardare l'incolumità del figlio. Il libro inoltre offre spunti di studio e di curiosità dell'ambiente ispanico del 1300, dei costumi, delle abitudini alimentari, dell'abbigliamento e dell'architettura. La cattedrale di Santa Maria del Mar diviene simbolo di un popolo, dell'orgoglio nazionale e dello scrittore stesso, il frutto del sacrificio della gente comune che unita dalla spirito campanilistico e dalle necessità si abbraccia per un ideale comune, che a tratti divene prevaricante, prepotente ed ottuso trasformandosi in razzismo verso gli ebrei, in Inquisizione, in ingiustizia.
Prova di onestà intellettuale le ultime pagine ove sono riportate le fonti storiche di spunto della narrazione.
Come primo libro... più che bravo!

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alexandros Opinione inserita da alexandros    31 Mag, 2010
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Tutto sommato lo considero un libro da leggere anche se non e' certo un capolavoro. Buona la ricostruzione storica e anche se in alcuni punti e' un po' lento la storia non e' banale e tiene avvinti alla lettura. Ritengo comunque che ci siano romanzi storici decisamente migliori.

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Lo consiglio a chi ha letto ed amato i Pilastri della Terra, anche se questo libro e' decisamente meno interessante.
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    30 Mag, 2010
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Aspettative troppo elevate

L'ho letto due anni fa e ancora mi ricordo vicende e personaggi, vuol dire che non è così banale come libro.
La storia è avvincente anche se in alcuni punti sembra un susseguirsi di disavventure e manifestazioni della meschinità umana e il ritmo della narrazione rallenta.
Proprio la considerazione dello spirito del libro mi fa pensare che a molti non sia piaciuto perchè lo hanno paragonato ai "Pilastri della terra" di Follet.
In comune col libro di Follet ha la collocazione storica certo , la definizione di "romanzo storico" che finisce per essere una marchiatura a fuoco che da al lettore grandi aspettative.
Ma le vicende di Arnau , il suo essere sempre più solo,la menzogna che decide il destino degli uomini, il senso di rivalsa, il coraggio di aggrapparsi al dolore e al poco che che gli resta per tornare a riappropriarsi della dignità che gli spetta come uomo ...tutte queste cose mi hanno ricordato un pò il Conte di Montecristo di Dumas (anche qui fatte le debite proporzioni ci mancherebbe...).
Poi è evidente che quelli sono capolavori (soprattutto il libro di Dumas) e questo è solo un buon libro con una ricostruzione storica comunque piacevole e approfondita quel tanto che basta per dare le informazioni che servono senza tediare inutilmente il lettore.
Interessante l'inserimento nel raccondo della figura di Nicholas Eymerich il famoso inquisitore divenuto protagonista di una serie di ottimi romanzi del nostro Valerio Evangelisti.
Quindi, pur con le dovute considerazioni e distinzioni, a me è piaciuto.

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leadger Opinione inserita da leadger    30 Aprile, 2010
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Un pò lento

Nell'insieme è una storia carina, un libro abbastanza piacevole anche se la parte centrale del libro si sarebbe potuta sintetizzare. A tratti la storia scorre lenta e i riferimenti storici non sono correttamente approfonditi.
Ho comunque apprezzato la semplicità dei personaggi.
A mio avviso non è di certo il capolavoro di cui tanti parlano ma non è nemmeno un pessimo libro.

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Gabriella79 Opinione inserita da Gabriella79    22 Aprile, 2010
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Avvincente e da togliere il fiato

Avvingente, appassionante, ero un po' restia dopo aver letto i pilastri della terra che è un capolavoro, tutti me ne parlavano bene, e questo mi spingeva ad essere ancora più diffidente. In realtà dalla prima pagina, non me ne sono più staccata, lo portavo dovunque, e anche in coda dal dottore non riuscivo a trattenere i miei no...non è possibile, che bastardi... la gente mi guardava strana, ma penso di aver invogliato un po' di gente ad acquistarlo.
La storia non è banale, i personaggi sono originali, ognuno ha un lato buono e sgradevole, l'eroe e antieroe nell'umanità di un personaggio, che tutti si aspetterebbero che facesse sempre la cosa giusta. Ambientazione ottima, ricostruzione non noiosa, ci si ritrova a camminare con la mente in quei posti, in quei luoghi..
Meraviglioso, a chi ho consigliato di leggerlo mi ha ringraziato, dicendo, peccato sia già finito.

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Opinione inserita da cris    30 Marzo, 2010

Ottimo

forse non è un capolavoro ma con quello che gira in questi giorni è una lettura che mi sento di consigliare. Scritto discretamente bene dal punto di vista stilistico e lessicale ( e non è poco ). La storia si dipana con una certa lentezza che però non provoca mai ( almeno nel mio caso) noia o distacco. Apprzzabile a mio avviso l'attinenza storica del periodo che dimostra un certo grado di ricerca. In conclusione non sarà "guerra e pace" ma non c'è poi molto di meglio in giro

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a chi ama la storia con e perchè no un poco di romanzo
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sabrinat2601 Opinione inserita da sabrinat2601    14 Gennaio, 2010
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La catterdrale del mare..che male!

Sono stata convinta da varie recensioni e soprattutto dall'accostamento del suo nome a quello del mio scrittore preferito,ma questo libro non ha nulla a che vedere con I pilastri della Terra & co. L'ho trovato lungo, noioso e lento. Non mi sono attaccata ai personaggi e soprattutto non sono riuscita a finirlo..prima volta in vita!

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Non consigliato agli amanti di K. Follett
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Opinione inserita da francesca    16 Dicembre, 2009

la cattedrale del mare

La storia è davvero portata troppo per le lunghe, scorrevole ma banale: improbabili "evoluzioni" dei personaggi, descrizioni profonde come un cartone animato e, nota decisamente più dolente di tutte, dialoghi tipici del XXI secolo, e il romanzo è ambientato nel 1300! Romanzo storico? Ne ho letti altri decisamente più convincenti, un altro livello?

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Opinione inserita da patry 81    08 Dicembre, 2009

noia mortale

per chi si aspetta una storia coinvolgente, ben narrata e mai pesante, questo libro sara una profonda delusione.molto lontano dai pilastri della terra e mondo senza fine di ken follet, ho dovuto abbandonare la lettura per via delle descrizioni prolisse,infinite e spesso fuori luogo.la trama sarebbe buona ma sviluppata in maniera asettica,e non coinvolge.

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Opinione inserita da Andrea Ghisu    05 Novembre, 2009

Dan Brown docet

Bel romanzo con storia affascinante e a tratti anche commovente. Con qualche riga in meno, specialmente nella prima parte, sarebbe stato ancora più bello. Una certa fissazione per le beltà muliebri fa sospettare che l'autore non sia stato allattato dalla mamma. Peccato che tutta la trama parta da due falsi storici duri a morire: servitù della gleba e ius primae noctis, e si concluda con un'altra bufala ancora più grande: l'Inquisizione. Il tentativo dell'autore di autocertificare la storicità del palcoscenico in cui si svolge la vicenda, lo fa assomigliare all'autore del più famoso Codice da Vinci.

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Opinione inserita da assunta    03 Novembre, 2009

la cattedrale del mare

libro noioso soprattutto all'inizio. banale la storia dei bambini e molto lenta. la parte storica fra re e regine incomprensibile, si può saltare a piè pari tanto non cambia assolutamente il senso della storia che rimane comunque lenta... non sono riuscita a finirlo... mi sarò mica persa il meglio?

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Opinione inserita da Lavinia88    23 Settembre, 2009

Non si dimentica

"Le file rouge"del racconto è una cattedrale gotica,calda e accogliente...molto mediterranea,maestosa sì ma mai altera,forse perchè ha assorbito quell'orgoglio catalano proveniente dal sacrificio di tanti uomini forzuti e volenterosi,che incisero col sangue ogni singola pietra.

E'proprio la cattedrale del popolo a fungere da anello di congiunzione tra la vita corale incastonata in una Barcellona brulicante e multietnica,terra promessa per chi sogna la libertà, e quella di un uomo semplice,nato servo e divenuto,solo per merito suo, punto di riferimento della città comitale.Arnau colpisce per le sue risorse inesauribili,per la sua tolleranza disarmante,per una visione del reale troppo ante-litteram,per essere accettata dai poteri forti del tempo,tutti proiettati all'autoconservazione.La sua storia personale riserva numerevoli sorprese,intrecciandosi con svariati personaggi,alcuni stereotipati ma non per questo inverosimili...anzi,altri,invece lasciano il segno.Il mio preferito è quello di Aledis:intrigante e sensuale,paga il dono della bellezza trascorrendo un'esistenza meccanica e vuota di quell'affetto disinteressato che merita,senza lamentarsi troppo,sopportando,aiutando e senza imprigionarsi nell'odio.

Penso che chi non resiste al fascino del Medioevo apprezzerà questo libro;e poi lo stile è asciutto e assai vivido,anche crudo ed è bello per questo,visto che ne traspare sensibilità,intelligenza nel far trapelare i sentimenti di chi vive i fatti in quel momento, e non l'inutile sadismo ,trito e ritrito,solo per impressionare il lettore!

Complimenti ad Ildefonso Falcones.

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I pilastri della terra e Timeline
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